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Voglio essere un pro player. Posso vivere giocando?

È ancora possibile diventare un giocatore professionista? Ne vale la pena? Ecco i consigli da seguire e le azioni da intraprendere per essere un campione negli eSport.

Chiunque sia appassionato di videogiochi sa che, dietro questo mondo, si celano moltissime realtà, una fra queste è l’eSport. Parliamo della parte competitiva, quella che mette a confronto le abilità di dei migliori giocatori al mondo per decretarne il campione. Da quando l’eSport ha iniziato a farsi sentire anche nel nostro Paese, le domande a riguardo sono cresciute e in molti si sono chiesti se fosse davvero possibile diventare un pro player, come fare e soprattutto se ne valesse davvero la pena.

Diventare un videogiocatore di successo naturalmente non è facile. Certo, ci vuole del talento, ma questo non è sufficiente; occorre anche essere conosciuti, creare un determinato network. Come fare quindi se il nostro sogno è quello di diventare un campione nell’eSport? Partiamo dalle basi.pro player - esport - team - rainbow six

Da dove si parte per essere un pro player?

Quando decidiamo di tuffarci nel mondo del competitivo è necessario avere in mente quelle che sono le fondamenta del settore: principalmente abbiamo due grosse colonne portanti, le abilità e il networking.

Sembrerà banale, ma la cosa fondamentale è ovviamente scoprire la propria abilità e scegliere il titolo su cui cimentarsi; possiamo infatti essere bravi in diversi giochi, ma è necessario apprendere quello per cui siamo veramente portati, dove il nostro potenziale è alto e dove meglio riusciamo ad esprimere la nostra capacità.
Il mondo dell’eSport è molto vasto, esistono moltissimi titoli già affermati e altri invece che potrebbero presto farne parte, pertanto è bene capire su cosa si voglia puntare.

Scegliere tra un titolo già consolidato nel mondo competitivo può facilitare quello che è il supporto delle infrastrutture: prendiamo ad esempio un Rainbow Six Siege, un CS:GO (Counter Strike Global Offensive), un League of Legends. Tutti questi titoli hanno già ampie strutture a sostegno; sono presenti moltissimi tornei e, oltretutto, tanti sono gli sponsor pronti a sostenere i team. Naturalmente di contro abbiamo che, essendo titoli piuttosto conosciuti, il bacino di utenza già consolidata è ampio e quindi immettersi non è così semplice.

L’altra opzione potrebbe dunque essere quella di provare a cimentarsi in qualche titolo più recente, che ancora deve prendere piede nel mondo competitivo. Qui naturalmente potrebbe essere più semplice farsi riconoscere, ma il rovescio della medaglia risiede nel fattore novità: se poi il titolo non dovesse sfondare a livello eSport che si fa?

In ogni caso comunque è bene sempre puntare su quello che si sa fare meglio, mettere insieme i pezzi e cercare di comporre il puzzle per arrivare al successo e diventare un vero pro player.League of Legends

Essere forti non basta

Come abbiamo detto all’inizio essere molto bravi non è sufficiente a garantirci un posto all’interno del mondo competitivo ed è per questo che, per diventare un pro player, è necessario seguire alcune semplici indicazioni per farci notare e mantenere la propria notorietà in questo mondo.

Essere un membro attivo della community

“Io sono veramente forte, ma come faccio a farmi notare?”

Questo è forse uno degli interrogativi più frequenti che qualunque bravo giocatore si è posto. Perché è vero possiamo essere forti, i più forti, ma come farà la gente a sapere di noi? I modi sono diversi chiaramente, ma prima di tutto è importantissimo vivere la community e farsi degli amici.

Vivere la community è sinonimo di essere parte integrante del gioco, perché non si tratta solo di passare ore e ore sul titolo, ma è importante anche creare tutto un ambiente intorno alla nostra persona. Essenziale è il confronto con gli altri giocatori, ma ancora più importante è fare nuove e rilevanti conoscenze.

Un’altra parte da considerare è il comportamento, in gioco, all’interno della community e sui social. È sempre doveroso mantenere atteggiamenti maturi e rispettosi, poiché ricordiamo che, ad un certo livello, non è solo più un gioco!

Per diventare un pro player ci si deve far notare

Passiamo ai fatti. Abbiamo specificato che è molto importante farsi notare, fare amicizia, ma come possiamo fare nella pratica?

Partecipando a discussione sui forum, sui social e sui canali ufficiali avremo sempre modo di poter interagire con qualche esperto del settore, quindi essere attivi in questo senso è importante. Prendere parte alle discussioni potrà far notare la nostra conoscenza del titolo, la nostra esperienza e la nostra devozione verso di esso.
Parte del lavoro potrebbe essere anche quello di interagire con pro player che al contempo sono anche streamer: partecipare alle loro live: giocare con loro mostrando il proprio livello di fronte a migliaia di altri utenti aiuterà sicuramente la nostra notorietà.

Fatto questo lavoro di networking a livello periferico è poi tempo di addentrarsi ancora di più nel titolo spendendo molte ore con esso e, ad esempio, prendere parte a partite classificate.
I giochi competitivi hanno infatti generalmente più strati: si compongono di una parte amatoriale e di una ranked. Se la prima è da prendere alla leggera per farsi qualche partita in compagnia, la seconda ha di norma alcune regole più severe che ci impongono la permanenza in gioco per tutta la durata del game, pena ad esempio il ban temporaneo o il declassamento.
Durante ogni partita è inoltre bene far trapelare (a meno che non si tratti di un gioco singolo) la propria attitudine a lavorare in team e la collaborazione al fine di raggiungere l’obiettivo comune.pg nationals league of legends esport roma

Non avere fretta, essere un pro player richiede tempo

Fatte tutte le attenzioni del caso è inoltre molto importante non saltare tutte le tappe necessarie. Bisogno partire dalle basi, crearsi una reputazione partecipando alle competizioni di più basso livello per poter avere l’occasione di scalare piano piano le classifiche.

Come già accennato, in molti giochi, come ad esempio Rainbow Six Siege, esistono, oltre alle normali partite classificate, tutta una serie di piccoli tornei locali che ci daranno modo di dimostrare la nostra bravura. Chiaramente il punto forza deve essere, oltre che la costanza, la pazienza.

Da qui però nasce un’altra importante esigenza, ovvero quella di trovare un team con il quale intraprendere questo percorso.

Come faccio a trovare una squadra?

Questo punto è in realtà sempre legato alla vita della community. Facendo conoscenza di utenti e prendendo parte alla vita oltre al gioco, avremo modo di trovare anche associazioni alla ricerca di nuovi giocatori. È importante provare a entrare in diverse community e associazioni per giocare il più possibile insieme ad altri utenti e squadre già note nel mondo competitivo.

Giocando e mostrando la propria bravura in game è possibile che i team notino le nostre abilità e non esitino a contattarci, ma aspettare non è l’unica soluzione. Vivendo i forum e i gruppi, avremo anche la possibilità di ottenere le giuste conoscenze per poter contattare direttamente le squadre di nostro interesse e provare a chiedere di farne parte.
Molte community sono aperte a tutti i giocatori ed è proprio tra i propri membri, che spesso aprono le selezioni per i nuovi team competitivi.

È molto importante fare parte di una squadra perché è essenziale imparare a giocare in gruppo. Spesso infatti anche i giocatori con più abilità da soli, faticano a giocare insieme ad altri giocatori, questo poiché il gioco di squadra è tutto tranne che semplice.

red bull factions 2019
Photo Credit: @gabrieleseghizzi @redbullcontentpool

Per essere un pro player occorre allenarsi

È ovvio che, per mantenere le proprie abilità, ma soprattutto per migliorarle ancora di più, bisogna allenarsi.

Qualsiasi sia il titolo scelto, serve esercizio. Passare ore e ore sul gioco è d’obbligo, che sia per aggiustare la mira, velocizzare le combo, o massimizzare le azioni. Non è solo importante portare al massimo le proprie reazioni, ma bisogna conoscere tutto nei minimi dettagli.

Diventa essenziale anche iniziare a studiare le mappe, le strategie, quasi come se fosse una partita a scacchi, conoscere tutte le possibilità di azione e le possibili reazioni dell’avversario ci darà un vantaggio durante la partita.
Spesso infatti l’esperienza nella conoscenza di tutto quello che compone il titolo premia più dell’innata abilità personale.

Essere un pro player non è solo giocare, questo è importante da sottolineare. Si deve assumere un atteggiamento da professionista in tutto e per tutto.
Si devono seguire delle regole, mantenere un atteggiamento rispettoso e propositivo, allenarsi con costanza, rispettare schemi, seguire i consigli dell’allenatore, cibarsi in maniera efficacie, fare allenamento fisico, mantenere uno stile di vita salutare. Ogni minimo dettaglio è essenziale. Diventare un campione negli eSport non è semplice, è un lavoro, e come tale deve essere considerato da chi prova ad approcciarsi.

Non dimentichiamoci del resto

Quando si decide di tuffarsi nel mondo dell’eSport è bene tenere in considerazione alcuni aspetti molto pratici. Siccome essere un pro player, significa dedicare la maggior parte della giornata sul gioco, il tempo per il resto diventa praticamente pari a zero. Lavorare a tempo pieno e giocare è davvero molto difficile, pressoché impossibile, per questo motivo se si vuole provare a diventare un campione si deve anche essere sicuri di poterselo permettere.

È vero che le società, ad alti livelli, pagano gli stipendi ai propri giocatori, ma qual è la possibilità di arrivare a quel livello? Vista la mole di giocatori coinvolti e il numero di team che possono accedere a finali mondiali, la percentuale di successo è veramente bassa e questo va sempre tenuto in considerazione.
Sfondare in questo settore non è semplice e avere un piano di riserva è sempre un bene.

Uno spazio alle attrezzature

Un piccolo spazio lo lasciamo anche alle periferiche di gioco che danno certamente il loro contributo nel quadro complessivo dell’eSport.
Ad esempio avere un suono perfetto può preparaci all’arrivo di nemici alle spalle, o avere un mouse preciso ed ergonomico ci può dare una mano quando è il momento di affrontare una situazione concitata, così come anche scegliere il tipo di switch corretto ci può aiutare nel vivo dell’azione.
Certo, siamo noi a possedere tutte le abilità, ma le periferiche da gioco sono lo strumento che ci aiuta a dare spazio alla nostra bravura, mettendola in risalto. Dobbiamo fare propri questi prodotti che diventano più che meri accessori.

six invitational esport pro player

Vale ancora la pena diventare un pro player?

Al netto di quanto evidenziato, vale ancora la pena cercare di diventare un giocatore di successo? La domanda non ha una facile risposta. Non esiste giusto o sbagliato, non si può dire semplicemente sì o no. Ogni caso è da valutare in maniera differente.

Se è una passione, se siamo convinti di avere talento, se siamo consci di poter rispettare tutte le regole, allora la risposta è certamente sì. O almeno ci dobbiamo provare.
Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”. Così diceva Confucio e forse un po’ aveva ragione. La passione muove ogni cosa e fare un lavoro per passione sicuramente ci darà molte soddisfazioni, non sarà facile, non è proprio vero che non lavoreremo, ma le soddisfazioni che ci darà saranno davvero moltissime.

Alla fine, arrivare ai livelli più alti, ci darà un vero e proprio lavoro, uno stipendio, la possibilità di viaggiare per il mondo, di affrontare tornei ricchi di persone che faranno il tifo per noi.
Se è un sogno, è bene provare a crederci, senza dimenticare però che sono poche le persone che davvero riescono a ottenere un vero e proprio risultato e avere un piano di riserva è sempre d’obbligo!

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Giulia Garassino

Ingegnere Aerospaziale da sempre amante di videogiochi e tecnologia. Cresciuta con Crash Bandicoot, Spyro e Metal Slug. Competitiva sugli FPS, non si lascia scappare platform, hack & slash e GDR. Il mio titolo preferito? Nier Automata. Il gioco su cui ho speso più ore? Battlefield, che domande! Eppure, una grandissima fetta del mio cuore è occupata da Fable, amore di vecchia data. Dimenticavo, ho provato così tante tastiere che, ad occhi chiusi, potrei dirvi che switch montano!

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