Site icon Techprincess

Addio Spid, si farà tutto con la carta d’identità digitale?

Addio Spid, si farà tutto con la carta d’identità digitale? thumbnail

Ci sono voluti diversi mesi per alfabetizzare anche i più scettici all’utilizzo dello Spid.

Che negli ultimi tempi è stato finalmente riconosciuto come il principale strumento per accedere a svariate piattaforme che davano diritto a bonus e agevolazioni. Inutile dire che in questo senso i primi mesi della pandemia, quando siamo stati fisicamente impossibilitati a compiere un buon numero di operazioni di persona, ha aperto la strada. E modificato la mentalità di molti italiani.

Eppure, proprio adesso che lo strumento aveva conquistato la nostra fiducia, dovremo dire addio allo Spid, ovvero al Sistema Pubblico di Identità Digitale? Proviamo a capire cosa starebbe valutando, in questo direzione, il governo Meloni.

Prima, però, vale la pena di ricordare i numeri dello Spid.

Il successo dello Spid

Al Sistema Pubblico di Identità Digitale il governo ha dedicato un sito ad hoc.

Spid permette un rapido accesso a diversi contenuti online. Con l’identità digitale è possibile accedere ai servizi online delle Pubbliche amministrazioni per effettuare pagamenti, iscrizioni o accedere a bonus e agevolazioni.

A oggi sono circa 33 milioni gli italiani che hanno un’identità digitale con Spid. Ma dovremo dirgli addio?

Addio allo Spid?

L’ipotesi ha preso forma durante la festa per i dieci anni di Fratelli d’Italia, che ha avuto luogo sabato 17 dicembre.

Intervenuto all’incontro, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti ha parlato chiaro. Esprimendo la volontà del governo di “spegnere gradualmente Spid, che raccoglie una serie di identità digitali, e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione. Tutti dovremo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale”.

La parziale smentita

Le parole di Butti, che già in passato aveva criticato lo Spid, sembravano decretarne l’addio.

Ecco invece che, nella giornata di martedì 20 dicembre, le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia alla Camera Alessandro Cattaneo hanno smussato la posizione del governo.

Cattaneo, ospite di Radio Anch’Io, ha detto che “lo Spid è uno strumento che semplifica la vita dei cittadini, permette di risparmiare tempo, evitando le file agli sportelli, e consente di agire in piena sicurezza.

Non verrà cancellato, ma stiamo cercando il modo di risolvere alcune criticità piuttosto che girarci dall’altra parte. Non possiamo ignorare che ci sono alcune categorie, come gli anziani, che incontrano difficoltà nell’utilizzarlo.”

Lo stesso Alessio Butti ha scritto al Corriere della Sera per correggere il tiro. Leggiamo che volontà del governo è quella di arrivare a un’unica identità digitale, per “semplificare la vita in digitale dei nostri cittadini, per aumentare la sicurezza (perché più credenziali e strumenti di accesso significano più rischi), per rendere più accessibili i servizi digitali e, infine, per risparmiare (perché Spid ha un costo per lo Stato).

Oggi, tuttavia, la CIE sconta tre limiti. Anzitutto i lunghi tempi di rilascio (diversi da Comune a Comune). Per ottenerla, inoltre, i cittadini devono pagare 16,79 euro e recarsi fisicamente presso un ufficio comunale.

La CIE è ancora poco usabile da Pc e smartphone, perché richiede un lettore smartcard da collegare, o uno smartphone con lettore RFC (per intenderci, quello che possiamo usare al posto della carta di credito). Anche se alcuni telefonini di nuova generazione sono dotati di tecnologia RCF, restano ancora alcuni ostacoli.

Si tratta di questioni già note e che oggi stiamo quindi affrontando. Vorremmo lavorare per assicurare il rilascio della CIE da remoto, a costo zero e in 24 ore, e per garantirne la sua usabilità, attraverso soluzioni semplici almeno quanto lo Spid.”

Spid o CIE?

In effetti, contrariamente a quanto dichiarato da Alessandro Cattaneo, sono stati proprio gli ostacoli tecnici a far preferire lo Spid alla CIE.

D’altro canto gli oltre 30 milioni di carte d’identità elettroniche già nel portafoglio degli italiani hanno un sistema di autenticazione più sicuro di quello dello Spid. Ovvero quello di terzo livello, richiesto dagli standard di sicurezza dell’identità digitale europea, che dovrebbe essere operativa dal 2025.

Inoltre, la carta d’identità elettronica non si appoggia a enti esterni. In più, presto tutte le vecchie carte d’identità cartacee saranno soppiantate dalla CIE.

Offerta
Il furto dell'identità digitale. Una storia e tanti giochi...
  • Editore: Erickson
  • Autore: Anna Fogarolo , Irene Coletto
  • Collana: I materiali

Verso un’identità digitale unica

Sarebbe quindi benvenuto l’addio allo Spid a favore della carta d’identità elettronica, a patto che le operazioni – attualmente macchinose per molti – vengano snellite.

E lo Spid? Si parla di una futura migrazione verso la CIE, che coinvolgerà anche i gestori privati di identità digitali. Benché per adesso non sia affatto chiaro come tecnicamente ciò potrà avvenire.

Exit mobile version