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Australia: la legge per far pagare le news a Google e Facebook è un successo

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L’Australia ha approvato la prima legge che fa pagare Google e le altre piattaforme digitali per le news che condividono sulle piattaforme, compensando gli editori. Camberra dichiara la normativa un successo, dicendo Google e Facebook hanno siglato più di 30 accordi con compagnie media in Australia.

La legge dell’Australia per far pagare le news a Google e Facebook: un successo

La normativa approvata in Australia prevede che Google e Facebook compensino gli editori per le notizie condivise sulla piattaforma, anche quando gli utenti le leggono direttamente sulla piattaforma. Molti siti di notizie infatti sfruttano la pubblicità per sostenersi, e leggere dagli aggregatori spesso non porta introiti. L’Australia ha precisato che, se le piattaforme non trovano accordi, ci penserà un giudice.

Dopo un anno, il Tesoro di Camberra spiega che i media locali hanno firmato oltre 30 accordi con Google e Facebook. “Secondo i dati disponibili, almeno in alcuni casi questi accordi hanno portato all’assunzione di nuovi giornalisti e hanno permesso agli editori altri investimenti per le proprie operazioni“.

Il Governo australiano riconosce che altri (in particolare le piattaforme) potrebbero dissentire. Ma pensano sia “ragionevole concludere che il Codice è stato un successo finora”.

Alcuni critici sollevano il problema che questo regolamento avrebbe avvantaggiato economicamente chi ha trovato accordi con le piattaforme, soprattutto le testate più grandi. Ma Camberra ha specificato che la decisione non era arrivata per “redistribuire le risorse attraverso il settore delle notizie” e quindi non andava valutata su questo.

Il prossimo passo secondo il Tesoro dovrebbe essere l’espansione ad altre piattaforme e al contempo una disamina degli accordi commerciali ottenuti dalle organizzazioni, per revisionare il Codice dopo averlo visto in azione per quattro anni dall’inizio.

Altre nazioni, come il Canada, hanno valutato operazioni simili. Ma gli esperti valutano la situazione australiana particolare, soprattutto per come funzionano le leggi antitrust nel Paese: il modello dovrebbe essere adattato per poter arrivare in Europa.

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