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Per Money, Zelensky è il re della corruzione occidentale. La bufala della settimana

Si tratta solo di una vecchia copertina ritoccata

Da svariate settimane abbiamo smesso di parlarvi delle bufale prodotte dal conflitto russo-ucraino.

Un po’ perché nuovi argomenti hanno attratto l’attenzione dei divulgatori di notizie infondate. E un po’ perché c’è stato l’inopinato ritorno di Grandi Classici, come – nientemeno – le scie chimiche.

Eppure una notizia recente, costruita con le solite maniere grossolane (ma non per questo meno capace di far presa), ci ha riportato alla mente che la guerra scoppiata lo scorso 24 febbraio non è solo atroce per il numero di morti che sta producendo.

Ma è anche un triste esempio di come si sia perso ogni ritegno, pur di denigrare l’avversario politico.

A essere preso di mira stavolta è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che secondo la rivista finanziaria americana Money sarebbe “il re della corruzione occidentale”. Sarebbe, appunto, se la notizia non fosse una bufala clamorosa.

zelensky

Money: Zelensky re della corruzione occidentale

Stiamo addirittura parlando della copertina della gloriosa rivista finanziaria statunitense Money, nata nel 1972. Nella quale si vede il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in sella (ed è una sella a stelle e strisce) a un cavallo fatto di dollari.

Benissimo: questa copertina, da qualche giorno, circola su Twitter accompagnata dalla didascalia: “La rivista americana Money ha definito Zelensky il re della corruzione occidentale”.

Ci sono poi versioni per così dire più barocche. Come nel vecchio gioco del telefono senza fili, si sa, più una notizia si allontana dalla fonte e più viene rielaborata fantasiosamente. E così ecco che altri utenti dei social, che hanno immediatamente diffuso la bufala, hanno ad esempio aggiunto commenti come: “La rivista americana Money ha definito Zelensky il re della corruzione occidentale. Il che, ovviamente, non impedisce all’Unione europea di considerare l’Ucraina un paese democratico.”

La verità e la finzione

Si tratta, naturalmente, di una frottola.

E, come abbiamo ripetuto più volte in questa rubrica, ci domandiamo: come si può anche solo pensare che una rivista dell’autorevolezza di Money si lasci andare a un titolo così urlato, così poco equilibrato, più adatto a un rotocalco scandalistico che non a un seguitissimo magazine finanziario?

Il punto è che ormai il grado di plausibilità di ciò che viene lanciato in rete via social non è più un elemento preso in considerazione.

La notizia è sufficientemente clamorosa da poter suscitare un contraccolpo emotivo ed essere propagata? Bene: diamola.

Soliti sono anche i meccanismi. Si parte da un piccolo dato di verità, e lo si rielabora a proprio piacimento. In che senso?

La copertina ritoccata

Se Money si guarderebbe bene dal rivolgere a Volodymyr Zelensky simili accuse, c’è però da dire che una copertina simile a quella fasulla è esistita davvero.

Correva l’anno 2016, e Money ha pubblicato una cover in cui, in sella a un cavallo di dollari, sedeva il comico John Oliver. Sotto il cui nome appariva la scritta: “Comedian and consumer crusader” (“comico e crociato dei consumatori”).

Ad avere lo sguardo aguzzo, poi, nell’angolo in alto a sinistra della copertina-bufala si sarebbe potuta notare una sigla, @FJBUSA. Questo nome utente opera su Instagram, e sul suo profilo già dal 23 giugno appariva la copertina ritoccata.

L’utente, tra l’altro, nel proprio profilo dichiara apertamente di occuparsi di satira.

Dalla satira alla politica

Una copertina nata probabilmente con l’unico scopo di far sorridere, è stata captata e diffusa sui social con intenti assai meno benevoli.

E impressiona la facilità con cui è passata di account in account, perdendo il suo iniziale valore paradossale, ed essendo invece presa sul serio. A testimonianza del fatto che la capacità media di riconoscere una notizia falsa non è davvero troppo spiccata.

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La campagna mediatica contro Zelensky

D’altronde, la bufala di Money su Zelensky è solo l’ultima di una serie di nutritissime frottole circolate sul presidente ucraino.

Che, nel giro di pochi mesi, è stato accusato di essere filonazista (accusa estesa anche a sua moglie),  dipendente dalla cocaina, fuggitivo, codardo e chissà quant’altro.

Le accuse sono sempre fragilissime dal punto di vista della costruzione, e sbugiardabili con una ricerca in rete di pochi minuti.

Ma sono tante, invadono i social, e con il loro ritmo serrato e il clamore che suscitano rischiano di travolgere, ancora una volta, gli utenti meno capaci (e meno desiderosi) di distinguere il falso dal vero.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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