A prima vista ASUS ProArt P16 pare un po’ anonimo.
Corpo in metallo, colorazione nera uniforma e nessun elemento peculiare a distinguerlo.
Eppure, dopo tre settimane di utilizzo, possiamo dire che è uno dei notebook più interessanti per i creativi, capace di soddisfare le esigenze di chi si occupa di grafica, video editing, fotografia e animazione.
Come? Con due elementi chiave: un display di ottima fattura e un hardware di altissimo livello.
La recensione di ASUS ProArt P16
Nell’ultimo anno abbiamo usato un MacBook Pro con M2 da 13 pollici per svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa: scrivere, mandare email, montare video – sia orizzontali sia verticali -, creare grafiche e molto altro ancora.
Ha dato segni di cedimento solo perché 8 GB di RAM si sono prevedibilmente mostrati pochi per operazioni più pesante e i 256 GB sono indubbiamente insufficienti per chi deve gestire video in 4K con software che già di loro richiedono parecchio spazio.
Per il resto è diventato un punto di riferimento. Anche per l’ecosistema costruito da Apple, questo è ovvio, ma soprattutto per l’ottimizzazione e il perfetto connubio creati da Cupertino.
Perché vi diciamo tutto questo?
Perché ASUS ProArt P16 è stato un’eccellente alternativa. Una di quelle che non ci ha fatto assolutamente sentire la mancanza del laptop della Mela.
Ovviamente dovete mettere in conto una spesa importante: 2.999 €.
Specifiche tecniche
ASUS ProArt P16 | |
Processore | AMD Ryzen AI 9 HX 370 |
RAM | 32 GB |
Memoria | 2 TB |
Scheda video | NVIDIA Geforce RTX 4070 8GB GDDR6 |
Display | 16″ Lumina OLED 3840 x 2400 pixel Rapporto d’aspetto 16:10 Certificato TÜV Rheinland e VESA Display HDR True Black 500 |
Audio | Certificato Harman Kardon (premium) e Dolby Atmos |
Batteria | 90WHrs |
Supporto penna | Sì |
Sistema operativo | Windows 11 Pro |
Può fare quasi tutto, anche giocare | Recensione ASUS ProArt P16
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Processore AMD Ryzen AI 9 HX 370, 32 GB di RAM e una NVIDIA Geforce RTX 4070.
Una tripletta che sembrava una garanzia sulla carta e che si è confermata vincente sul campo.
Nelle ultime settimane abbiamo usato il laptop di ASUS per fare davvero di tutto e non l’abbiamo visto esitare se non con 2 ore di video in 4K che hanno richiesto l’utilizzo dell’alimentatore per una riproduzione realmente fluida.
Non ha sbattuto ciglio con Photoshop, con Lightroom, con After Effects e naturalmente con tutti i software di uso comune, da Outlook per gestire le email a Opera per la navigazione in rete passando per Notion ed Excel.
Il processore di AMD vanta inoltre una NPU dedicata a tutti i compiti che coinvolgono l’intelligenza artificiale, promettendo più velocità nell’esecuzione. Misurare quanto questo sia effettivamente vero è davvero difficoltoso ma ci è sembrato piuttosto rapido nell’uso dell’AI generativa e dei Filtri neurali di Photoshop, così come nella trascrizione di audio e successiva creazione di sottotitoli.
Di base troverete pre-installati i driver NVIDIA Studio che tutto sommato si adattano anche al gaming ma se avete intenzione di giocare davvero potete selezionare i Game Ready per avere qualcosa in più.
Abbiamo passato qualche piacevole ora con Diablo IV e Baldur’s Gate 3 e non l’abbiamo visto tentennare.
Di fronte ad attività impegnative, soprattutto quando parliamo di videogiochi, tende però a scaldarsi un po’ nella parte superiore nonostante un sistema di raffreddamento che utilizza la tecnologia Ambient Cooling, tre ventole e un’uscita dell’aria invisibile. L’esperienza d’uso non è ovviamente compromessa visto che il surriscaldamento intacca a malapena la prima fila di tasti ma ci aspettavamo qualcosa in più.
Il software poteva essere una marcia in più e invece…
ASUS ha provato a dare ai creativi qualcosa in più: il ProArt Creator Hub.
Si tratta di un software che consente di calibrare il pannello, verificare il consumo di risorse, creare Gruppi di attività e persino gestire i colori modificando anche l’associazione alle tonalità Pantone.
Insomma, è una grande risorse a cui se ne aggiungo altre all’interno del tab Creative Land. Qui infatti trovate ad esempio StoryCube, un hub multimediale che usa l’AI per la classificazione dei contenuti, e MuseTree, che usa l’AI generativa per la creazione delle immagini.
Ecco, quest’ultimo poteva essere un plus incredibilmente interessante per i creativi ma qualcosa è andato storto.
MuseTree ha due modalità:
- la generazione di un’immagine partendo da un prompt testuale;
- la creazione di un’immagine dopo aver usato l’ASUS Pen in dotazione.
Il problema è che MuseTree non pare funzionare come dovrebbe, soprattutto considerando che alla base c’è Stable Diffusion, un modello che in altri contesti si è dimostrato essere molto performante.
Le cose vanno un pochino meglio se partite da un disegno ma i risultati rimangono comunque sotto la media.
A parità di descrizione (“Un gatto robusto con un paio di occhiali, un sigaro in bocca e un papillon al collo”) Paint su ASUS ProArt P16 tira fuori questo:
Facendo qualche esperimento con Stable Diffusione preso da solo ci pare che, nonostante Dall-E (che è la base di Paint) sembri dare migliori risultati, il modello usato da MuseTree renda meglio online, il che potrebbe dipendere da qualche errore fatto da ASUS nell’integrazione, errore che potrebbe essere risolto con un futuro aggiornamento.
Che display! | Recensione ASUS ProArt P16
ProArt P16 ha un’unica opzione per quanto riguarda il display: l’OLED Lumina con risoluzione 3840 x 2400 pixel e una frequenza di aggiornamento di 60Hz. Sì, 60 Hz suonano quasi anacronistici ma è una scelta sensata per un laptop destinato ai creativi e non al gaming.
Per il resto lo schermo è uno dei punti forti di questo prodotto: le immagini sono nitide, i neri profondi, i colori dinamici e la luminosità è buona. Certo, 400 nit non sono molti ma usato all’aperto, seppur all’ombra, se l’è cavata discretamente bene.
Copre il 100% di sRGB, il 98% di AdobeRGB e il 100% di DCI-P3 e la precisione del colore è ottima, con un DeltaE di 1.0. Tutti elementi che lo rendono perfetto – lo ribadiamo – per i creativi.
Abbiamo omesso un’importante caratteristica, anche se qualcuno l’avrà dedotta dalla presenza della penna: il display è touch.
Un plus di cui però avremmo potuto fare a meno.
Lo schermo di questo ProArt P16 infatti non ruota, nemmeno a 180 gradi. Questo significa che non lo userete sicuramente come tablet, come avviene con i 2-in-1, e l’uso della penna è un po’ limitato dalla posizione, cosa che vi porterà ad usarla davvero poco.
Peccato perché in un prodotto per creativi la penna è molto apprezzata ma qui sfruttarla per disegnare è piuttosto difficile.
E l’audio?
ProArt P16 ha un sistema audio a sei altoparlanti, con due tweeter e quattro woofer.
L’audio è certificato Harmon Kardon e offre il supporto Dolby Atmos.
Come si comporta? Dandoci un buon volume, bassi interessanti e una buona resa degli alti. C’è un po’ di distorsione quando lo spingete al limite ma per la maggior parte degli utilizzi va più che bene.
Tastiera, touchpad e ASUS Dial
ASUS ProArt P16 si presenta con un enorme touchpad che si comporta abbastanza bene: è preciso, è reattivo ed è comodo nell’utilizzo quotidiano. Manca qualcosina rispetto al touchpad dei MacBook ma nel complesso l’esperienza è buona, arricchita dalla presenza dell’ASUS Dial.
In alto a sinistra infatti il touchpad ospita una cerchio con all’interno un pulsante che permette di accedere rapidamente ad opzioni e funzionalità, personalizzabili tramite software.
Volete regolare la luminosità da qui? Potete farlo.
Volete usarlo per passare al volo da una finestra all’altro? Nessun problema.
Vi serve per modificare i pennelli di Photoshop senza toccare il menù? Anche questo è fattibile.
Se poi non vi interessa non è detto dobbiate usarlo, anche perché di default è spento. Per attivarlo dovrete tracciare una breve linea diagonale partendo dall’angolo in alto a destra, per disattivarlo fate l’opposto. Un LED bianco, situato al centro del pulsante di ASUS Dial vi segnala se è in funzione o meno.
Ok ma la tastiera? Lei è promossa davvero a pieni voti: i tasti sono comodi, ben distanziati e con una buona corsa. Il layout è molto classico, senza tastierino numerico per lasciare spazio agli altoparlanti laterali, e la scelta dei tasti Funzione è stata fatto in modo oculato, così da richiamare le funzionalità che usate maggiormente ma anche qualche chicca come le emoji e il ProArt Creator Hub
Connettività e webcam | Recensione ASUS ProArt P16
ASUS non si è affatto risparmiata sul fronte connettività: c’è di tutto.
Abbiamo Wi-Fi 7 e Bluetooth 5.4 ma anche un sacco di porte a disposizione. Nello specifico da un lato troviamo il connettore per la ricarica proprietario, l’HDMI, una porta USB-C 4.0, una porta USB 3.2 e il jack per le cuffie; sul fronte opposto invece ci sono un USB-C 3.2, un’altra USB 3.2 e lo slot per le schede SD.
Quest’ultimo è utilissimo per chi, come noi, si trova a girare parecchi video perché permette di scaricare e visionare il girato senza aver bisogno di accessori esterni.
Segnaliamo anche la presenza di un’ottima webcam in Full HD che gestisce anche il riconoscimento facciale per l’accesso a Windows 11.
Il design è un’occasione mancata
Gli ingegneri di ASUS hanno fatto un grande lavoro sul fronte connettività mentre si poteva fare meglio lato design.
Sia chiaro, è un laptop ben fatto, con la scocca in metallo e una look sobrio che si presta bene all’utilizzo in ufficio così come altrove però il coperchio manca di originalità, con il logo ProArt che non basta a dargli personalità. Considerando l’ottimo lavoro fatto da ASUS con gli Zephyrus G14 e G16 speravamo in qualcosa di più.
Dentro poi non ci sono elementi distintivi e anche qui il nero è l’unica colorazione presente, contrastato solo dalla retroilluminazione della tastiera.
Per il resto abbiamo un’ottima qualità costruttiva ma soprattutto un peso di soli 1,85 kg. Considerando che siamo di fronte ad un 16 pollici così ben carrozzato è sorprendente l’ottimizzazione fatta dall’azienda asiatica per renderlo comunque così portatile.
Autonomia
Non ci aspettavamo una grande autonomia da questo ASUS ProArt 13, e invece ci siamo sbagliati.
Certo, non aspettatevi numeri da record ma abbiamo coperto quasi un’intera giornata lavorativa senza aver bisogno di caricarlo, con un mix di scrittura, gestione email, Photoshop e navigazione web.
Naturalmente con attività più impegnative avrete qualcosa di meno ma con un uso moderato 7 ore riuscite a portarvele a casa.
Una volta scarico potete utilizzare sia il suo alimentatore per la ricarica – davvero immenso, come da tradizione ASUS – sia un caricabatterie USB-C. Andrà probabilmente più lento ma è una buona soluzione in caso di necessità.
La recensione di ASUS ProArt P16 in breve
Con ProArt P16 ASUS ha fatto davvero un ottimo lavoro: è comodo da portare nello zaino, ha un display meraviglioso, offre ottime prestazioni e l’autonomia è meglio del previsto.
Sul campo si comporta davvero bene, dimostrandosi davvero una degna alternativa a MacBook Pro, con tutto lo spazio e la RAM di cui avete bisogno.
Se state cercando un notebook davvero ben carrozzato, dovreste sicuramente valutarlo. Anche perché il prezzo è sì impegnativo ma decisamente equilibrato considerando quello che offre.
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