B1NARY – Episodio 54: La mamma ha sempre ragione

Cara Val,
la presenza dei genitori in una relazione (anche in generale, ma vabbé) può effettivamente essere soffocante e il detto “la mamma ha sempre ragione” non li aiuta di certo a mantenere un briciolo di umiltà. 

Però questa domanda ha due differenti risposte. Questo perché ci manca un dato fondamentale: sapere chi ha ragione. Ed è difficile valutarlo senza conoscere a fondo la situazione.

Presupponiamo che sia tu ad avere ragione.
Il tuo ragazzo potrebbe avere semplicemente la tendenza a fare il duro in pubblico, a dimostrare che è più uomo degli altri (ma se ha la tua età “uomo”, permettici, è ancora una parola grossa), a farsi vedere un po’ scontroso perché è così che pensa di essere rispettato o ammirato nella vostra cerchia di amici. 
Potremmo quindi a questo punto ipotizzare che con te non abbia più bisogno di essere così, che con te si senta più tranquillo e non debba dimostrare nulla. 
Capiremmo quindi il tuo punto di vista e ti consiglieremmo di ignorare tua mamma sapendo che è una fase e ad un certo punto – speriamo – lui diventerà un po’ più maturo.
Ci infiliamo dentro anche un classicone: de gustibus non disputandum. Insomma, i gusti non si discutono. Non è che a te e tua mamma devono per forza piacere gli stessi tipi.

Ora invece immaginiamo che sia tua mamma ad avere ragione. 
Lui potrebbe non piacerle perché ha comportamenti che non possiamo definire “ragazzate”, che non sono frutto della giovane età ma che in maniera tutto sommato obiettiva possa far pensare a tua mamma che lui non è davvero un tipo affidabile. 
In questo caso non potremmo fare altro che chiederti se tu abbia valutato bene i comportamenti del tuo ragazzo. Provando a mettere da parte gli occhi a cuoricino. E magari chiedendo un consulto a qualcun’altro per riuscire a valutare bene la situazione. 

Ma a prescindere dal giudizio e dalla ragione, l’unico metro di misura valido rimane la tua facilità e la tua soddisfazione. Come diceva un vecchio film di Woody Allen: basta che funzioni. A prescindere dal giudizio di chiunque.

Cara Anna,
ci stupisce ogni volta constatare che siano solo ed esclusivamente le donne etero a porsi questo dilemma. La tempistica sul darla o meno è qualcosa che purtroppo ancora oggi si colloca nelle metriche di misura relative all’essere percepite come zoccole – il che molto più di tutto forse lascia trasparire l’impronta censoria, bigotta e patriarcale dei nostri tempi.

La profonda verità è che ci mettiamo pochi secondi a decidere se andare a letto con qualcuno oppure no.
SECONDI.
Non minuti, non ore, non anni. 
Noi tendenzialmente guardiamo gli altri esseri umani e pensiamo “massì, questo me lo/la farei”.

Da quel momento però possono succedere un sacco di cose.
Ad esempio, lo/la senti parlare e pensi “no, scherzavo. non lo/la toccherei nemmeno con le mani di qualcun’altro”.

Oppure potrebbero entrare in gioco paure e sentimenti. 
Paura di non essere all’altezza.
Paura di rovinare tutto.
Paura che sia un fiasco.

Quello che possiamo dedurre è che, se continuate a vedervi, dell’interesse reciproco sicuramente ci sia, altrimenti si presuppone che uno dei due si sarebbe tirato indietro.

Che fare?
Prima di tutto nulla ti vieta di essere tu a fare la prima mossa. Questa cosa secondo cui il compito di farsi avanti spetti a lui è antica e sbagliata. Ci vuole coraggio da entrambe le parti.

In secondo luogo se ne può parlare. Se hai dubbi puoi affrontare l’argomento e capire se c’è qualcosa che lo frena. Per poi magari scoprire che lui aveva avuto l’impressione che tu non lo volessi e quindi non voleva sforzarti. Che è un classico.

In breve: sii tu a fare la prima mossa se ti senti pronta e vedrai che andrà tutto bene!

Car* K,
in che modo la vanità del tuo amico ti disturba? Cosa vorresti cambiare? E perché mai dovrebbe cambiare?

Essere vanitosi è un problema solo per gli altri – e tra tutti i difetti, ci viene da dire sia uno dei meno gravi. Siamo tutti vanitosi, in un modo o nell’altro, e per la nostra vanità scegliamo campi d’applicazione estremamente diversi: c’è chi lo fa con l’aspetto, chi con le parole, chi con l’umorismo, c’è chi la massima vanità la esprime decidendo di non dimostrarla affatto.

Ammesso e non concesso che il tuo migliore amico sia effettivamente così vanitoso, che importanza ha? Se è diventato il “migliore” ci saranno tanti motivi, concentrati su quelli che ti legano a lui piuttosto che a quelli che disprezzi. 

Il discorso cambia se invece vedi in lui elementi davvero davvero esagerati. Lì dovrebbe entrare in gioco uno psicologo e valutare se ci siano o meno i margini per considerare patologico il suo comportamento. Se così fosse, tutto ciò che puoi fare è dargli un consiglio e sperare lo segua.

Se invece non è questo il caso, lascia che si guardi felicemente allo specchio, compiacendosi – e beato lui, aggiungeremmo.