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Attacco hacker alla Croce Rossa

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Qualche ora fa la Croce Rossa è stata vittima di un attacco hacker. Secondo quanto rivelato, l’attacco avrebbe compromesso i dati di oltre 515.000 persone altamente vulnerabili e la stessa organizzazione si è vista costretta a chiudere alcuni sistemi informatici.  Scopriamo insieme ulteriori dettagli.

Anche la Croce Rossa vittima di un attacco hacker

Al momento non ci sono informazioni riguardo il possibile responsabile dell’attacco. Tuttavia, l’organizzazione ha dichiarato che la sua “preoccupazione più grande” riguarda la possibilità che i dati compromessi siano divulgati. L’intera organizzazione infatti invita a non inviare questi dati.

L’organizzazione ha infatti dichiarato che, in seguito all’attacco, si è vista costretta a bloccare i sistemi informatici che supportano un programma assistenziale che riunisce le famiglie separate da conflitti, migrazioni e disastri. Sappiamo che l’attacco informatico ha colpito, nello specifico, un’azienda con sede in Svizzera che la Croce Rossa paga per archiviare i dati.

I dati compromessi provengono da almeno 60 delle “società nazionali”, o reti di volontari e personale, in tutto il mondo che la Croce Rossa utilizza come primi soccorritori ai disastri. Il portavoce dell’organizzazione, Elizabeth Shaw, ha dichiarato che il team lavorerà con le delegazioni del CICR più interessate e le società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa sul campo.

Così facendo sperano di poter informare gli individui e le famiglie i cui dati potrebbero essere stati compromessi. Shaw ha poi aggiunto che il prossimo passo sarà quello di spiegare loro le procedure e le misure adottate per proteggere i loro dati. L’organizzazione si impegnerà anche per spiegare nei minimi dettagli quali sono i rischi che potrebbero eventualmente affrontare.

Il commento di Darktrace, leader mondiale nella cybersecurity

David Masson, il Director of Enterprise Security di Darktrace (leader mondiale di AI nella cybersecurity), ha commentato la spiacevole situazione. Masson ha dichiarato che la maggior parte dei criminali tende a rubare i dati personali per poi rivendere le informazioni a scopo di lucro. Si chiede quindi quale guadagno potrebbero ricavare questi criminali da informazioni riguardanti le persone più vulnerabili del mondo.

Masson ha poi continuato dicendo:

Questo attacco è un esempio infelice, quanto devastante, del fatto che nessun individuo e nessuna organizzazione sia immune dalle minacce informatiche. Il fatto che la Croce Rossa si appelli agli aggressori affinché restituiscano i dati rubati conferma che non sono più in sicurezza, sotto il suo controllo e custodia.

Il danno reputazionale preoccupa sicuramente l’organizzazione, ma non è niente in confronto ai rischi di cui possono essere vittime individui e gruppi già di per sé molto fragili. Se gli hacker non restituiranno i dati sottratti, è auspicabile che la Croce Rossa riceva almeno l’aiuto e il sostegno di cui ha bisogno per trovare e mettere al sicuro nuovamente le proprie informazioni rapidamente, rassicurando e cercando di ripristinare la fiducia di chi ogni giorno si affida all’organizzazione, garantendo che i suoi programmi assistenziali siano sempre operativi.

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti potete consultare il sito ufficiale.

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