Activision ha confermato l’uso di intelligenza artificiale (AI) generativa nello sviluppo di alcuni asset di Call of Duty. La dichiarazione è apparsa sulla pagina Steam del gioco e arriva dopo mesi di speculazioni da parte dei giocatori. Tuttavia, la compagnia non ha fornito dettagli su quali contenuti siano stati realizzati con questa tecnologia.
Activision ammette di aver usato l’AI per Call of Duty
Tutto è cominciato quando, dal gennaio dello scorso anno, Steam ha imposto agli sviluppatori di indicare se usano AI generativa nei loro giochi. Tempo pochi giorni – siamo al 27 gennaio 2024 – e Activision ha aggiornato la pagina di Call of Duty con una nota che recita: “Il nostro team utilizza strumenti di AI generativa per sviluppare alcuni asset di gioco.” La modifica è passata apparentemente inosservata fino a quando il sito CharlieIntel non l’ha riportata pochi giorni fa.
L’ammissione ha riacceso il dibattito tra i giocatori. Molti sospettavano già l’uso dell’AI generativa, in particolare dopo la comparsa di un’illustrazione che raffigurava un Babbo Natale zombificato con ben sei dita in una mano (oltre ad altri dettagli anatomici decisamente imprecisi).
Insomma, l’uso dell’intelligenza artificiale nel gaming genera da tempo discussioni accese. A dicembre 2024, il team di The Indie Stone ha dovuto rimuovere un’illustrazione sospetta da Project Zomboid, dopo che i fan avevano notato segni evidenti di AI generativa. Il caso ha scatenato proteste, costringendo gli sviluppatori a intervenire.
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Situazioni simili si sono verificate anche in altri titoli. Riot Games ha dovuto chiarire che un’emoji di League of Legends non era stata creata con AI dopo che i giocatori avevano notato che il personaggio Samira aveva sei dita. L’azienda ha spiegato che si trattava di un errore umano nel processo di editing.
Al momento non è chiaro in che modo (e soprattutto in che quantità) Activision abbia utilizzato l’AI per Call of Duty.
Nel frattempo, in un atto di protesta contro l’uso dell’AI nel mondo dell’arte, mille musicisti britannici (tra cui nomi di spicco dell’industria musicale) hanno pubblicato un album muto.
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