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ChatGPT subisce un attacco hacker: da chi è stato rivendicato

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OpenAI, l’azienda che ha lanciato il rivoluzionario ChatGPT, ha annunciato di aver subito un attacco hacker DDoS (Distributed Denial of Service). Questo ha comportato l’inaccessibilità al chatbot, mandandolo in black out. Da chi è stato rivendicato l’attacco?

Attacco hacker a ChatGPT: cosa è successo?

Nella giornata di ieri, mercoledì 8 novembre 2023, OpenAI ha annunciato di aver subito un attacco hacker a ChatGPT. Il chatbot è rimasto inaccessibile per oltre 90 minuti tra le 14:42 e le 16:16 (ora italiana) di ieri. Un altro blackout si è verificato a partire dalle ore 21:03.

Attacco hacker a ChatGPT: chi l’ha rivendicato?

L’attacco hacker mosso a ChatGPT è stato di natura DDoS (Distributed Denial of Service) ed è stato rivendicato dal gruppo Anonymous Sudan. I cybercriminali hanno utilizzato la botnet SkyNet per effettuare un attacco DDoS di livello 7. Il gruppo ha scritto sul canale Telegram che OpenAI fornisce tecnologie IA ad Israele per sviluppare armi e colpire i palestinesi. Anonymous Sudan ha usato lo stesso tipo di attacco contro alcuni servizi Microsoft nel mese di giugno.

Che cos’è un attacco DDoS?

Un DDoS, o Distributed Denial-of-Service, è un tipo di attacco informatico che tenta di rendere non disponibile un sito web o una risorsa di rete sovraccaricandoli con traffico dannoso e rendendoli, così, inutilizzabili. In un attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service), un criminale sovraccarica la sua vittima con traffico Internet indesiderato, impedendo al traffico normale di giungere alla destinazione prevista.

Ad un livello elevato, un attacco DDoS o DoS è come un ingorgo del traffico causato da centinaia di richieste fittizie ai servizi di “car sharing”. Le richieste sembrano legittime ai servizi di “car-sharing”, che mandano i loro conducenti per prelevare i clienti, bloccando inevitabilmente le strade cittadine e impedendo, in tal modo, al traffico legittimo di arrivare a destinazione.

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