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La bufala del bambino di tre anni che salva il padre allergico alle api

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Da qualche settimana, con l’inasprirsi del conflitto tra Russia e Ucraina, si sono inevitabilmente moltiplicate le reciproche fake news, specie a danno del  presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ve ne abbiamo parlato la settimana scorsa in questa rubrica.

Oggi vogliamo tornare su un tema più leggero. Si tratta comunque di una bufala emblematica, anche perché ha tratto in inganno almeno una rivista italiana diffusissima e autorevole.

Scopriamo di cosa si tratta.

Il bambino di tre anni che salva il padre allergico alle api

Intanto, la notizia. Che ha per protagonisti un bambino di tre anni, Zach, e il padre.

Il bambino avrebbe salvato il padre allergico alle api. Punto da uno di questi insetti, l’adulto avrebbe avuto un malore, e il prode Zach avrebbe chiamato il 999, evidentemente perché preparato dal padre stesso. Il 999 è il numero di emergenza del Regno Unito, che ci permette di collocare – anche se con grande vaghezza geografica – la vicenda.

A quel punto entra in campo una seconda figura eroica, una non meglio definita operatrice del 999, che afferrando al volo la situazione ha spiegato al giovanissimo come agire per salvare il papà.

Il post

Questa lieta (quasi mielosa, verrebbe da dire) vicenda è apparsa in un post sulla pagina Instagram di una nota rivista italiana, con tanto di fotografia del padre sorridente che tiene in braccio il figlio Zach.

Non solo: sovraimpresse all’immagine appaiono presunti stralci della conversazione tra Zach e l’operatrice, con tutto il campionario di frasi già sentite in decine di film (“Zach, sei stato coraggiosissimo finora”; “Zac, puoi fare una cosa per me?”). E questo, a voler essere maliziosi, è già un primo indizio da non sottovalutare.

C’è un ulteriore aspetto che rende mitologiche le due figure: Zach dice all’operatrice che suo papà ha “la febbre dei fiori”, e con un paio di domande mirate la donna riesce a capire che il padre del bambino di tre anni è allergico alle api, dopo di che risolve la situazione.

I dubbi

Certo, la notizia del bambino di tre anni che salva il padre allergico alle api non è del tutto inverosimile. E andrebbe ad aggiungersi a episodi di cronaca realmente accaduti, come quello (dello scorso anno) del bambino di 7 anni di Bolzano che tirando il freno a mano dell’auto ha salvato il proprio padre colto da un infarto.

Ma qui Zach di anni ne ha solo tre (chiunque abbia o abbia avuto un figlio di quell’età sa quanto sia improbabile che possa condurre una telefonata e collaborare come avrebbe fatto il protagonista della vicenda).

E poi ci sono troppi indizi che fanno pensare a una storia confezionata ad arte, con ogni personaggio che fa esattamente ciò avrebbe dovuto fare se fosse stato nella scena di un film.

La narrazione funziona troppo bene in ogni sua componente, insomma.

La bufala

E infatti non c’è nessuno Zach di tre anni che ha salvato il padre allergico alle api.

O meglio c’è, ma non nella realtà. Dobbiamo la scoperta ai colleghi di Bufale.net, i quali ci hanno fatto sapere che Zach Redmond aiuta il padre Thomas allergico alle api nel settimo e penultimo episodio del videogioco Dispatcher.

Non solo il nome Zach è identico, ma anche il fatto che – nel suo linguaggio infantile – l’allergia del padre alle api diventa “febbre del miele”, e altre frasi tratte dal presunto dialogo con l’operatrice del 999.

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  • Piazza, Tommaso (Autore)

Fantasia, suggestione e realtà

La bufala del bambino che salva il padre allergico alle api è un esempio da manuale del trasferimento dal mondo del virtuale al reale. E, ci sentiamo di aggiungere, dimostrazione di quanto il diaframma che separa l’uno dall’altro sia sempre più flebile.

C’è poi un altro discorso, quello delle riviste che hanno riportato la fake news con entusiasmo. Certo, la notizia aveva tutta le caratteristiche di uno scoop acchiappa lettori: dai protagonisti-eroi al lieto fine. E infatti tra i molti commenti del post che abbiamo citato, si sprecano le immedesimazioni e i racconti di chi avrebbe vissuto esperienze simili (anche se, per fortuna, non manca chi solleva qualche dubbio).

Certo che però, prima di pubblicare una notizia, sarebbe bellissimo che una redazione ne verificasse la veridicità.

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