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La bufala della settimana: Salvini e l’immigrato con sette mogli

Una fake news che poggia su più di un luogo comune

I risultati delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre li ricordiamo tutti. I due esiti più eclatanti sono probabilmente l’exploit di Fratelli d’Italia, primo partito con il 26%, e il tonfo della Lega, che si è arrestata all’8,9%.

Da lì, è scaturito una sorta di problema Salvini: il leader del Carroccio vorrebbe un dicastero di primo piano, che però la prima ministra in pectore – Giorgia Meloni – non sembra disposta a concedere.

La premessa non è oziosa. Perché non ci sembra un caso se Matteo Salvini abbia in un certo senso, contribuendo a diffondere una clamorosa fake news, continuato a far propaganda politica anche dopo le elezioni. Quasi a voler ribadire una certa radicalità delle posizioni sue e del proprio partito, proprio in vista dell’imminente composizione del prossimo governo.

E così, oltre alle bufale in campagna elettorale, assistiamo al loro rilancio anche a elezioni avvenute.

Ma riavvolgiamo il nastro e scopriamo cosa è accaduto.

enrico montesano matteo salvini

Sette mogli, un reddito di cittadinanza e soprattutto una bufala

Da fine settembre è circolata sui social una diceria di un livello intellettuale appena superiore alla frase: “Vengono qui a rubarci il lavoro”.

È girata la notizia, del tutto inverificata, di un non meglio definito “immigrato” che, pur avendo la bellezza di sette mogli, avrebbe goduto del reddito di cittadinanza. E mica di uno: di otto!

Come commentare la cosa, da che parte iniziare a sbugiardarla? Si tratta di un luogo comune da bar talmente arido, rozzamente razzista e privo di agganci con la realtà, che c’è l’imbarazzo della scelta, nel dimostrare quanto faccia acqua da tutte le parti.

Ma il guaio è un altro: se la bufala dell’immigrato con reddito di cittadinanza e sette mogli a seguito si è diffusa, evidentemente siamo un Paese ancora lontano da due cose. Dall’avere una sufficiente alfabetizzazione culturale e tecnologica (viceversa chiunque avrebbe percepito odore di fake news) e dall’essere ideologicamente aperto al fenomeno inevitabile – che piaccia o no – dell’immigrazione.

Quel bar di Martina Franca

Delle frottole che girano di bocca in bocca, si sa, è quasi impossibile individuare l’origine.

Eppure, diverse testate (non si sa bene confortate da quali notizie) sostengono che la bufala dell’immigrato col reddito di cittadinanza e sette mogli sia nata in un bar di Martina Franca, in Puglia.

Lì, un marocchino si sarebbe vantato di avere appunto sette mogli e – attenzione – ben otto redditi di cittadinanza. Discorso con una sua logica perversa: un sussidio per ciascuna delle sue consorti, a cui va aggiunto quello per sé.

Ma il fantomatico marocchino, di cui nulla si sa, ricorda un po’ il mitico cuggino della famosa e spassosissima canzone di Elio e le storie tese: ovvero il parente mitico che ha compiuto imprese eccezionali, tutte naturalmente senza testimoni oculari.

Per Affaritaliani, tutto sarebbe nato dalla testimonianza di Antonio Pepe, coordinatore pugliese dell’Associazione Autonomi e Partite Iva. Che avrebbe appreso la notizia direttamente dall’interessato, e l’avrebbe raccontata alla trasmissione televisiva “Ti posso offrire un caffè”, in onda su un’emittente locale.

E la legge?

La bufala parla da sé. Accenniamo appena a un solo elemento, quello legislativo. Perché Pepe, sicuramente al corrente del fatto che in Italia la poligamia è reato, non ha denunciato il millantatore?

Ricordiamo inoltre che, se davvero il personaggio in questione fosse stato originario del Marocco, la sua condizione sarebbe stata comunque quella di un fuorilegge. In quel Paese infatti la poliginia (termine più corretto, che significa l’avere più mogli, e che ha il suo corrispondente maschile nella poliandria) deve essere autorizzata dalla prima moglie e da un giudice, solo dopo aver dimostrato di avere sufficienti risorse economiche per sostenere le due o più consorti. Ma anche in Marocco, al massimo si possono avere quattro mogli e non sette.

E comunque, non essendo valida la poligamia nel nostro Paese, si tratterebbe di otto individui (conviventi, immaginiamo), tutti con le credenziali necessarie a ottenere il reddito di cittadinanza. Che combinazione fortuita!

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Salvini, la bufala sul reddito di cittadinanza e la strategia politica

Una simile mancanza di solidità della pseudonotizia dovrebbe muovere al sorriso (amaro, trattandosi di una bugia con connotazioni populistiche e razziste).

Al contrario, Matteo Salvini cosa fa? Rilancia la bufala del reddito di cittadinanza su Twitter alle ore 3:34 del 2 ottobre scorso. Ribadendo proprio la notizia di Affaritaliani, accompagnandola con la seguente didascalia: “È ora di punire questi furbetti”.

Va subito sgombrato il campo, cari lettori, da un eventuale dubbio: no, è del tutto evidente che un personaggio politico del calibro di Matteo Salvini non abbia creduto nemmeno per un istante che la frottola potesse essere vera.

Ricordiamo che le fake news si diffondono per due motivi: o per ingenua adesione al suo contenuto, o per volontà di veicolare non tanto il contenuto stesso, quanto l’ideologia che a quel contenuto sta dietro.

E Salvini, ripetiamo, dopo la débâcle elettorale ha ritenuto opportuno mostrare i muscoli, e fare appello all’ala più oltranzista del suo elettorato.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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