La scorsa primavera Amazon ha lanciato Amp, la sua piattaforma di streaming audio dal vivo, con l’obiettivo di reinventare la radio. Gli utenti possono accedere a una vasta libreria musicale integrata per creare i propri DJ set, senza bisogno di acquistare canzoni o preoccuparsi dei diritti: basta creare una playlist, andare in diretta, interagire con la chat e persino invitare chiamate – come in una classica radio. Dopo un anno su iOS, Amp arriva anche su Android. Sebbene resta in beta solamente negli Stati Uniti, l’app che rivoluziona la radio sta crescendo. Ma il punto è: ce n’era bisogno?
Amp, Amazon reinventa la radio con un’app. Funzionerà?
Amazon Amp è la prima piattaforma di streaming sviluppata internamente da Amazon e il fatto che sia stata esclusiva per un anno per i dispositivi Apple ha avuto un impatto sulla sua crescita e sulla sua base utenti. Con l’arrivo su Android, Amp si aprirà a una platea più ampia di utenti. Anche perché, per sua natura, ha bisogno di creatori per avere successo.
E Amazon dovrà contendersi gli utenti in un panorama di app musicali in continua evoluzione. Infatti, ci sono già molte opzioni per trovare sessioni di DJ e radio online. Tra cui YouTube, TikTok, Stationhead e Tidal. Tuttavia, Amazon Amp cerca di distinguersi grazie alle sue funzionalità uniche.
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La possibilità di creare playlist personalizzate e andare in diretta con interazioni in tempo reale attraverso la chat rende Amp una piattaforma promettente per gli amanti della musica. Non solo perché possono offrire liste di canzoni curate personalmente. Ma perché questo approccio potrebbe permettere anche ai “conduttori” di arrivare al successo, non solo a chi produce musica.
Una proposta unica, ma avrà successo?
Zach Sang, uno dei creatori a contratto di Amp, ha spiegato ad Engadget che l’app è un mix fra “Sirius e YouTube”. La piattaforma offre una vera e propria esperienza radiofonica, combinando le trasmissioni tradizionali con il futuro delle emittenti online. Amazon vede il progetto come una “democratizzazione della radio”, dove tutti possono partecipare e creare contenuti radiofonici.
Gli utenti possono scoprire nuove emittenti radio in streaming, in base al carisma dei creatori e la loro abilità come DJ. E inoltre, a differenza di altre piattaforme come Stationhead, non dovranno possedere un account su Apple Music o Spotify, poiché Amp offre una vasta libreria musicale integrata.
Il co-fondatore di Amp, Matt Sandler, ha sottolineato che Amp mira a bilanciare l’accessibilità dei creatori con la possibilità di trovare un grande pubblico. Che sta alla base di piattaforme di contenuti creati dagli utenti come i social e come YouTube.
L’impegno per costruire una rete di creatori di successo
Amp ha stretto accordi con celebrità e presentatori rinomati come Nicki Minaj, Joe Budden, Nick Cannon e Zach Sang. Tuttavia, Amp ha evitato di creare barriere tra le celebrità e i creatori normali, permettendo a tutti di avere uno spazio di visibilità paritario. Gli spettacoli dei creatori comuni possono essere al fianco di quelli delle celebrità, senza alcuna distinzione.
Ci sono celebrità di diversi generi musicali, come hip-hop, sport, country e pop. Anche se alcuni utenti si lamentano della mancanza di personalità del mondo alt/indie o elettronica.
Attualmente, Amp utilizza un fondo per pagare molti dei suoi host, ma mira a fornire meccanismi alternativi per permettere ai creatori di guadagnare attraverso il servizio. Come abbonamenti e mance, simili a Twitch. L’obiettivo è mantenere i creatori motivati e attrarne di nuovi. Tuttavia, Amp dovrà lavorare per fornire flussi di entrate realistici per sostenere i creatori a lungo termine.
Amazon riuscirà a reinventare la radio con Amp?
Al momento, Amp deve ancora farsi conoscere. La promozione dell’app è scarsa e il principale strumento di promozione sono i suoi canali social. Migliorare la visibilità attirerebbe più utenti e consentirebbe di sviluppare un’economia dei creatori più forte, aumentando le opportunità per guadagnare attraverso mance, sottoscrizioni e altro. Realisticamente, però, questo potrà avvenire una volta che l’app uscirà dalla beta.
Amp sembra un’app unica. Ma anche se non ci sono molti concorrenti diretti, ci sono altri servizi che possono offrire qualcosa di simile. I podcast permettono di sentire pareri e opinioni dei creatori preferiti, le app di streaming musicali permettono di ascoltare le tracce che amiamo. E poi c’è la radio “classica”, che offre già diverse attività digitali, oltre a riempire di musica i tragitti verso il lavoro o verso le vacanze.
L’idea di Amp ci piace e appena arriverà in Italia la proveremo. Ma sul fatto che possa trovare spazio fra podcast, musica e audiolibri nelle nostre orecchie non ci scommettiamo. Non ancora.
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