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Attualità

Stop al reddito di cittadinanza, dal 1° settembre assegno da 350 euro: ecco come richiederlo

Si chiamerà Supporto per la formazione e il lavoro

Non è questo il luogo per approfondire un argomento assai dibattuto nelle ultime settimane, il reddito di cittadinanza. Una misura probabilmente poco conosciuta e compresa, di certo migliorabile, e che dalla sua introduzione ha diviso opinione pubblica e partiti.

Ma a prescindere dal giudizio che se ne può dare, una cosa è sicura: il sussidio attivato nel 2019 dal governo Conte I, con il governo Meloni è destinato a scomparire. Dal primo agosto scorso viene erogato solo a favore delle famiglie con minori a carico e degli over 62, e dal primo gennaio 2024 sparirà del tutto.

Il nuovo esecutivo ha tuttavia presentato una misura parzialmente sostitutiva del reddito di cittadinanza, il cui nome istituzionale è Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl in sigla). Ma che è indubbiamente più facile ricordare con la sua descrizione per così dire pratica: assegno da 350 euro.

Scopriamo cos’è l’assegno da 350 euro, chi sono i destinatari, da quando lo si può richiedere e attraverso quali canali.

euro

La presentazione della misura

A presentare l’assegno da 350 euro, o Sfl, è stata la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, che lo ha definito un “omaggio al lavoro di Marco Biagi”.

Ha detto la ministra: “Dalla legge Biagi a oggi le politiche attive non hanno mai dato risultati in termini di incrocio di domanda e offerta di lavoro. Con molta umiltà vi dico che questo percorso, questa piattaforma che oggi presentiamo è un omaggio alla memoria di Marco Biagi, che io considero il più visionario e il più riformista del mercato del lavoro.

Non siamo alla vigilia di una bomba sociale. I numeri ci dicono che la situazione è assolutamente gestibile. Con la separazione delle platee, chi si attiva troverà accoglienza e accompagnamento”.

Cos’è l’assegno da 350 euro

L’assegno da 350 è una delle due misure che, nei piani del governo Meloni, sostituirà il reddito di cittadinanza. La seconda misura, l’assegno di inclusione, partirà all’inizio del 2024.

Martedì 29 agosto l’Inps ha pubblicato una circolare ad hoc sulla misura, regolamentata dal Decreto Lavoro dello scorso maggio.

Nella circolare leggiamo che la misura è “finalizzata a favorire l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa, mediante la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro”.

I destinatari

L’assegno da 350 è riservato ai componenti dei nuclei familiari tra i 18 e i 59 anni, con un ISEE familiare in corso di validità non superiore a 6.000 euro annui. Inoltre, nel nucleo non devono essere presenti minori, ultrasessantenni, persone con disabilità o “in condizioni di svantaggio presi in carico dai servizi sociosanitari”.

Per quanto riguarda i requisiti di cittadinanza, la misura è rivolta a chi abbia cittadinanza italiana o europea o familiare con permesso di soggiorno, ai “soggiornanti Ue di lungo periodo, titolari di protezione internazionale o apolidi.”

La somma erogata

Il Supporto per la formazione e il lavoro prevede il pagamento di una indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, che corrisponde a un importo mensile di 350 euro.

La somma è erogata “entro un limite massimo di 12 mensilità, mediante bonifico mensile da parte dell’INPS ed è condizionato all’effettiva partecipazione alle attività sopra indicate.”

L’impegno del lavoratore

Quest’ultimo punto è dirimente.

Sul sito dell’Inps viene infatti specificato che chi fa richiesta dell’assegno mensile da 350 euro deve prendere parte alle iniziative di attivazione lavorativa, ma anche “accettare le offerte di lavoro che abbiano le caratteristiche indicate dalla stessa normativa”.

Ed è una condizione ineludibile, richiesta al momento della presentazione della domanda.

Quando, e come, fare domanda

Le domande per l’assegno da 350 euro potranno essere presentate a partire dal 1° settembre 2023, accedendo al portale del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) presentato a maggio dal governo.

Nell’inoltrare la domanda, il richiedente dovrà compilare il Patto di attivazione digitale (PAD). Confermando l’immediata disponibilità allo svolgimento di un’attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, e indicando “almeno tre agenzie per il lavoro o enti autorizzati all’attività di intermediazione contattate per ricevere offerte di lavoro adatte al suo profilo professionale”.

Offerta

Il percorso

Nel “Patto di servizio personalizzato” si individuerà un percorso da seguire e, attraverso SIISL, l’interessato riceverà o individuerà autonomamente offerte di lavoro. Ma anche servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro e di politiche attive, programmi formativi, tirocini di orientamento e formazione, progetti utili alla collettività.

Il beneficiario dell’assegno dovrà accettare qualsiasi offerta a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale.

Se a tempo determinato, il luogo di lavoro dovrà essere a una distanza massima di 80 chilometri dal luogo di residenza del beneficiario. Se è a tempo parziale, l’offerta non può essere inferiore al 60% dell’orario pieno.

E chi rifiuta un’occupazione? Perde l’assegno, se non in caso di giustificato motivo, tra cui l’infortunio, la malattia, la gravidanza, “gravi motivi familiari documentati o certificati” e “casi di limitazione legale della mobilità personale”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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