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Record di attacchi informatici a causa del Coronavirus

Il Coronavirus batte ogni record, anche nelle campagne di attacchi hacker. Mai un singolo tema era stato sfruttato dagli hacker in modo così marcato. A rischio sono i nostri dati sensibili, ma anche la nostra identità digitale e il nostro denaro.

Tantissimi attacchi hacker sfruttando il Coronavirus

Le campagne malware legate al Coronavirus hanno raggiunto un volume di attacchi hacker legati a un singolo tema praticamente mai visto e rilevato nella storia della cyber sicurezza. Questo è il drammatico epilogo dell’analisi effettuata dai ricercatori di Proofpoint, una società che si occupa di sicurezza informatica.

Proofpoint ha individuato nuovi attacchi lanciati dai gruppi di hacker TA505 e TA564, ben noti e prolifici, che hanno realizzato avanzate campagne mirate al settore sanitario, manifatturiero e farmaceutico e a servizi sanitari pubblici. In totale, i ricercatori hanno osservato attività di phishing per il furto di credenziali, invio di allegati e link pericolosi. Oltre ad attacchi a mail di lavoro, utilizzo di pagine internet finte e infette, messaggi spam e malware. La cosa in comune tra tutti questi attacchi è l’utilizzo del Coronavirus come “esca” per gli utenti.

Alcuni esempi di attacchi includono:

Gli hacker approfittano della paura per convincere le vittime

“Per più di cinque settimane il nostro team di ricerca sulle minacce ha osservato numerose campagne email pericolose legate a COVID-19. Molte approfittano della paura per tentare di convincere le potenziali vittime ad aprire un allegato o un link. I cyber criminali hanno inviato ondate di email – da dodici a oltre 200.000 alla volta – e il numero di campagne sta continuando ad aumentare. Inizialmente abbiamo assistito ogni giorno a una singola campagna a livello globale, ora ne stiamo osservando 3-4 al giorno. E’ un incremento sostanziale, che mette bene in chiaro quanto notizie globali del genere possano essere interessanti per i cybercriminali,” sottolinea Sherrod DeGrippo, Senior Director, Threat Research and Detection, Proofpoint.

“Gli strumenti che gli hacker utilizzano sfruttando il COVID-19 sono tecniche di ingegneria sociale su larga scala. I malintenzionati sanno che le persone cercano informazioni sulla sicurezza e sono quindi più propensi a cliccare su link potenzialmente pericolosi o a scaricare allegati. Circa il 70% delle email rilevato da Proofpoint include malware e un ulteriore 30% ha l’obiettivo di rubare le credenziali degli utenti. Il malware e un ulteriore trenta per cento mira a rubare le credenziali della vittima. La maggior parte dei messaggi tenta di rubare le credenziali utilizzando pagine di destinazione fittizie come Gmail o Office 365 e richiede agli utenti di inserire i propri dati di accesso”.

Potete leggere di più sugli attacchi TA505 e RedLine Stealer visitando le rispettive pagine dedicate di Proofpoint.

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