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5G in Italia: in 5 anni lo avrà il 99% della popolazione

Parola del ministro Colao

Il 5G è una tecnologia chiacchieratissima, che negli ultimi tempi ha fatto crescere una serie di resistenze pretestuose, spesso basate su luoghi comuni tutto fuorché razionali. Ma tipici di un’epoca, la nostra, schizofrenica: in cui da un lato i progressi della tecnologia sono sempre più evidenti, ma dall’altro c’è una preoccupante inclinazione alla reazione istintiva. Si pensi a quanto rapidamente e capillarmente si diffondano le più strampalate e grossolane fake news.

Ciò nonostante, il 5G – in Italia e non solo – è in forte e costante crescita. Lo attesta, ad esempio, un recente studio di Ericsson, l’Ericsson Mobility Report 2022. Secondo cui entro la fine del 2022 si arriverà a un miliardo di abbonamenti 5G.

Abbonamenti che, sempre secondo questo report, entro il 2027 arriveranno globalmente a 4,4 miliardi, coprendo il 60% del traffico mobile. Sempre entro il 2027, l’82% degli utenti europei avrà un abbonamento con il 5G. E raddoppieranno le soluzioni FWA, capaci di portare Internet ad alta velocità nelle zone prive di rete in fibra ottica.

Il 5G in Italia

In questo quadro ottimistico si inseriscono le dichiarazioni del ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vincenzo Colao.

Il ministro Colao ha indetto una conferenza nella sede della stampa estera. Conferenza stampa di poco successiva alla notizia dell’assegnazione di tutte le gare per portare Internet veloce nel nostro Paese, come vi abbiamo riportato in un altro articolo.

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Le dichiarazioni di Colao

Vittorio Colao non nasconde la soddisfazione. E pensa già al futuro prossimo. Così ha parlato il ministro: “In 13 mesi abbiamo approvato la Strategia italiana, ottenuto le autorizzazioni europee, pubblicato e assegnato tutti i bandi PNRR e investito in totale un valore di circa 5,5 miliardi di euro, con l’ambizioso obiettivo di connettere tutta l’Italia entro il 2026 con reti ad altissima velocità fisse e mobili.

Il nostro Paese è un caso unico in Europa, non solo perché abbiamo anticipato gli obiettivi europei e lavorato all’azzeramento del divario digitale, ma anche perché saremo i primi ad avere reti mobili 5G interamente rilegate in fibra ottica, requisito essenziale per garantire altissima velocità di connessione e minima latenza ovunque.

Tra quattro anni le case degli italiani avranno una connessione fissa di almeno 1 Giga, le aree popolate saranno raggiunte dal 5G ad altissima capacità, tutte le scuole e le strutture sanitarie avranno la connessione adatta per garantire servizi ad altissime prestazioni.

Lo abbiamo fatto portando allo Stato un risparmio di circa 1,2 miliardi di euro e un investimento da parte del privato, dove previsto, di oltre 2,2 miliardi di euro.

Ora è il momento di lavorare in sinergia con i Comuni e gli enti locali per garantire, entro il 2026, uguaglianza ed inclusione sociale attraverso un Paese connesso ai migliori livelli europei, di cui potranno beneficiare tutti i cittadini”.

Gli obiettivi

Ciò a cui si punta in Italia, a sentire le parole del ministro Colao, è senza dubbio una meta ambiziosa. “L’obiettivo è far sì che non ci sia differenza nell’accesso a internet tra chi vive a Roma e Milano e chi invece si trova in Aspromonte o in un piccolo paese sugli Appennini”.

Per rendere l’obiettivo realizzabile, sono stati appunto assegnati 44 lotti a diverse aziende private. Se le promesse saranno mantenute, il nostro Paese sarà il primo in Europa col 99% della popolazione raggiunto dal 5G.

“Saremo il primo Paese europeo che avrà il 100% di fibra per il 5G, copriremo il 99% della popolazione e le reti a banda larga saranno per il 94% in fibra”, ha infatti detto Colao. Che ha aggiunto: “A dicembre di quest’anno avremo completato tutta l’architettura digitale del Paese”.

Il Piano Italia 5G

Lo scorso aprile l’Unione europea ha finanziato con 2 miliardi di euro il Piano Italia 5G.

Si tratta di un piano che rientra nel Pnrr. E che mira a “incentivare la realizzazione delle infrastrutture di rete per lo sviluppo e la diffusione di reti mobili 5G nelle aree a fallimento di mercato su tutto il territorio nazionale”, come si può leggere sul sito del ministero.

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Il fallimento dietro il finanziamento. Dove sta la verità?

Come scrivevamo, l’aiuto da parte di Bruxelles è però la conseguenza di un fallimento. Lo ha detto la stessa Commissione Ue una volta concesso il finanziamento. “La misura è necessaria e proporzionata per ovviare ai fallimenti del mercato, segnatamente al fatto che non esistono né sono previste reti mobili che soddisfino adeguatamente le esigenze degli utenti finali.”

Inoltre, uno studio relativo al 2021 – condotto da Cable.co.uk e riportato dai colleghi di Wired – mostra come la velocità media delle connessioni in Italia era di 36,69 Mbps. Il dato ci colloca, in Europa, dietro a Romania, Bulgaria e Montenegro.

Eppure, le parole di Vittorio Colao sprizzano fiducia, al punto che il ministro sta già pensando in ottica europea. “Bisogna puntare da un’Italia del digitale ad una Schengen del digitale. E il primo passo sarà realizzare un wallet europeo su cui caricare documenti riconosciuti in tutta Europa, in tutti Paesi così come sono oggi i documenti cartacei”.

Vedremo se in pochi anni l’Italia sarà davvero capace di una rimonta così clamorosa.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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