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Stop ai baby influencer e ai minori sotto i 16 anni sui social

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Un disegno di legge bipartisan presentato da PD e FdI vuole regolamentare il fenomeno dei cosidetti “baby influencer“. Non solo: vuole vietare l’accesso ai social a chi ha meno di 16 anni. Una proposta che arriva mentre la Commissione Europea indaga su Facebook e Instagram per presunte violazioni del Digital Services Act nella tutela dei più giovani. Ma potrà avere successo?

Baby influencer e minori sui social: il disegno legge in Italia

Adnkronos ha avuto accesso al testo, depositato ma non ancora pubblico. I due disegni, presentati uno al Senato e uno alla Camera, puntano entrambi a obbligare le piattaforme social a verificare l’età degli utenti, negando l’iscrizione ai minori di 16 anni (soglia che potrebbe essere abbassata a 15). Il ddl dichiara nulli i contratti conclusi tra i fornitori di servizi digitali e gli under 16, escludendoli come base giuridica per il trattamento dei dati personali.

Un focus specifico è dedicato ai baby influencer, bambini dai 3 ai 5 anni utilizzati per promuovere prodotti e servizi attraverso video e post sui social. Per loro, la diffusione non occasionale di contenuti dovrà essere autorizzata dai genitori e, se genera entrate superiori a 12.000 euro annui, anche dalla direzione provinciale del lavoro. I proventi andranno versati su un conto intestato al minore e potranno essere utilizzati solo in casi di emergenza, previa autorizzazione del giudice.

Intanto, come spiega DDay, la Commissione Europea ha avviato un’indagine formale su Facebook e Instagram per possibili violazioni del Digital Services Act nella protezione dei minori. Tra i nodi critici, la presunta mancanza di valutazione e mitigazione dei rischi per i più giovani, il design che creerebbe dipendenza e la facilità con cui i minori potrebbero aggirare i sistemi di verifica dell’età. Meta rischia sanzioni fino al 6% del fatturato annuo globale, se colpevole.

L’azienda di Zuckerberg si difende, sostenendo di aver investito molto nella tutela dei minori online. Per esempio, con la verifica dell’età basato su età dichiarata e AI. Inoltre, c’è la possibilità per gli utenti di segnalare account sospetti di under age.

Tuttavia, l’indagine dell’UE e i disegni legge italiani fanno pensare che la politica voglia normare meglio la questione. Resta da vedere se e con quali modifiche passerà la normativa italiana: vi terremo aggiornati.

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