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Smart working: cosa cambia dal 1° settembre

Il ministro Orlando ha firmato il decreto

A partire da giovedì 1 settembre, per lo smart working le cose cambiano. O, meglio, si semplificano.

Infatti, nella giornata di martedì 23 agosto sul sito del Ministero del Lavoro è stata pubblicata una nota: il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, ha emanato il decreto ministeriale che attua quanto è previsto nel Dl Semplificazioni.

Il decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 agosto, prevede che il datore di lavoro comunichi in via telematica al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali i nominativi dei lavoratori, la data di inizio e quella di cessazione delle prestazioni di lavoro nella cosiddetta modalità agile.

Vediamo più nel dettaglio cosa contiene il decreto, e scopriamo così cosa cambierà dal primo settembre.

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Smart working: cosa cambia da settembre

A partire dal 1° settembre, decadono le norme in vigore durante l’emergenza Covid (che prevedevano il lavoro agile su scelta unilaterale dell’azienda) e si torna all’accordo individuale.

Tuttavia, i datori di lavoro non dovranno comunicare al Ministero nominativo per nominativo, ma potranno farlo telematicamente in modo semplificato.

“Si tratta – ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando – di un’importante disposizione che rende strutturale la semplificazione del lavoro agile”.

I lavoratori che non aderiranno all’accordo dovranno lavorare in presenza, siccome per ora non sono previsti meccanismi automatici per i lavoratori fragili o per chi ha figli under 14.

Una comunicazione semplificata

Dal primo settembre, insomma, le aziende comunicheranno al Ministero l’elenco dei dipendenti in smart working.

Dice ancora Orlando: “È un primo passo con il quale si rendono più semplici gli obblighi di comunicazione relativi al lavoro agile anche alla luce dell’esperienza maturata durante la pandemia e si risponde ad una specifica richiesta fatta dalle parti sociali nel Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile per il settore privato sottoscritto dal Ministro del Lavoro e dalle parti sociali il 7 dicembre 2021.

L’esigenza di semplificazione degli obblighi di comunicazione nasce dalla necessità di rendere strutturale una procedura già ampiamente sperimentata nel periodo emergenziale, in considerazione di un sempre maggiore utilizzo di questa modalità di svolgimento del lavoro. In questo modo si snelliscono le procedure per i datori di lavoro e non si aggravano gli uffici ministeriali di adempimenti amministrativi ritenuti non necessari”.

Come funziona l’accordo

Con l’accordo firmato dal ministro Orlando, dal primo settembre per fruire del lavoro agile si dovrà sottoscrivere un accordo individuale, anche per le imprese che hanno un accordo sindacale.

L’accordo conterrà tutti i dati specifici, ma la comunicazione al Ministero sarà semplificata. Ovvero, non occorrerà trasmettere l’intero contatto ma sarà sufficiente compilare un modello contenente poche informazioni, come i nominativi dei lavoratori in smart working, il loro codice fiscale, il tipo di contratto di cui sono titolari, inizio e fine del lavoro agile.

La trasmissione dei nominativi

Ma tecnicamente come può un’impresa trasmettere al Ministero del Lavoro i dati dei dipendenti in smart working?

L’accesso alle funzionalità per la trasmissione delle comunicazioni relative agli accordi per lo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile avviene tramite il portale lavoro.gov.it. Occorre essere in possesso delle credenziali Spid o della Carta d’identità elettronica.

Si accede o con il profilo “referente aziendale” (con questa opzione si potranno inviare comunicazioni per una sola azienda), o con quello “soggetto abilitato” (in questo caso, in un’unica sessione sarà possibile inviare comunicazioni per diverse aziende).

Le comunicazioni massive

In alternativa alla trasmissione tramite il portale del Ministero del Lavoro, è possibile la trasmissione in forma massiva.

In questo caso bisognerà attivare la modalità massiva REST. Per farlo, l’azienda o il soggetto abilitato devono inviare una richiesta di contatto tramite un form online disponibile nell’URP Online del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Nella richiesta va indicato almeno un referente tecnico al quale potersi rivolgere per perfezionare la procedura di abilitazione.

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Lo smart working in Italia

La procedura semplificata arriva in un momento in cui, almeno nel nostro Paese, lo smart working non gode ancora di grande successo. In Italia infatti ne fa ricorso il 13,6% dei lavoratori, a fronte di una media europea del 20,6% (ma in Francia si supera il 30%).

I potenziali candidati al lavoro agile sarebbero tra i 7 e gli 8 milioni di dipendenti, ma lo adottano in circa 2,9 milioni di lavoratori, ovvero il 37,2% del bacino.

E dire che, secondo un’indagine, lo smart working aumenterebbe anche la produttività.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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