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Servizio civile digitale: ecco il bando per insegnare Internet

È rivolto a 2.160 giovani volontari

Ogni volta che si introduce un nuovo concetto tecnologico di impatto globale o, più in concreto, uno strumento tech che dovrebbe semplificare la vita dei cittadini, si è accolti da un sentimento ambiguo.

Felicità, da un lato, all’idea di un uso etico e civico della tecnologia (che permetta, ad esempio, di snellire le pratiche burocratiche). Dall’altro, però, il pensiero va alle fasce della popolazione meno avvezze a questo universo, e ci si domanda per quanti siano davvero certe scoperte, a beneficio di quale percentuale di cittadini.

Un altro esempio può essere quello delle fake news: se tutti fossimo alfabetizzati ai social media, sapremmo distinguere le notizie false da quelle autentiche. Ma chi insegna agli analfabeti digitali un uso adeguato dei social?

C’è, insomma, bisogno di un maggior grado di consapevolezza per quanto riguarda Internet, e più in generale del mondo digitale. Molto possono fare le scuole e molto le istituzioni, istituendo ad esempio corsi, incontri e dibattiti, specie a favore di chi – come gli anziani, i bambini o chiunque abbia un basso grado di scolarizzazione – non sia troppo avvezzo ad app, piattaforme social, certificati digitali e affini.

In questo senso, forse, qualcosa si sta muovendo.

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Il servizio civile digitale

Giovedì 4 agosto il Consiglio dei Ministri ha aperto il bando per il servizio civile digitale, destinato a 2.160 giovani tra i 18 e i 28 anni.

Il loro ruolo sarà quello di facilitatori digitali. I volontari si occuperanno insomma di “rendere i cittadini competenti e autonomi nell’utilizzo di internet e dei servizi digitali, abilitando un uso consapevole della rete.”

Si potrà fare domanda sino alle ore 14.00 del prossimo 30 settembre. Come? Accedendo all’apposita sezione del sito con codice fiscale e password, oppure con l’identità digitale Spid. Che, viene da aggiungere con una battuta, sarà un’operazione assai semplice per i facilitatori digitali.

Nonostante sia un’attività su base volontaria, i partecipanti riceveranno un rimborso mensile di 450 euro.

I progetti

I volontari del servizio civile digitale sono dislocati in svariati progetti dislocati su tutto il territorio nazionale.

Le tipologie dei progetti vanno dall’”Educazione e promozione dei diritti del cittadino” all’“Educazione informatica”, dall’”Educazione culturale verso i minori” alla “Valorizzazione di storie e culture locali”.

Gli ambiti di intervento

In concreto, i ragazzi del servizio civile digitale avranno il compito di rendere più consapevoli i cittadini dell’informatica e del digitale. Ma anche quello di renderli più consapevoli attraverso l’informatica e il digitale.

In una pagina del sito del Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale vengono definiti gli ambiti di intervento dei facilitatori digitali.

I giovani volontari, dunque:

  • faciliteranno l’utilizzo dei servizi pubblici online, per esempio la creazione di un’ identità digitale, la prenotazione di visite mediche, l’iscrizione ad un istituto scolastico o ad un corso online
  • forniranno un sostegno nell’utilizzo dei servizi digitali offerti da privati, come la gestione di un profilo su un social network o su un portale per la ricerca di opportunità lavorative
  • avvicineranno i cittadini all’utilizzo di smartphone, pc, software per l’elaborazione dei testi o la gestione della posta elettronica, oltre che sensibilizzare i cittadini sulla sicurezza informatica, illustrando i migliori comportamenti per proteggere la privacy e i propri dati
  • promuoveranno inoltre eventi e iniziative culturali sul territorio, finalizzati a presentare nuovi strumenti digitali utili a cittadini, scuole, e imprese, coinvolgendo diverse organizzazioni nella pianificazione delle attività e gestendo apposite attività di comunicazione e divulgazione, online e offline.

La formazione dei giovani volontari

Per i 2.160 giovani del servizio civile digitale, oltre alla formazione generale del Servizio Civile Universale, è previsto un percorso di formazione specifica a cura del Dipartimento per la trasformazione digitale, coadiuvato dal Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale.

I ragazzi saranno formati sui temi del digitale, e alla fine del percorso riceveranno una certificazione.

Il servizio civile digitale e il PNRR

Il progetto del servizio civile digitale rientra nelle misure del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dedicate alle competenze digitali e fa parte del Servizio Civile Universale, realizzato in collaborazione tra il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri e il Dipartimento per le politiche giovanili.

Per il servizio civile digitale è previsto, nel triennio 2022-2024, l’impiego di circa 9.700 operatori volontari che hanno l’ambizioso obiettivo di formare almeno un milione di cittadini. I primi progetti, che saranno attivati nel novembre 2022, avranno una durata di 12 mesi.

Ricordiamo che già 1.007 volontari stanno operando nell’ambito del programma sperimentale lanciato nel 2021, in progetti che termineranno tra il maggio e il luglio del 2023.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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