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Nido di vipere: com’è il film di Kim Yong-hoon

Nido di vipere è in programmazione nelle sale italiane dal 15 settembre.

Dopo i successi cinematografici e seriali di Parasite e Squid Game, dalla Corea del Sud arriva un nuovo gioiellino pronto a fare la gioia degli spettatori italiani. Stiamo parlando di Nido di vipere (da oggi in sale), opera prima di Kim Yong-hoon che ha già conquistato il pubblico e gli addetti ai lavori del Rotterdam International Film Festival e del Far East Film Festival. Un noir avvolgente e spiazzante, intriso del cinismo e della ferocia del cinema dei fratelli Coen e forte di un montaggio decisamente fuori dall’ordinario, che riporta inevitabilmente alla mente Quentin Tarantino e in particolare il suo celeberrimo Pulp Fiction. Fra i tanti bizzarri elementi di un cast corale ben affiatato, spicca la presenza di Youn Yuh-jung, già vincitrice dell’Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 2021 per l’acclamato Minari.

Nido di vipere: un noir sudcoreano da non perdere

Nido di vipere 2

La città portuale di Pyeongtaek fa da sfondo a un racconto che ondeggia fra il noir e la commedia nerissima, tratto dal romanzo Waranimosugaru Kemonotachi dello scrittore giapponese Keisuke Sone. Al centro di tutto c’è una borsa Louis Vuitton piena di soldi, ritrovata fortunosamente dall’inserviente di una sauna. L’uomo è ignaro che dietro a un apparente colpo di fortuna si cela invece un intreccio che coinvolge diversi malviventi: un doganiere in crisi economica, un avido strozzino, un’abile truffatrice, un’ammaliante escort alle prese con un marito violento e un immigrato illegale. Ognuno di loro è legato in qualche modo alla borsa e coinvolto in una lotta senza esclusione di colpi per mettere le mani sul denaro, indirizzata soprattutto dalla spregiudicatezza e da un fato beffardo.

A partire da queste solide basi, Kim Yong-hoon mette in scena un’opera accattivante e narrativamente complessa, che mette continuamente alla prova l’attenzione e l’intuito dello spettatore. Nido di vipere gioca infatti fra diversi piani temporali, dando vita a un’impressionante serie di flashback e flashforward, volti a disorientare chi guarda ma anche a intrecciare storie diverse in unico amaro e cinico racconto, suddiviso in sei capitoli continuamente ondeggianti fra crime movie, thriller, irresistibile comicità e sorprendente esistenzialismo. Mentre cerchiamo di orientarci fra passato e presente e di cogliere tutti i dettagli (attenzione soprattutto ai colori), emergono anche tematiche centrali per il cinema sudcoreano, come la cieca brama di denaro, il lato oscuro della famiglia e l’inconcludenza delle istituzioni, esaltate da un destino che muove i personaggi come marionette, trasformandoli progressivamente in bestie feroci prive di qualsiasi scrupolo morale.

Una scrittura solida e raffinata

Nido di vipere 3

Non c’è noir senza femme fatale, e Nido di vipere rispetta la regola inserendo addirittura due personaggi associabili a questa tipologia di personaggio, ovvero la proprietaria di un night club Yeon-hee, interpretata da Jeon Do-yeon, e la escort Mi-ran, impersonata invece da Shin Hyun-bin. Due dei maggiori punti di forza del racconto, che con il passare dei minuti si rivelano un irresistibile mix di sensualità, furbizia e avidità, a cui fa da perfetto contraltare l’inaspettata saggezza dell’anziana Soon-ja (Youn Yuh-jung), che in un momento chiave di Nido di vipere ci regala uno dei pochi sprazzi di ottimismo, ricordandoci che per rialzarsi dopo la più rovinosa delle cadute in fondo ci basta essere ancora vivi.

Kim Yong-hoon non fa nulla di nuovo, ma lo fa in modo cinematograficamente raffinato ed esteticamente raffinato, puntando su una solida scrittura e su personaggi che prendono letteralmente vita davanti ai nostri occhi, anche se è tutt’altro che semplice entrare nelle loro contorte menti. I successi degli ultimi anni hanno aiutato molti spettatori ad avvicinarsi alle produzioni sudcoreane; Nido di vipere è l’occasione ideale per continuare questo virtuoso percorso e per approfondire una cinematografia vitale e originale, sempre più al centro dell’immaginario collettivo.

Nido di vipere è al cinema dal 15 settembre, distribuito da Officine UBU.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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