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La bufala della settimana: il Bonus Io resto a casa

Torna in auge una vecchia (e pare intramontabile) fake news

Lo abbiamo già detto proprio nello scorso appuntamento con questa rubrica: la nostra sensazione è quella che negli ultimi tempi i no vax siano un po’ spompati.

Sarà che gli argomenti forti, eclatanti e di sicura presa si stanno esaurendo. O che le vacanze natalizie illanguidiscono, finendo così per nuocere alla creatività. Fatto sta che i dispensatori di bufale sul Covid e sulla campagna vaccinale in queste ultime settimane stanno, come si suol dire, raschiando il fondo del barile. Tirando fuori false informazioni ancor meno credibili del solito, oppure di cattivo gusto.

O ancora, come in questo specifico caso, riesumando un’antica fake news che già ha avuto non troppo successo a suo tempo. E che, come vedremo, oggi appare ancora più assurda e decontestualizzata.

Stiamo parlando del fantomatico bonus Io resto a casa, che premierebbe con 120 euro i cittadini che rinunciano alla socialità nei giorni di Natale e di Capodanno.

Vediamo meglio cos’è, e quando è nata, la bufala del bonus Io resto a casa.

Riecco il bonus Io resto a casa

Stavolta il bonus Io resto a casa è apparso come ipoteticamente inviato dalla Regione Liguria.

Spuntato già all’inizio di dicembre, si è diffuso con particolare rapidità a partire dalla seconda metà del mese.

Il messaggio si è diffuso un po’ in tutte le principali piattaforme social: Facebook, Telegram e WhatsApp. Il testo, inequivocabile, prevedrebbe un bonus di 120 euro da elargire a chiunque sappia rinunciare a spostarsi dalla propria abitazione nei giorni di Natale e di Capodanno.

fake news covid

Il testo del messaggio bufala

Il titolo del messaggio bufala, scritto tutto in maiuscolo, è “BONUS IO RESTO A CASA”. E il testo sottostante è il seguente: “La Regione Liguria versa a ogni cittadino che resta responsabilmente a casa 120 €, nei giorni di Natale e Capodanno. Grande Toti! Il modulo per la richiesta lo trovate qui”. Segue un link da cui si dovrebbe accedere al documento, da inviare a non si sa bene a chi.

Breve analisi del testo

Inutile dire che già il testo contiene in sé non pochi elementi sospetti. Manca del tutto il mittente e il tono è decisamente troppo entusiastico per provenire da una fonte istituzionale. Inoltre, come sempre nei casi di fake news, la sintassi cigola non poco.

Ma soprattutto, il riferimento del falso bonus è a uno slogan (“Io resto a casa”) che ha contraddistinto il primissimo lockdown, quello della primavera del 2020.

La bufala riciclata

E questo non è un particolare trascurabile.

Infatti la fake news del bonus Io resto a casa era circolata una prima volta negli ultimi mesi del 2020, e addirittura una seconda nella primavera del 2021. Allora i promotori di questa inesistente misura sarebbero stati non la Regione Liguria ma lo Stato e la Regione Lombardia. In quel periodo, quanto meno, la bufala era più contestualizzata, dal momento che il Governo aveva davvero stanziato una serie di bonus.

Inutile aggiungere che siamo di fronte a una notizia infondata (chissà se di matrice no vax o piuttosto mirata, stavolta, a gettare discredito sui rispettivi Presidenti di Regione). Anche ai più creduloni sarebbe bastato porsi una domanda: che strumenti ha lo Stato o una Regione per accertarsi che davvero un cittadino sia rimasto tra le mura domestiche per tutta una giornata? Il link, peraltro, rimanda all’immagine di uno scimpanzé che fa un gesto osceno. Non si esclude, dunque, che si tratti di una semplice burla.

Fatto sta che il messaggio, per la terza volta, è stato condiviso da moltissimi utenti. È proprio vero che in questo periodo difficile il senso critico viene volentieri accantonato, a favore dell’adesione ingenua a qualunque sirena prometta un certo sollievo. O la condivisone di una notizia celata al resto delle persone (ecco come si diffondono le teorie del complotto).

Le bufale e il Covid: un report

Intanto un recente report dell’IDMO (Italian Digital Media Observatory) mostra dati piuttosto impietosi sul rapporto tra bufale e pandemia.

Pubblicata il 21 dicembre sul sito dell’osservatorio, la ricerca dimostra come nel novembre del 2021 (il mese oggetto dello studio) ci sia una stretta correlazione tra pandemia e Covid.

Sono stati analizzati 198 articoli provenienti da cinque siti di fact-checking (BlastingNews, Bufale.net, Facta, Open, Pagella Politica), che parlavano in qualche modo di episodi di disinformazione. Ebbene: 115 articoli su 198 (cioè il 58%) hanno avuto per oggetto la pandemia da Covid-19.

La bufala più diffusa in Europa nel novembre del 2021 sembrerebbe quella per cui, riciclando vecchie foto e vecchi video di manifestazioni, accompagnati da didascalie ad hoc, si sarebbe dimostrato lo svolgimento di ingenti manifestazioni in Austria contro il lockdown e contro tutte le misure restrittive collegate alla pandemia.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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