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L’Antitrust multa Apple e Samsung per l’obsolescenza programmata dei device

Brutte notizie in arrivo per i due colossi della telefonia mobile Apple e Samsung. L’ Autorità garante della concorrenza e del mercato (nota anche come Antitrust) ha infatti rilevato un illecito nel loro comportamento nei confronti dei propri clienti. Le due aziende saranno quindi costrette a versare diversi milioni di euro di multa: cinque per Samsung e dieci per Apple.

Apple e Samsung multati per l’obsolescenza programmata

Si tratta della prima condanna al mondo per la cosiddetta “obsolescenza programmata” dei dispositivi. Si tratta di un processo in cui le aziende, nelle parole dell’Antitrust, “hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni” dei propri device, con lo scopo di spingere i propri clienti ad acquistare nuovi modelli di smartphone.

Le accuse partono da alcuni casi in cui gli aggiornamenti rilasciati, studiati per i nuovi dispositivi, hanno penalizzato le prestazioni dei modelli precedenti, tra il 2016 e il 2017. Il problema più grave è che i consumatori sono indotti ad installare le nuove versioni del software senza ricevere informazioni sul possibile peggioramento del funzionamento degli smartphone, in termini di velocità e consumo della batteria.

A questo si aggiunge il fatto che in alcuni casi non era stato predisposto un servizio di assistenza per i modelli che verificassero tali problemi non coperti da garanzia e che fossero richieste cifre piuttosto importanti per interventi di sostituzione.

La multa è maggiore per Apple, poiché apparentemente “non ha fornito ai consumatori adeguate informazioni su alcune caratteristiche essenziali della batterie al litio, quali la loro vita media e deteriorabilità, nonché circa le corrette procedure per mantenere, verificare e sostituire le batterie“.

Apple e Samsung, oltre a dover pagare la sopracitata multa milionaria, saranno tenute a pubblicare sulla pagina italiana dei propri siti un testo che informi della situazione, con un collegamento al provvedimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

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