Affonda la flotta, quando la battaglia navale si fa seria. La macchina del tempo

A prescindere da quanto encomiabile sia stata la nostra carriera scolastica, tutti noi abbiamo vissuto episodi che preferiamo non raccontare, perché non ci renderebbero certo più virtuosi agli occhi altrui.

Chi non ha mai sbirciato nel compito di un compagno? Chi non ha mai saltato un’interrogazione, fingendo un malessere o marinando (o bigiando, o come si dice nelle varie regioni) la scuola?

E quanti di noi, magari durante un’ora di supplenza, hanno giocato alla battaglia navale?

Ebbene, il passatempo nato per il divertimento degli studenti è stato poi istituzionalizzato dalla mitica MB, e con il nome di Affonda la flotta ci ha trastullati tutti, specie negli anni Ottanta del secolo scorso (anche se il gioco, come vedremo, continua a essere prodotto).

Ma cos’è, anzitutto, affonda la flotta?

Cos’è Affonda la flotta (anzi, cos’è la battaglia navale)

Prima di spiegare cosa sia Affonda la flotta concentriamoci sulla battaglia navale, che ne è la versione primitiva.

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Anche se dubitiamo che ci siano lettori ignari delle sue regole, la battaglia navale è un gioco per cui sono sufficienti un foglio a quadretti e una matita (anzi due e due, un foglio e una matita per partecipante). E sì, prima scherzavamo: non è vietato giocarci anche al di fuori dell’ambito scolastico.

In un campo da gioco di diverse dimensioni, rappresentato dal foglio quadrettato, ogni concorrente (non visto dall’altro) piazza un certo numero di navi di diversa lunghezza. Numero di navi e loro lunghezze vanno stabiliti prima dell’inizio del gioco. Ogni nave è lunga, di solito, dai due ai cinque quadretti. Nelle regole non scritte della battaglia navale, ogni nave di lunghezza differente ha addirittura un nome diverso.

Nel campo da gioco ogni quadretto è identificato univocamente, e viene determinato dal nome della riga (solitamente in lettere) e della colonna (in numeri). Scopo del gioco è affondare le navi avversarie. Ogni colpo può andare a vuoto (“Mancato!”), colpire una nave (“Colpito!”) o affondarla, se è il colpo destinato a centrare l’ultimo quadretto della nave stessa (“Affondato!”).

Vince chi per primo affonda l’intera flotta avversaria.

Affonda la flotta

Mutuando tali e quali le regole di questo antico passatempo, qualche decennio fa MB, abbreviazione di Milton Bradley (acquistata nel 1984 da Hasbro) ha avuto un’intuizione.

E intorno alla fine degli anni Settanta (la rete è clamorosamente povera di informazioni al riguardo) ha inventato Affonda la flotta.

Una cosa è certa: il gioco era già stato distribuito in Italia nel 1979, perché è tuttora reperibile su Internet uno spot pubblicitario risalente a quell’anno.

Comunque, in Affonda la flotta ogni giocatore dispone di una struttura apribile, il cui coperchio funziona peraltro da scudo alla… curiosità dell’avversario. Nella parte inferiore il giocatore colloca le proprie navi, e con una serie di pioli segna i colpi dell’avversario. E nella parte interna del coperchio, ecco che si possono indicare i propri colpi: pioli bianchi per quelli andati a bagno (è il caso di dirlo), pioli rossi per quelli andati a segno.

La fortuna del gioco

Come per altri giochi MB, la grande fortuna di Affonda la flotta è dovuta all’estrema semplicità e godibilità del gioco.

Esattamente come è accaduto con un altro grande successo del marchio, Forza 4, colpo di genio di Milton Bradley è stato quello di trasformare in gioco da tavolo un passatempo che chissà quando è nato (nel caso di Forza 4, poi, si tratta dell’evoluzione dell’ancor oggi immortale tris).

E così, anche oggi Affonda la flotta si continua a produrre nelle più svariate versioni. Oltre al formato classico e a quello da viaggio c’è, ad esempio, la versione “al volo”, i cui colpi vengono sparati non seguendo una strategia ma assecondando la mira più o meno precisa che si possiede (una sorta di ibrido tra battaglia navale e mini pallacanestro). E naturalmente non mancano le innumerevoli versioni online.

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La battaglia navale e l’onestà

Diciamo la verità, cari lettori. La versione da tavolo della battaglia navale, alias Affonda la flotta, ha di certo nobilitato il gioco originario, e ha contribuito alla sua diffusione planetaria.

Il vecchio passatempo con carta e matita, però, aveva dalla sua almeno due vantaggi.

Il primo era quel senso di clandestinità di cui abbiamo già parlato, che ci permetteva di sfidarci ovunque. Tralasciando le avventure scolastiche, anche una lunga attesa in pizzeria poteva diventare motivo per una sfida all’ultima nave da affondare.

Inoltre, non nascondiamoci dietro un dito, piazzare le navi in plastica di Affonda la flotta rende impossibile un’azione riprovevole, di cui ci siamo vergognati chissà quante volte, ma che ci ha permesso di trionfare in un’infinità di partite.

Quella, ehm, di barare, e di posizionare le nostre navi solo dopo una selva di colpi del nemico. Tutti stranamente andati a vuoto.

Almeno: noi ogni tanto abbiamo fatto così. Ma non ditelo a nessuno.

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