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Blue Note, tempio del jazz milanese, si affida alla digital transformation

Il Presidente e AD di Casta Diva Group, Andrea De Micheli, ha risposto alle nostre domande in merito alla trasformazione digitale del club e di cosa avverrà in futuro per i prossimi eventi musicali.

La realtà pandemica non ha risparmiato proprio nessuno, neanche il Blue Note, il locale jazz più famoso di Milano e non solo. Nonostante le difficoltà, il locale di via Borsieri non si ferma e si affida alla digital transformation per riaprire virtualmente le sue porte. Infatti, dopo il successo dei primi concerti trasmessi in streaming, il Blue Note, proprietà della società Casta Diva Group, ha costituito una vera e propria struttura tecnologica per accogliere gli appassionati di musica jazz, blues e non solo.

Blue Note, ennesima vittima della pandemia

Blue Note digital transformation piano

Conosciuto a livello nazionale ed internazionale, il Blue Note è il locale milanese di musica jazz più famoso nonché il più ambito. Tantissimi sono gli artisti di fama mondiale che si sono esibiti sul palco di via Borsieri. Come vuole la tradizione ereditata dal leggendario club del Greenwich Village, il Blue Note dà la possibilità di gustare del buon cibo e del prelibato vino durante le performance musicali.

Perlomeno fino allo scoppio della pandemia. Da più di un anno, anche il Blue Note ha dovuto fare i conti con il disagio e la frustrazione di dover cancellare gli eventi in programma e di chiudere per un tempo indefinito. Infatti, spiega Andrea De Micheli, AD e Presidente di Casta Diva Group, che la pandemia ha colto tutti impreparati. Ma il locale possiede da sempre un’anima tecnologica e innovativa che ha permesso di mettere in atto un’idea alternativa.

Già l’8 maggio 2020, infatti, si è tenuto al locale di via Borsieri un concerto in live streaming, dal titolo The Heart of Jazz a favore della Croce Rossa Italiana. Il musicista Paolo Fresu ha suonato in un locale vuoto, ma con più di 125.000 persone collegate per seguire lo show da ben 12 Paesi.

Da allora ha preso il via un elaborato progetto che ha visto una serie di concerti registrati e trasmessi in streaming dal Blue Note, trasformando il locale di via Borsieri in un locale “phygital” e migliorando sempre di più la nostra offerta ad ogni nuova esperienza.

Il Blue Note, in questo modo, è diventato addirittura esempio da seguire per altri locali. Ed è così che è stata attuata la cosiddetta digital transformation del Blue Note. Di cosa si tratta?

Blue Note e la digital transformation

Il Blue Note non si è fermato e, nonostante le prime difficoltà, non ha smesso di lavorare per portare al suo pubblico la musica jazz. Questo impegno si è trasformato nella costruzione di una vera e propria struttura tecnologica che ha permesso di poter accogliere gli appassionati del genere. Per questo motivo si parla di digital transformation.

All’inizio, il club ha puntato alla tecnologia “Over the Top” necessaria per trasmettere i concerti in diretta streaming. In questo modo, ha realizzato una piattaforma digitale grazie alla quale è possibile vedere i concerti. Ma non si è fermato qui. Per rendere la fruizione della performance ancora più accattivante, è stata messa a punto una procedura tecnologica attraverso dei codici realizzati ad hoc.

Questi codici permettono di inserire più flussi all’interno di uno stesso streaming: con ciò è possibile personalizzare ogni accesso per la visione e regalare a ogni utente un video dedicato. Oltre a questa modalità, è disponibile anche l’esperienza della visione premium, grazie alla trasmissione in full HD e audio in alta qualità.

L’evento “Many Hearts, One Love”

Blue Note digital transformation evento

Un evento appena passato del Blue Note Milano è stato quello di sabato 8 maggio dal titolo “Many Hearts, One Love”. Il titolo non è scelto a caso: il locale di via Borsieri presenta un grande show musicale co-prodotto da Casta Diva Groups e Barley Arts in collaborazione con Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC). L’obiettivo? Celebrare i 14 milioni di volontari della Federazione.

Ospiti sul palco del club ben 32 artisti, tra cui Malika Ayane, Ermal Meta, Paolo Fresu, Enrico Ruggeri e tanti altri. La direzione artistica è stata affidata a Claudio Trotta. Il ricavato sarà evoluto alla Fondazione IFRC.

Lo streaming è stato reso disponibile in versione free, per celebrare il lavoro dei volontari, ma anche on demand integrale e full HD dove, acquistando il biglietto per la visione dello show, c’è stata la possibilità di sostenere più concretamente la Croce Rossa. Questo evento organizzato al Blue Note è stato reso possibile grazie alla digital transformation che il locale ha avviato.

Il feedback da parte del pubblico

pubblico

Come ha reagito il pubblico in vista dei concerti organizzati in streaming? A spiegarlo è il Presidente e AD Andrea De Micheli: «I concerti della serie di “The Heart of Jazz” sono stati molto seguiti, in particolare il tradizionale concerto gospel natalizio del 27 dicembre che ha raccolto grande adesione ed entusiasmo. Siamo riusciti a raggiungere in totale mezzo milione di spettatori provenienti da ben 26 Paesi diversi». Insomma, un feedback più che positivo da parte degli spettatori.

La strategia di corporate marketing

Il successo ricevuto è frutto di una strategia di corporate marketing molto apprezzata. Casta Diva Group ha permesso alle aziende di acquistare la visione in streaming dei concerti con la possibilità di personalizzare a loro piacimento ogni accesso. In questo modo potevano inviare ai propri dipendenti, clienti o stakeholder un messaggio mirato e univoco per ciascuno di grande impatto.

Inoltre, la visione dei nostri concerti in streaming è stata acquistata da alcune grandi aziende grazie alla possibilità di personalizzare ogni accesso: il corporate marketing ha accolto molto positivamente la possibilità di regalare a clienti e dipendenti uno show con un messaggio personalizzato per ognuno.

Blue Note e digital transformation, cosa riserva il futuro?

club jazz

Lo staff del Blue Note Milano è conscio di quanto sia stata importante ed apprezzata la digital transformation, ma suonare dal vivo coinvolge in modo totalmente diverso e crea un’intesa speciale tra l’artista, lo spettatore e il locale stesso.

Le emozioni scaturite da questi fattori messi insieme non possono avere la stessa forza della modalità digitale. Appena è stato possibile, il Blue Note Milano si è attivato per tornare a suonare dal vivo. La prima serata live è stata il 7 maggio e ha coinvolto nuovamente Paolo Fresu: un omaggio all’artista che per primo ha trasportato in digitale il palco di via Borsieri e che torna finalmente a dialogare con il pubblico dal vivo insieme al suo storico Devil Quartet.

Nonostante ciò, Casta Diva Group ha l’intenzione di portare avanti la digitalizzazione. Non solo del Blue Note Milano, ormai avviata e che ha già avuto ottimi risultati, ma di tutta la società. «Siamo già una PMI innovativa e abbiamo già adattato il nostro modello di business ai cambiamenti della pandemia, attivando un processo di digital transformation pressoché irreversibile: l’obiettivo a medio termine è quello di diventare una Digital Company a forte trazione Tech, punto di riferimento per l’innovazione del nostro settore.» La visione futura di De Micheli è più che chiara e ottimistica.

Novità in vista?

Tra le novità che il Presidente e AD De Micheli ha rivelato sulle prossime live del Blue Note, riguarda lo spazio fisico del club: è stato aperto un dehors esterno e sarà fornito di cuffie a conduzione ossea, dispositivi all’avanguardia che permettono di ascoltare la musica senza interrompere la conversazione con gli altri commensali.

Cos’è il Blue Note Milano

Il Blue Note è un jazz club aperto nel 2003 in zona Isola, degno erede della lunga tradizione musicale meneghina, dove fondere l’esperienza d’ascolto alla proposta gastronomica dell’ottimo ristorante.

Il locale in via Borsieri fa parte di un grosso network Blue Note, insieme allo storico Blue Note Jazz Club del Greenwich Village di New York, ai Blue Note di Tokyo e Nagoya in Giappone e Pechino in Cina, ed ai Blue Note di Honolulu alle Hawaii, Rio de Janeiro in Brasile e Napa in California. Oggi il club fa parte di Casta Diva Group.

I principali artisti che si sono esibiti

Molti dei più importanti artisti di musica jazz, blues, soul, italiana e latina si sono esibiti e si esibiscono sul palco del Blue Note di Milano. Alcuni di essi: The Blues Brothers, Stefano Bollani, Dee Dee Bridgewater, Billy Cobham, Chick Corea, Eugenio Finardi, Paolo Fresu, Pino Daniele, Malika Ayane, Al Di Meola, Incognito, Ahmad Jamal, Raphael Gualazzi, Level 42, Manhattan Transfer, Wynton Marsalis, Brad Mehldau, Marcus Miller, Maceo Parker, Gino Paoli, Enrico Rava, Joshua Redman, Antonella Ruggiero, John Scofield, McCoy Tyner, Chucho Valdes, Ornella Vanoni e The Angels in Harlem Gospel Choir.

Blue Note Records, etichetta discografica di musica jazz

Blue Note digital transformation pianoforte records

Il club Blue Note di via Borsieri a Milano riprende il proprio nome dall’etichetta discografica statunitense di musica jazz più famosa al mondo, la Blue Note Records. Fondata nel 1939 da due immigrati ebrei tedeschi, Alfred Lion e Francis Wolff, l’etichetta discografica fu gestita da loro per tanti anni.

Resa nota grazie agli artisti di musica jazz che decisero di incidere i propri album, la Blue Note Records oggi è parte della Universal. Tra i principali artisti troviamo Thelonius Monk, Fats Navarro, Bud Powell, Miles Davis, Herbie Hancock, Sam Rivers. È grazie all’etichetta e ai musicisti che la frequentavano che nacquero importanti sottogeneri della musica jazz, come il Bebop, l’Hard bop e il Free jazz.

Da cosa deriva il nome Blue Note?

Nel jazz e nel blues, la “blue note” è il quarto grado innalzato della scala minore melodica. Il significato di “blu” deriva dal modo di dire inglese che rimanda a un senso di nostalgia, tristezza e malinconia (infatti, un modo di dire è “I feel blue”). Queste sensazioni si ritrovano facilmente nella musica afro-americana.

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Roberta Maglie

Amante del cinema, serie tv, tecnologia e video games, mi piace approfondire la cultura pop attraverso il battere delle mie dita sulla tastiera del MacBook. La laurea in Comunicazione mi ha dato la spinta per buttarmi nel mondo del giornalismo, dandomi così l’opportunità di riflettere sui temi più disparati.

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