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Grok, l’AI di X voluto da Elon Musk sotto inchiesta per violazione della privacy

X, la piattaforma social di Elon Musk, affronta nove denunce per violazione della privacy nell’UE: l’azienda avrebbe utilizzato i dati degli utenti per addestrare il chatbot Grok senza il loro consenso.

Elon Musk e Grok: scontro con l’UE sulla privacy

La controversia nasce da un cambio nelle impostazioni di X (ex Twitter), che avrebbe elaborato i dati dei post degli utenti europei per addestrare Grok, il suo chatbot AI. Il tutto, sembra, senza informarli o chiedere il loro permesso.

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) ha avviato un’azione legale contro X, chiedendo un’ingiunzione per fermare l’uso dei dati. Tuttavia, l’associazione per la privacy noyb ritiene queste misure insufficienti, poiché non permettono agli utenti di cancellare i dati già acquisiti. Ha quindi presentato denunce ai garanti della privacy di nove paesi dell’UE.

Le denunce accusano X di violare il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati, che prevede multe fino al 4% del fatturato globale annuo.

X sembra basarsi sul “legittimo interesse” come base legale per l’elaborazione dei dati. Gli esperti di privacy, invece, sostengono che l’azienda dovrebbe ottenere il consenso esplicito degli utenti. Max Schrems, presidente di noyb, afferma: “Le aziende che interagiscono direttamente con gli utenti devono semplicemente mostrare loro un prompt sì/no prima di utilizzare i loro dati.”

Come riporta TechCrunch, a giugno Meta ha sospeso un piano simile dopo l’intervento dei regolatori. X, invece, avrebbe elaborato i dati degli europei per l’addestramento AI dal 7 maggio al 1° agosto, aggiungendo un’opzione di opt-out solo a fine luglio, e solo tramite web.

Al momento X non ha risposto alle denunce, vi terremo aggiornati su come evolverà la questione. Anche se la denuncia potrebbe richiedere tempo perché si arrivi a una decisione.

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Source
TechCrunchNOYB

Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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