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L’indie da scoprire – Dead Man’s Diary

Lo abbiamo scoperto poco tempo fa, per la precisione nel nostro speciale indie di aprile 2022. Parliamo nello specifico di Dead Man‘s Diary, il titolo action in prima persona rilasciato a fine marzo e sviluppato da TML-Studios. Un team autore anche di simulatori come Fernbus simulator o The Bus, è tornato ora mostrandoci un mondo post-apocalittico molto interessante. Per questo motivo, andiamo a vedere nello specifico il titolo in questione nel nostro speciale “L’indie da scoprire”.

dead mans diary 1

Dead Man’s Diary, la sopravvivenza dopo l’apocalisse

Il videogioco indie in questione ci presenta un mondo devastato, dove siamo da soli in un mondo pieno di pericoli, a 15 anni dall’apocalisse che ha spazzato dalla faccia della Terra l’intera umanità o quasi. I sopravvissuti sono all’interno di bunker sparsi per il mondo. Le risorse a disposizione per mantenere la popolazione non bastano, dunque sono in molti a essere stati abbandonati nel mondo esterno. Questa situazione viene narrata dal nostro eroe, anch’egli rimasto fuori dai bunker e lasciato in balia della sorte.

Dead Mans Diary 2

Che fare ora? Possiamo nutrirci e bere solo se riusciamo a reperire delle scorte di cibo, scansionate da un dispositivo che ci assicura l’assenza di sostanze nocive. Di notte possiamo sopravvivere solo stando in un luogo sicuro, e cominciamo proprio in questo momento la nostra avventura in una foresta con pochi segnali a disposizione. Come se non bastasse, anche le pile della torcia a disposizione rischiano di lasciarci al buio, una soluzione rischiosa che ci può condurre a incappare in pericoli nascosti.

Ottima la grafica, meno riuscita la sopravvivenza

In Dead Man’s Diary, il comparto grafico realizzato in Unreal Engine è davvero ben curato, dal punto di vista di illuminazione e realizzazione dell’atmosfera. Gli ambienti sono strutturati in maniera credibile e anche il comparto sonoro riesce a incutere timore. Se dunque da un lato abbiamo un’ottima performance artistica, quella relativa al gameplay lascia qualche perplessità. Nonostante il menu di gioco sia ricco di opzioni.

Dead Mans Diary Review

Il gameplay è difficoltoso e per nulla immediato nel suo avanzamento. Dobbiamo girovagare parecchio prima di trovare la strada e se rimaniamo al buio, tutto diventa più faticoso. Anche i puzzle da risolvere non sono immediati, a volte senza una vera motivazione legata al livello di difficoltà del gioco. Non solo lati negativi: abbiamo amato il racconto sotto forma di diario, affiancato da monologhi del protagonista. Non mancano le modalità di crafting, con la possibilità di realizzare e aggiornare i nostri attrezzi a un banco di lavoro. Complessivamente, abbiamo notato difficoltà con il reperimento delle risorse, organizzato in maniera poco equa. Un tratto che può rendere poco appetibile l’esperienza.

Perché giocare a Dead Man’s Diary

Dead Man’s Diary è un prodotto a tratti problematico, a tratti gradevole. Caratterizzato da una certa ed evidente ripetitività e da una difficoltà non giustificata nel reperire alcuni oggetti, le atmosfere sono ben caratterizzate, ma rovinate dai tentativi di immersione e nemici poco pericolosi talvolta. Gli enigmi presenti potrebbero variare il gameplay, e l’unico progresso di gioco è offerto da alcune rare riviste che potenziano l’efficienza dei nostri oggetti. Il titolo merita però sicuramente una prova per godere del comparto grafico ben curato e del menu degno di un survival gestionale come questo. Le uniche tracce di sopravvivenza a questo indie post-apocalittico.

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Francesca Sirtori

Indielover, scrivo da anni della passione di una vita. A dispetto di tutti. Non fatevi ingannare dal faccino. Datemi un argomento e ne scriverò, come da un pezzo di plastilina si ottiene una creazione sempre perfezionabile. Sed non satiata.

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