“Non sono più una ragazza jazz”. Con queste parole, riportate nel 2006 dal quotidiano britannico The Sun, Amy Winehouse sta gridando al mondo la volontà di distaccarsi dall’album di debutto Frank, che comunque aveva venduto circa 300.000 copie tre anni prima. Non abbastanza da rendere la ventenne di Camden Town una star mondiale, ma quanto basta per piazzare in classifica ben 4 singoli (e per portarsi a casa una nomination ai Mercury Music Prize e ai BRIT Awards). Ma in quei tre anni sono cambiate molte cose, e Amy Winehouse è già consapevole che il nuovo album, Back to Black, segnerà una svolta stilistica importante.
“Il jazz è piuttosto elitario”, dice in quella celebre intervista, ribadendo la necessità di svestirsi dagli orpelli vocali per adottare un approccio più diretto. A cambiare la percezione musicale della giovane Amy è soprattutto l’ascolto girl band degli anni ‘60. In un’altra intervista cita addirittura le Velvelettes, e più di un tabloid britannico, nel riportare le parole della cantante, le scambia per i Velvet Underground. Insomma, la gente non capiva. Ma capirà l’anno dopo, nel 2007, quando con Black to Black l’intero mondo avrà in bocca il nome di Amy Winehouse.
È un disco in cui la voce la voce di Amy è intrisa nella disperazione e nel whisky, che a tratti ricorda il periodo d’oro della Motown. E sebbene il più grande successo commerciale dell’album sia rappresentato dal primo singolo Rehab – che racconta la vera battaglia della cantante contro la dipendenza da sostanze – la storia ricorderà anche e soprattutto la title track.
Back to Black è una canzone carica di significato e tristezza, scritta da Amy Winehouse a quattro mani insieme al produttore Mark Ronson (che ha co-firmato anche altri 5 pezzi del disco).
Storia e significato di Back to Black di Amy Winehouse
Back to Black, oltre a dare il nome al disco, è stata anche la prima canzone ad essere stata scritta per il secondo album di Amy Winehouse. La storia del brano nasce a New York, nel marzo del 2006. Amy si presenta nello studio di Mark Ronson a Mercer Street per discutere dei lavori sul nuovo album, ma c’è un problema: non ha idea di che aspetto abbia Mark Ronson!
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Al suo arrivo, scambia il produttore per un tecnico del suono perchè, come racconta il padre Mitch Winehouse nel libro Amy, My Daughter (2012), è convinta che Ronson abbia l’aspetto di “un vecchio con una grande barba”.
Nonostante questo primo imbarazzante incontro, i due parlano di musica e si ridanno appuntamento per il giorno seguente. Per fargli capire in che universo musicale vuole entrare, Amy consiglia a Ronson di ascoltare un brano delle Shangri-Las chiamato Remember (Walking in the Sand).
Quella stessa sera Ronson riascolta ossessivamente il pezzo delle Shangri-Las, e passa intere ore per farsi venire idee al pianoforte. Poi tira fuori dal cilindro una sequenza di accordi interessante. C’è della magia, e lo sa. Ecco come lo stesso Ronson ha ricordato quel primo incontro (e la nascita di Back to Black):
“Non dimenticherò mai il primo giorno in cui ho incontrato Amy, perché ha cambiato tutto per me. Era a New York, nel marzo 2006, nello studio che avevo a Mercer Street. Mi disse che pensava fossi un vecchio con la barba, come Rick Rubin. Ho pensato: ‘Parliamo di musica, vediamo cosa le piace’. Mi disse che le piaceva andare nei bar e nei club, giocare a biliardo con il suo ragazzo e ascoltare le Shangri-Las. Così mi fece ascoltare alcuni di quei dischi, che si trasformarono in un corso accelerato sulle produzioni dei gruppi femminili. Alloggiava al Soho Grand, proprio dietro l’angolo, e le dissi che non avevo nulla da suonarle al momento, ma che se mi avesse lasciato lavorare su qualcosa durante la notte sarebbe potuta tornare domani. Così mi è venuto in mente questo piccolo riff di pianoforte, che è diventato la base armonica della strofa di Black in Black. Poi ci ho messo una grancassa e un tamburello con tonnellate di riverbero. È tornata il giorno dopo ed era molto presa, alla fine è rimasta per due settimane e abbiamo dato corpo a cinque o sei canzoni. Lei mi suonava qualcosa con la chitarra e io mi scrivevo gli accordi. Poi lei se ne andava per la notte e io impazzivo con gli arrangiamenti”.
Mark Ronson – Intervista per Mojo, giugno 2010
La produzione della canzone si ispira al wall of sound di Phil Spector
Archi luttuosi e un minaccioso rintocco di campana. Un’atmosfera cupa, per non dire funerea, che si contrappone a un ritmo shuffle ballabile. Per la produzione Ronson riprende proprio quei dischi degli anni ‘60 nominati da Amy Winehouse. E se negli anni ‘60 c’era qualcuno in grado di realizzare dischi femminili, quello era Phil Spector, l’ideatore del celebre Wall of Sound (di cui vi abbiamo parlato più volte nei vari episodi di questa rubrica).
La parte ritmica viene registrata a Brooklyn presso The House Of Soul, uno studio gestito dalla Daptone, un’etichetta indipendente specializzata in dischi soul e funk. Non a caso Ronson prende in prestito i musicisti dei Dap-Kings, gruppo soul capitanato dalla cantante Sharon Jones. Anche la storia di questa collaborazione è decisamente affascinante: Ronson è in studio cercando di capire come rendere “retrò” il suono del disco in modo digitale. Tuttavia è quando ascolta i Dap-Kings che capisce tutto: “ciò che provi a ricreare al computer non sarà mai autentico come un vero gruppo di revivalisti R&B”.
Così va da Sharon Jones e le dice: “voglio il vostro sound”. Li assolda, e tutti insieme vanno a scrivere un pezzo di storia della musica insieme.
Dopo Brooklin le registrazioni fanno un altro po’ di giri, ritornando a New York (presso i Chung King Studios) e Londra (dove vengono ultimate le fasi di missaggio).
Piccolo aneddoto simpatico: prova macchina? No, Amy Winehouse faceva la prova taxi!
Quanti di voi hanno avuto il piacere di registrare un proprio album prima dell’avvento imperioso dello streaming, probabilmente conoscono bene il concetto di “prova macchina”.
Per tutti gli altri, niente paura, è un concetto semplice: siccome la gente comune ascolta(va) i dischi principalmente in auto, per fare una prova di master si riproduceva l’album dallo stereo di una comune automobile. Alla base c’è la presa di coscienza che l’ascoltatore medio non avrebbe fruito del supporto da un impianto costosissimo, quindi per una riprova del risultato finale non avrebbe avuto senso utilizzare i monitor avanzati degli studi. Insomma il concetto è “se suona bene in auto, suona bene ovunque”. Oggi la prova macchina è progressivamente diventata prova smartphone.
Ciò che non tutti sanno però è che il padre di Amy Winehouse era un tassista. La cantante era quindi solita fare la prova macchina nel più classico dei cab londinesi.
“Era una perfezionista. Quando voleva ascoltare quello che aveva cantato, si faceva mettere tutto su un CD e poi lo faceva suonare nel mio taxi, perché voleva sapere come la maggior parte delle persone avrebbe ascoltato la sua musica, che non sarebbe stata attraverso i sistemi di studio professionali”.
Dal libro Amy, My Daughter scritto da Mitch Winehouse, padre di Amy
Tradimenti, disperazione e dipendenza: il significato di Back to Black di Amy Winehouse
Non solo le atmosfere musicali, ma anche il significato di Back to Black è estremamente cupo. La canzone parla della rottura di Amy Winehouse con l’allora fidanzato Blake Fielder-Civil (i due sono poi tornati insieme e si sono sposati nel 2007). L’intero album, in effetti, racconta il difficile momento sentimentale che la cantante stava vivendo nel 2006.
Il testo è decisamente auto rivelatore: lui che lascia lei per tornare dalla sua ex, mentre lei annega in un mare di disperazione. Tuttavia ci sono alcuni aspetti della canzone che possono nascondere dei doppi significati. Il più interessante è sicuramente il termine “black”. Quest’ultimo, che letteralmente significa nero, può essere inteso sia come metafora del lutto per la fine dell’amore che come riferimento alla depressione. Non solo però: black è anche il termine con il quale in strada ci si riferisce all’eroina, di cui Amy Winehouse era dipendente.
Il significato del testo di Back to Black di Amy Winehouse
He left no time to regret
Non ha lasciato tempo ai rimpianti
Kept his dick wet with his same old safe bet
Me and my head high
And my tears dry, get on without my guy
Ha mantenuto il suo ca*zo bagnato con la sua solita scommessa sicura
Io e la mia testa alta
E le mie lacrime asciutte, andare avanti senza il mio uomo
La canzone si apre con la rivelazione del tradimento: lui la lascia per fare sesso con la sua vecchia fiamma (descritta come “la vecchia scommessa sicura”, come a voler ribadire che non è la prima volta che lui torna dalla sua ex). Tuttavia, senza cadere nell’autocommiserazione, Amy Winehouse si attacca all’orgoglio: andare avanti senza di lui, a testa alta e con lacrime asciutte.
You went back to what you knew
Sei tornato a ciò che conoscevi
So far removed from all that we went through
And I tread a troubled track
My odds are stacked, I’ll go back to black
Così lontano da tutto quello che abbiamo passato
E io percorro una strada travagliata
Le mie probabilità sono in aumento, tornerò al nero
Nella seconda strofa si ribadisce la tendenza di lui nel tornare dalla sua ex, allontanandosi dalla relazione che i due avevano costruito insieme. Lei, invece, accetta il fatto che difficilmente torneranno insieme, e si prepara quindi a tornare al nero (lutto, depressione e probabilmente droga).
We only said goodbye with words
Ci siamo detti addio solo a parole
I died a hundred times
You go back to her and I go back to
I go back to us
Sono morta cento volte
Tu torni a lei e io torno a
Ci siamo detti addio solo a parole
Sono morto cento volte
Tu torni da lei e io torno a noi
Nessun addio romantico e nessun abbraccio finale. Lui è semplicemente ritornato da lei (la ex) mentre lei si rifugia nel ricordo di loro due insieme. Il tema del “ritornare a qualcosa del passato” ritorna in tutta la canzone (lui ritorna dalla sua ex, lei ritorna al pensiero della coppia).
I love you much
Ti amo molto
It’s not enough, you love blow and I love puff
And life is like a pipe
And I’m a tiny penny rollin’ up the walls inside
Non è abbastanza, tu ami soffiare e io amo soffiare
E la vita è come una pipa
E io sono un piccolo penny che rotola sulle pareti interne
I due condividono anche l’amore per le sostanze. Il testo ci dice che lui ama “to blow” (che letteralmente significherebbe “soffiare”, ma che in gergo è l’equivalente italiano di “sniffare”), mentre lei “to puff” (verbo utilizzato per indicare il consumo di marijuana). Due sostanze molto diverse, che incidono diversamente sul corpo umano: un cocainomane è energico e nevrotico, una pessima accoppiata per chi invece consuma marijuana e preferisce il relax.
L’immagine del penny che rotola è ancora oggi oggetto di dibattito. Da una parte restituisce l’idea di chi vive senza meta, in costante equilibrio, totalmente fuori controllo. D’altro canto il penny potrebbe anche riferirsi alla pratica del bottle tokes, che i consumatori di hashish fanno con una bottiglia di plastica, una sigaretta e talvolta con una moneta da un centesimo.
We only said goodbye with words
Ci siamo detti addio solo a parole
I died a hundred times
You go back to her and I go back to
We only said goodbye with words
I died a hundred times
You go back to her and I go back to black
Sono morta cento volte
Tu torni a lei e io torno a
Ci siamo detti addio solo a parole
Sono morto cento volte
Tu torni da lei e io torno al nero
Il secondo ritornello riprende il primo, solo che lei non ritorna più al ricordo di loro due insieme, ma preferisce tornare al nero (ancora una volta metafora di lutto, depressione e sostanze stupefacenti)
Black, black
Black, black
Black, black
Black
Il bridge della canzone è quanto di più ossessivo si possa trovare in un brano di Amy Winehouse. La cantante ripete la parola “nero”, in un vortice di insostenibile disperazione.
Il video ufficiale
Il video di Back to Black riflette le atmosfere cupe della canzone, e difatti è girato in bianco e nero. Le riprese si sono svolte in vari luoghi di Londra, con molte scene girate nel cimitero di Abney Park.
Il tema del lutto pervade l’intera clip. Infatti nel video vediamo un carro funebre, un corteo funebre, dei gigli, una bara e altri espliciti riferimenti alla morte.
Il corpo di Amy Winehouse viene ritrovato senza vita nel primo pomeriggio del 23 luglio 2011. La cantante muore all’età di 27 anni, come altre leggende della musica prima di lei.
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