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Airbnb (e affitti brevi in generale): in arrivo la stretta del governo

Pronta la bozza del disegno di legge

La bella stagione è arrivata e ci si inizia a spostare. E le modalità con cui si viaggia stanno mutando. Anzitutto, sempre meno lavoratori dispongono delle due settimane di ferie attaccate, che erano la prassi fino a qualche tempo fa, quando i lavori venivano svolti quasi unicamente nelle sedi fisiche di un’azienda. Inoltre, anche per motivi economici, si tende a frazionare l’anno costellandolo di svariati mini-viaggi.

Dalla parte dell’offerta, poi, le classiche sistemazioni sono affiancate da soluzioni adottate da chi non è professionista nel settore dell’ospitalità. Non stiamo parlando solo di bed&breakfast e affini, ma anche di chi mette a disposizione parti della propria abitazione – spesso una sola stanza – in modo non sempre normato. E non sempre economicamente equo (ce ne siamo accorti tutti in queste ultime settimane, grazie alle proteste degli studenti contro il caro affitti).

Il governo sta ora preparando un disegno di legge per dare nuove regole ad Airbnb e all’universo degli affitti brevi. Vediamo in che modo.

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Il disegno di legge del ministero del Turismo

Il ministero del Turismo sta preparando un disegno di legge per nomare Airbnb e gli affitti brevi.

Ovvero “fornire una disciplina uniforme a livello nazionale volta a fronteggiare il rischio di un turismo sovradimensionato rispetto alle potenzialità ricettive locali e a salvaguardare la residenzialità dei centri storici ed impedirne lo spopolamento”.

Diciamolo in modo più esplicito: l’obiettivo del dicastero è quello di combattere il nero, che è poi una forma di concorrenza sleale nei confronti degli albergatori e di tutte le figure che operano in questo comparto.

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Sovente, infatti, chi nella propria abitazione ha una o più camere che può destinare agli ospiti, accetta prenotazioni senza fornire alcuna ricevuta né dichiarare alcunché.

Le parole della ministra Santanchè

Il disegno di legge, di cui sta circolando una bozza, fa seguito alle parole della titolare del dicastero, Daniela Santanchè.

La ministra, sollecitata sull’argomento degli affitti brevi, aveva parlato di un “far west da normare”, e del fatto che “le poche regole esistenti non vengono applicate”.

Il disegno di legge potrebbe dunque andare spedito, dal momento che per la stagione estiva in Italia è previsto – secondo un recentissimo report di Demoskopika – un flusso di 68 milioni di turisti e di 266,9 milioni di pernottamenti.

Cosa cambierà

Ma quali indicazioni contiene il disegno di legge su Airbnb e sugli affitti brevi?

I punti centrali saranno due, uno normativo e uno organizzativo.

Secondo il primo, ci sarà un “Codice identificativo nazionale (Cin) assegnato dal ministero del Turismo a ogni immobile ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche”. E sono previste multe sino a 5.000 euro per i trasgressori, ovvero per chi affitta senza esibire alcun codice.

Inoltre, gli affitti brevi nei centri storici delle città metropolitane non potranno essere inferiori alle due notti consecutive, “fatta eccezione per l’ipotesi in cui la parte conduttrice [chi va in affitto, N.d.R.] sia costituita da un nucleo familiare numeroso composto da almeno un genitore e tre figli”.

Aggiungiamo che il minimo delle due notti “non si applica alle locazioni di immobili ad uso abitativo ubicati nei comuni classificati dall’Istat a vocazione turistica aventi una popolazione inferiore a 5.000 abitanti e nei comuni non collocati nella classe alta e molto alta di densità turistica”.

Affitti brevi: cosa cambia per Airbnb e Booking

Quando il disegno di legge sarà esecutivo, le novità sugli affitti brevi impatteranno anche su Airbnb, Booking e le altre piattaforme. Che dovranno esibire il Codice identificativo nazionale di ogni struttura iscritta. Codice nazionale che sostituirà quello regionale, già obbligatorio attualmente.

In caso contrario, le multe andranno dai 300 ai 3.000 euro, e gli annunci irregolari saranno rimossi.

Cosa dicono le associazioni

Il disegno di legge che punta a normare gli affitti brevi tramite Airbnb e le altre piattaforme lascia l’amaro in bocca ai competitor, gli albergatori.

Si sono pronunciate le associazioni di categoria. Da Federalberghi hanno fatto sapere: “Non possiamo nascondere la nostra delusione per il contenuto della proposta.” Che non sa “incidere concretamente sul problema della concorrenza sleale e dell’abusivismo che inquinano il mercato.”

Di parere opposto, va da sé, le 13 associazioni di categoria che tutelano i proprietari di casa che affittano. Per loro è poco comprensibile soprattutto il minimo di due notti di pernottamento. Norma considerata “discriminatoria, liberticida e con profili di dubbia costituzionalità, che alimenterà forme di evasione fiscale e di illegalità varie. Il tutto, peraltro, con un arcobaleno di discipline in funzione del Comune di ubicazione dell’immobile, che produrrà un caos indescrivibile.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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