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Bosch RideCare è molto più di una dash cam

LAS VEGAS – I sensori sono ovunque. Li troviamo nelle auto, negli smartphone, nei dispositivi indossabili, nelle cuffie, nelle e-bike… Ormai non esistono dispositivi che non ne abbiano almeno uno al loro interno.
È così – ricordandoci la centralità dei MEMS (sensori micro-elettromeccanici) – che è iniziata la conferenza di Bosch al CES 2023.
Comprensibile visto il volume della produzione Bosch in questo settore: “Abbiamo avviato la produzione dei sensori MEMS nel 1995. Nei soli ultimi cinque anni abbiamo prodotto un numero di sensori pari a quello di tutti gli anni precedenti“, ha dichiarato Tanja Rückert, membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo Bosch.

Bosch RideCare: più di una dash cam

Bosch RideCare come funziona

La domanda, legittima, è: cosa fanno i sensori per me, nella vita reale?
Un esempio pratico è RideCare, la soluzione presentata da Bosch proprio al CES che si è aggiudicata anche il premio Best of Innovation dei CES 2023 Innovation Awards.

A prima vista potrebbe sembrare una dash cam tradizionale ma in realtà è molto di più.
Di base è – lo confessiamo – una telecamera, connessa e intelligente, dotata però di due obiettivi: uno frontale, che guarda quindi la strada, e uno posteriore, che monitora l’abitacolo.
A bordo poi abbiamo una marea di sensori per registrare dati audio, video e IMU, oltre all’intelligenza artificiale che si occupa di analizzare le informazioni.

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A cosa serve tutto questo? RideCare nasce per il mondo del ridesharing. L’idea è quella di responsabilizzare sia l’autista sia il passeggero con una soluzione che scoraggi comportamenti indesiderati garantendo maggior trasparenza e dati certi in caso di controversie.
Il dispositivo inoltre può rilevare l’inizio e l’arresto di una corsa, auto-monitorare il suo stato di salute e mandare un avviso se il campo visivo risulta compromesso o bloccato.

Bosch RideCare tasto SOS

Ad accompagnare RideCare c’è anche un pulsante wireless di SOS che avvia una chiamata di emergenza al centro di assistenza Bosch, attivo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. In caso di problemi un agente Bosch può accedere al device da remoto e capire se è necessario inviare eventuali servizi di emergenza.

I sensori aiutano tutti noi

RideCare è solo un esempio di come i sensori possano fare la differenza nella quotidianità. Questi componenti minuscoli sono il cuore della moderna tecnologia e la spina dorsale del mondo connesso.

Pensate al settore automotive: i sensori aiutano nella navigazione del veicolo, controllano gli airbag e il sistema elettronico di stabilità (EPS) e consentono un’ampia varietà di funzioni di assistenza che migliorano la sicurezza di guida, il comfort, la praticità e l’efficienza. In particolare, per la guida autonoma i sensori sono indispensabili perché diventano gli “occhi” con cui le auto possono “vedere” e interpretare l’area circostante.
Bosch offre già una gamma di sensori radar, lidar, video e a ultrasuoni per la guida autonoma.
Al CES inoltre l’azienda ha presentato sensori smart che, combinati con un nuovo algoritmo software, rilevano con affidabilità e precisione l’angolo esatto di impatto in caso di una collisione laterale e attivano l’airbag per mitigare le conseguenze di un incidente.
Debutta a Las Vegas anche la tecnologia per un nuovo microfono esterno che consente ai veicoli autonomi di riconoscere i segnali acustici e i comandi vocali. Del resto, per sostituire completamente le persone al volante, le auto non devono solo essere in grado di “vedere”, ma anche di “sentire”.

Bosch sensori CES 2023

I veicoli però solo solo uno dei tanti prodotti tecnologici che necessitano di MEMS. Li troviamo infatti anche negli smartphone, con sensori che possono individuare a quale altitudine si trova un dispositivo con una precisione quasi al centimetro, elemento che permette ai soccorritori di capire, per esempio, a quale piano si trova la persona che ha bisogno di aiuto. Pensate che, secondo la Commissione federale delle comunicazioni (FCC) statunitense, questi sensori contribuiscono a salvare 10.000 vite all’anno solo negli USA.

Il futuro sono i sensori quantici

Bosch CES 2023

Il prossimo step è rappresentato dai sensori quantici, che potrebbero consentire misurazioni 1.000 volte più precise rispetto ai sensori MEMS odierni. Per esempio, potrebbero facilitare la diagnosi delle malattie neurologiche e renderla più accurata.

Lo scorso anno Bosch, che sta collaborando strettamente con IBM, ha creato una startup appositamente per favorire la commercializzazione dei sensori quantici e sviluppare questo mercato che in futuro verrà 7 miliardi di dollari.

Tutto questo tenendo sempre al centro la sostenibilità: “Per il futuro del nostro pianeta è essenziale che tutti ci impegniamo ad assumere stili di vita sempre più efficienti in termini di consumi energetici. Allo stesso tempo il cambiamento climatico guida il progresso tecnologico nella nostra azienda, anche per i sensori” ha sottolineato Rückert.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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