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Wanna, nessun pentimento – Perché guardarla?

La docuserie Netflix ci porta in una storia italiana che forse non conosciamo così bene

Wanna è il sintetico titolo della docuserie Netflix incentrata su uno dei casi più celebri dell’inizio degli anni 2000. Stiamo parlando della storia di Wanna Marchi, di sua figlia Stefania Nobile, del “maestro di vitaMário Pacheco do Nascimento e dei metodi con cui hanno preso soldi a migliaia di italiani. Una vicenda celebre perché svoltasi in gran parte davanti alle telecamere e allo sguardo fisso dei telespettatori. Ma questo non significa che non ci siano lati nuovi da scoprire.

Wanna, il racconto della regina delle televendite su Netflix

Un aspetto per cui questo show può sicuramente essere interessante è anagrafico. Chi – come chi vi scrive in questo momento – non era ancora nato negli anni ’80, non ha idea di chi fosse Wanna Marchi prima delle storie del sale che non si scioglie. Una donna che partita quasi letteralmente dal nulla aveva stretto i denti ed era riuscita a ottenere un successo straordinario. Con dei metodi quantomeno discutibili, certo.

Nella serie Netflix possiamo riscoprire tutta quella parte della vita di Wanna Marchi, che per ragioni di età o semplicemente di tempo trascorso, non ricordiamo così bene. Ed è un passaggio fondamentale per ricostruire come poi arriverà alla decisione di “provare a vendere la fortuna“, in uno slancio forse disperato, forse megalomaniaco, forse semplicemente come un passaggio naturale.

Con Wanna Netflix porta in qualche modo avanti il percorso che ha iniziato con il celebrato Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano. Una riscoperta di storie del nostro Paese per chi non ha vissuto a pieno quegli anni, ma anche ricche di lati oscuri che possano aiutare chi c’era ad averne una migliore comprensione a posteriori. E sebbene l’opera incentrata su Vincenzo Muccioli sia effettivamente superiore a Wanna, vale comunque la pena di seguire anche questa vicenda.

Perché a rendere interessante il tutto è la prospettiva che il documentario assume. Non c’è un tentativo di glorificare la teleimbonitrice, neanche con toni da “ha avuto la forza d’animo, la determinazione, ma applicati nel modo peggiore“. Allo stesso tempo però, si dà grande spazio a Wanna Marchi stessa (e alla figlia Stefania Nobile). Che non mostrano il minimo segno di pentimento.

Ti penti? Chi si pente?! Buscetta si pente, io non mi pento

wanna netflix perche guardarla 01

La frase qui sopra è una delle più impattanti pronunciate da Stefania Nobile in una delle diverse interviste nelle quattro puntate della serie Netflix su Wanna Marchi. E mette in luce come il vero valore aggiunto di questo documentario sia la possibilità di ottenere la prospettiva diretta delle protagoniste della vicenda.

Wanna Marchi e Stefania Nobile sono indiscutibilmente dei personaggi, quasi delle maschere. Ed è evidente fin da subito, guardando le loro televendite così esagerate nei toni, nell’approccio. Così come ricostruendo tutto il loro percorso si può notare come le persone che li interpretavano, siano rimaste prigioniere proprio di quei personaggi.

Ed è il loro punto di vista quello che raccontano nella docuserie. In un continuo tentativo di rilanciare, di ribadire di avere avuto ragione. Di essere fondamentalmente innocenti, perché i veri colpevoli sono le vittime, che si sono fatti truffare. Un pensiero che è espresso con una lucidità e freddezza agghiacciante e che sconvolge più di quanto faccia il resto della narrazione.

A margine, proprio su questo aspetto, il documentario avrebbe potuto fare di più. Ci sono angoli della storia che restano oscuri e su cui non è chiarissimo perché si glissi. Probabilmente la risposta è che non esiste una verità (o meglio, questa verità è talmente ben nascosta che non si può più riportare alla luce) ma resta il fatto che sarebbe stato interessante scardinare anche quegli ultimi spazi bui e scoprire cosa sia successo. Magari però può essere un buono spunto per un nuovo progetto…

Wanna, su Netflix la storia della teleimbonitrice per antonomasia

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Vale quindi la pena di vedere Wanna su Netflix? Secondo noi sì (anche perché altrimenti non ne parleremmo in questa rubrica). Da una parte perché permette di conoscere in maniera più approfondita e con scorrevolezza una vicenda del nostro Paese che – al di là degli aspetti più trash – è importante sapere. Dall’altra perché è un caso più unico che raro di poter avere un contatto diretto con il colpevole della vicenda trattata. Approfondire la sua psicologia, tanto più nel caso di un pentimento assente come questo.

Wanna è disponibile dal 21 settembre su Netflix.

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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