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Elon Musk e il fratello accusati di insider trading: cosa è successo

I tweet del magnate potrebbero finire in tribunale

La Securities and Exchange Commission (SEC) starebbe indagando Elon Musk e suo fratello Kimbal per aver potenzialmente commesso dell’insider trading. Al centro della questione ci sarebbero le azioni Tesla vendute dal fratello, proprio il giorno prima di un tweet del magnate che ha fatto crollare le azioni in Borsa.

Elon Musk e il fratello Kimbal accusati di insider trading

La notizia arriva da The Wall Street Journal. Secondo quanto riportano i cronisti del giornale newyorkese, Kimbal Musk avrebbe vendute 108 milioni di dollari di azioni di Tesla. Il giorno dopo, Elon avrebbe twittato che stava considerando di vendere il 10% delle proprie azioni della compagnia, facendo crollare il valore delle azioni.

Elon Musk ha spiegato il tweet alla luce della possibilità che il Congresso americano alzasse le tasse sui capitali non reinvestiti. Il magnate ha lanciato un sondaggio per chiedere ai propri follower Twitter se dovesse vendere il 10% delle proprie azioni nella compagnia per evitare di pagare queste ipotetiche maggiori tasse (nessuna riforma è passata a riguardo). Dei 3,5 milioni di votanti, il 57,9% ha risposto con un sì.

Il giorno prima del sondaggio, Kimbal, anche lui parte del Consiglio di Amministrazione della società, avrebbe venduto 88.500 azioni dell’azienda. L’insider trading proibisce ai membri del board di investire se a conoscenza di informazioni riservate non ancora divulgate agli altri azionisti. Sembra quindi che il SEC si chieda se Kimbal sapesse del tweet in arrivo e abbia deciso di vendere le azioni quando ancora erano al massimo valore.

I membri del consiglio possono comunque investire e vendere azioni in finestre temporali precise, in un programma chiamato 105b1. Kimbal lo ha già fatto 40 volte dal 2011, quando è entrato nella compagnia, secondo quanto riporta il Journal. Ma non lo avrebbe fatto il 5 novembre, prima del tweet del fratello.

La SEC non ha comunque voluto commentare queste informazioni presentate dal WSJ, mentre Tesla non ha un ufficio stampa dal 2019 e non risponde ai giornalisti.

Questo è solo l’ennesimo capitolo della battaglia costante fra SEC e Tesla, con Musk che ha risposto in maniera veemente all’autorità. Il 23 febbraio Musk ha twittato: “non ho iniziato la lotta, ma la finirò io”. Vi terremo informati a riguardo.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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