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Memory: com’è il film con Jessica Chastain

Memory arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuito da Academy Two.

La memoria è la funzione che definisce la nostra vita, permettendoci di fondere le nostre esperienze, i nostri affetti e le nostre conoscenze in un percorso unico e irripetibile. Ma la memoria può essere anche un pesante fardello, facendoci rivivere quotidianamente traumi e dolori che vorremmo seppellire per sempre. È su questo doppio binario che cammina Memory, nuovo film di Michel Franco con Jessica Chastain e Peter Sarsgaard, presentato in concorso a Venezia 80.

Proprio a causa della memoria, Sylvia e Saul sono infatti due anime spezzate, due malati da tenere sott’occhio, due persone intimorite dalla vita. Lei ha un passato di abusi, sfociato nella dipendenza dall’alcool; da 13 anni (l’età di sua figlia) è sobria, ma le ferite della giovinezza sono evidenti nella sua paura del contatto umano, nella cura con cui mette in funzione l’allarme, negli sguardi timorosi nei confronti degli sconosciuti. Saul convive invece con una forma di demenza che colpisce particolarmente giovani; ha ricordi abbastanza nitidi del passato, ma la memoria a breve termine inizia a perdere colpi, mettendolo in serio pericolo e costringendolo a una convivenza forzata con l’austero fratello.

I due si incontrano a una rimpatriata scolastica: Saul cerca di parlarle ma Sylvia si ritrae, dirigendosi verso casa mentre lui la pedina in maniera sinistra. Il mattino successivo lei lo ritrova in stato confusionale e decide di aiutarlo, ma è convinta che Saul faccia parte del suo doloroso passato. Ha così inizio un lungo viaggio nella memoria, che a volte è l’unico supporto possibile ma in altri casi ci depista, portandoci a vedere le cose diverse da come sono realmente.

Memory: Jessica Chastain in un toccante incontro fra anime spezzate e ricordi perduti

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Memory Jessica Chastain

Dopo lo scioccante Nuevo orden e il nichilista Sundown, Michel Franco torna in concorso a Venezia con un film solo apparentemente più misurato e ordinario, all’interno del quale convivono in realtà molti temi cari al cineasta messicano, come i personaggi costretti a convivere con un insostenibile trauma o le brusche sterzate tematiche e narrative impresse al racconto. Nelle prime battute di Memory il regista ci depista, portandoci in atmosfere da revenge movie per poi imprimere alla storia una svolta più incentrata sulla malattia, con Jessica Chastain abile a trasformarsi da vittima in cerca di vendetta ad amorevole e rammaricata aiutante di Saul. Neanche questo è però il vero terreno del film, che con un dolce e struggente bacio muta infine in toccante melodramma e in dolente dramma familiare.

Tante le parentesi aperte, che si allargano fino alle altre donne care a Sylvia (fra cui la respingente madre, interpretata dall’indimenticabile Jessica Harper di Suspiria) e alla disastrata famiglia di Saul. Non tutte vengono chiuse adeguatamente, ma dove non arriva la sceneggiatura ci pensano gli strepitosi interpreti. A restare nel cuore sono il luminoso sorriso di Saul, che nonostante tutto riesce a scorgere il bello nella vita, i nervi a fior di pelle di Sylvia, frutto di un dolore impossibile da cancellare, e soprattutto una delle scene di sesso più vere e intense degli ultimi tempi, in cui la goffaggine non è figlia della mancanza di intesa ma è invece una precisa idea narrativa, perfettamente in linea con l’imbarazzo e i timori dei personaggi.

La regia di Michel Franco

Lontano sia dalla violenza esplicita di Nuevo orden sia dagli inserti onirici di Sundown, Michel Franco trova un’altra sponda vincente nella musica, e nello specifico nella pietra miliare A Whiter Shade of Pale, unica ancora di salvezza nella vita di Saul nonché una di quelle «canzoni che ti salvano la vita», come direbbe Brunori Sas. Un brano che è passato alla storia per la sua commovente vena malinconica, ma che con il suo criptico testo, incentrato su un innamorato confuso e disperato, trova un efficace collegamento con la vita dello stesso Saul, in bilico fra l’amore e una malattia che lo porta a perdersi fisicamente e mentalmente.

È grazie a scelte come queste che il regista riesce a mostrare problemi neurologici senza fare pietismo, a parlare di abusi senza cedere alla retorica, a ragionare sulle famiglie disfunzionali senza trasformare il racconto in un coro di grida isteriche. Franco riesce quindi ad andare al cuore di Memory, cioè a due persone innamorate anche e soprattutto per le loro diversità, nonostante due famiglie che cercano di dividerle e due storie private in grado di ostacolarle. Due emarginati dalla società inseguiti dal passato alla disperata ricerca di amore nel presente, da costruire sulle rispettive fragilità.

Memory: le formidabili prove di Jessica Chastain e Peter Sarsgaard

Memory Jessica Chastain

È un Michel Franco che non distrugge ma edifica quello di Memory, lasciando che a spiazzare lo spettatore non siano le sterzate della storia ma le complessità dei personaggi, costruiti con adorabile umanità da Jessica Chastain e Peter Sarsgaard. Una svolta apprezzabile per il regista messicano, che per una volta mette da parte la sua vena distruttiva senza tuttavia rinunciare alle tante piccole schegge impazzite del suo cinema, sempre pronte a ostacolare il percorso di Sylvia e Saul. Come nello struggente insieme di contraddizioni che era ed è A Whiter Shade of Pale, li lasciamo a danzare sul crinale dell’incertezza, non più schiavi delle memorie da conservare ma spinti dal desiderio di fabbricarne di nuove.

Memory arriverà prossimamente nelle sale italiane, distribuito da Academy Two.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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