Site icon Techprincess

Call of Duty: Black Ops 4 – le tre vie del Multiplayer | Recensione

Arriva, come ogni anno, la nuova incarnazione della serie militare più famosa del mondo videoludico, ossia Call of Duty: Black Ops 4. Questa volta tocca a Treyarch occuparsi del capitolo annuale, che sin dal suo annuncio ha sorpreso per i diversi cambiamenti rispetto al pacchetto a cui i giocatori sono solitamente abituati.

Con gran stupore della community, per la prima volta la campagna single player è assente dalla serie. Analizzando come va il mercato, questa scelta può risultare anche sensata, dato che la modalità storia veniva giocata da pochi giocatori che si buttavano subito sul multiplayer, nonostante Activision provasse ogni anno a reinventarla con nuovi modi di narrare e coinvolgendo anche attori famosi. In particolare, proprio la saga di Black Ops è sempre stata, tra i diversi rami di COD, quella con le storie più avvincenti e interessanti nell’ambito del panorama dello sparatutto militare più giocato degli ultimi anni.

Al posto della modalità single player, quest’anno si è dunque deciso di puntare in modo ancora più massiccio sui contenuti multiplayer, infatti la nuova offerta è indubbiamente la più ricca mai vista fino ad ora, con le classiche modalità già presenti in passato e, in aggiunta, ben tre diverse campagne zombie, oltre all’inedita modalità Black Out, la Battle Royale tanto attesa da molti.

Call of Duty: Black Ops 4, il classico che non tramonta

L’offerta dei contenuti del nuovo COD inizia subito dai grandi classici. La maggior parte della sezione multiplayer è piena di modalità tipiche del genere, fra deathmatch a squadre, uccisione confermata, tutti contro tutti, cerca e distruggi ecc.

Tra le novità di spicco troviamo Furto, in cui lo scopo è ottenere del denaro messo sulla mappa uccidendo nel frattempo i membri del team avversario. Il respawn non esiste, ma sarà possibile aiutare i compagni, se salvati in tempo. La particolarità di questa modalità sta nel fatto di iniziare con delle semplici pistole e di ottenere, dopo ogni round, denaro che ci servirà per potenziare il nostro soldato con nuovo equipaggiamento: iniziamo così con pugni e pistole, per finire con lanciarazzi e fucili d’assalto potentissimi. In Furto il gioco di squadra sarà fondamentale per vincere.

Controllo è la seconda nuova modalità: per vincere la sfida dovremo conquistare due punti presenti sulla mappa, con un numero limitato di rientri per squadra. Vincerà chi riuscirà a conquistare i due punti o chi invece li difenderà eliminando tutte le vite degli avversari.

Tolte le modalità, la grande novità di quest’anno sono gli Specialisti, 10 personaggi, per la maggior parte vecchie conoscenze della serie, utilizzabili in combattimento e dotati ognuno di gadget tecnologici e armi speciali. Si potrebbe affermare che effettivamente l’unica parte di storia single player sia dedicata ai tutorial per imparare a utilizzare questi guerrieri del futuro. Ogni missione ci mostrerà alcuni filmati relativi alle origini del personaggio e ci aiuterà inoltre a familiarizzare con le abilità speciali di ognuno. Completati tutti e 10, potremo sbloccare diversi filmati che ci mostreranno l’incipit di una storia che in effetti non è sviluppata fino in fondo.

Ogni soldato avrà due abilità principali, una meno potente, in grado di dare dei vantaggi tattici nelle mappe, come il piazzamento di filo spinato, una granata a grappolo, il rampino o una sorta di emettitore di radiazioni in grado di danneggiare i nemici anche attraverso le pareti. L’abilità più potente è invece utilizzabile dopo un periodo di ricarica maggiore e darà dei vantaggi notevoli al nostro esperto militare. Potremo evocare un cane che ucciderà chiunque gli capiti a tiro, una pistola dai proiettili perforanti in grado di uccidere qualsiasi nemico con un colpo solo indipendentemente dalla parte colpita (anzi è in grado di uccidere anche più avversari insieme, se posizionati sulla stessa linea retta), un lanciafiamme, una barriera con microonde incorporate e molto altro.

Queste abilità, di chiara ispirazione da altri titoli come Destiny o Overwatch, aumentano l’unicità di ogni personaggio selezionato e lo rendono, posto in un team ben affiatato, ancora più letale.

Le possibilità tattiche, infatti, aumentano in questo Black Ops 4, per via di diversi fattori, oltre che per le capacità dei personaggi. La salute non si rigenererà più in automatico, ma dovremo curarci noi stessi utilizzando una sorta di siringa iniettabile sul momento e dalla ricarica rapida. Il time to kill è leggermente aumentato rispetto alla beta e si muore veramente in pochi colpi, ma il tutto è ben bilanciato con le possibilità offerte da questa cura manuale, che, se ben gestita, fra un’uccisione e l’altra ci renderà in grado di resistere a diversi assalti.

Altra novità è, sulla minimappa, la fog of war, che ci permette di vedere solo le porzioni coperte dallo sguardo nostro o dei nostri compagni; saranno molto importanti dunque i vantaggi tattici dovuti alle abilità speciali e alcuni perk per individuare più facilmente i nemici.

Per il resto ci ritroviamo con alcune meccaniche già note ai veterani, come il pick10, che ci permette di utilizzare solamente 10 fra oggetti e perk per personalizzare il nostro personaggio, un armamentario ben nutrito di bocche di fuoco uniche e personalizzabili, e differenti gadget tecnologici richiamabili sul campo di battaglia dopo una serie di uccisioni.

Le mappe, per il momento 14 diverse, sono ben strutturate e modificate così da essere più tattiche e funzionali all’uso delle abilità degli specialisti. Ognuna di queste ha diversi passaggi, scorciatoie e aree da cui dominare le varie zone e ci vorrà un po’ di esperienza per capire dove meglio piazzare eventuali trappole o come prendere di sorpresa gli ignari avversari.

Il gunplay, infine, è frenetico e veloce come ce lo ricordavamo, senza troppe evoluzioni funamboliche; si entra in campo e si combatte fino all’ultimo proiettile in scontri bilanciati e adrenalinici. Il marchio di fabbrica della saga si mantiene dunque su alti standard e la componente strategica, incrementata in questo Call of Duty Black Ops 4, non snatura troppo la base che da sempre mantiene incollati milioni di giocatori di tutto il mondo.

La moltiplicazione degli Zombie

La seconda faccia di questo Call of Duty: Black Ops 4 è rappresentata dalla modalità Zombie, qui più presente che mai. Avremo ben tre campagne distinte in cui giocare.

La prima, chiamata XI, ci porterà nell’antica Roma, con una mappa che inizia in una classica arena da Colosseo per poi dipanarsi in diversi sotterranei e aree adiacenti. Qui dovremo affrontare orde di gens romana zombificata unita a gladiatori e altre amenità sempre dai tratti mostruosi.

La seconda, e forse anche la più suggestiva, è Viaggio Disperato, ambientato su un Titanic appena colpito dal famoso iceberg. Il colossale ghiacciolo sarà l’ultimo dei vostri problemi, dato che i passeggeri vorranno mangiarvi il cervello indipendentemente dal vostro ceto sociale. Alla vasta gamma di zombie-passeggeri si uniscono anche alcuni zombie elementali in grado di sparare fuoco, ghiaccio ed elettricità.

Infine la terza campagna è Sangue dei Morti, forse la più tradizionale delle tre, ambientata nella prigione di Alcatraz in mezzo a celle e laboratori segreti pieni di esperimenti andati male, zombie mutanti e colossi di carne e sangue.

Vi è anche una quarta campagna, destinata solo ai possessori del Black Ops Pass.

Le meccaniche alla base sono le medesime in tutte le diverse mappe: dovremo semplicemente eliminare più zombie possibili per ottenere punti, aprire nuove aree e ottenere nuove armi e potenziamenti andando avanti orda dopo orda e scoprendo segreti sempre più nascosti nei meandri delle labirintiche zone in cui dovremo sopravvivere. Ad aiutarci nel compito, oltre alle diverse bocche da fuoco che troveremo sparse per i livelli, ci saranno alcune abilità speciali e power up da usare saggiamente. Avremo quattro elisir equipaggiabili, che ci daranno alcuni vantaggi a tempo o istantanei, come maggior danno per alcuni colpi o la possibilità di teletrasportarci istantaneamente in un luogo sicuro. Dovremo però aspettare la fine del tempo di cool down per riutilizzarle.

Tra i Power Up invece potremo fare uso di potentissime armi, come il martello di Thor, in grado di spazzare via orde di zombie a ogni colpo. Queste andranno prima caricate uccidendo diversi non morti e una volta attivate dureranno alcuni secondi in cui sarete inarrestabili. Chiudono la selezione alcuni bonus recuperabili nei livelli in grado di darvi abilità aggiuntive, come la possibilità di rigenerare più in fretta i compagni caduti, oppure una scossa elettrica attivabile a ogni ricarica di un’arma per friggere gli attaccanti.

La modalità si dimostra come sempre frenetica e divertente e la varietà di quest’anno terrà incollati i giocatori per molte ore. Naturalmente il gioco di squadra sarà fondamentale come sempre per sopravvivere alle diverse orde sempre più agguerrite di volta in volta. Ad aggiungersi alle modalità già citate, c’è anche Assalto, che utilizza un approccio, diverso dalle tre campagne, in cui dovremo uccidere il maggior numero di zombie nel minor tempo possibile per ottenere il punteggio migliore e scalare le classifiche mondiali.

Dopo aver provato queste tre modalità, possiamo dire che sicuramente quest’anno il lato non morto di COD è sicuramente quello più riuscito, forse anche dell’intera produzione di Activision.

E venne la Battle Royale

La novità che sicuramente tutti aspettavano è la nuova modalità Black Out, ossia il Battle Royale in salsa Call of Duty. Una volta addentratici in questa novità assoluta, vediamo subito come tutto appaia familiare, soprattutto ai giocatori di PUBG piuttosto che a quelli di Fortnite.

Le differenze sono davvero minime rispetto a Player’s Unknown Battleground, se togliamo la grafica ovviamente migliore e un frame rate più stabile. Potremo decidere se giocare da soli, in coppia o in un gruppetto di quattro e dopo una fase di riscaldamento verremo catapultati sull’ampia mappa di gioco. Una volta atterrati dovremo arraffare equipaggiamento il più velocemente possibile, per poi stare attenti a non essere uccisi, senza neanche accorgercene, da altri giocatori con una posizione tattica migliore. Anche qui la mappa si restringerà e dovremo cercare di muoverci verso il centro del cerchio della zona sicura fino a quando non ne resterà soltanto uno.

L’equipaggiamento funziona a grandi linee come per il titolo citato prima, che ha reso famoso il genere: potremo equipaggiare diverse modifiche alle armi, se compatibili, e potremo indossare armature, zaini per aumentare la capienza e oggetti di cura.

I ritmi, ovviamente, saranno meno frenetici rispetto alle modalità classiche e la tattica e la ponderazione di ogni movimento la faranno da padrone, pena un game over precoce e il ritorno allo schermo di selezione per una nuova partita.

Non mancheranno i mezzi di locomozione: fra jeep, elicotteri e barche sarà possibile spostarci velocemente per la mappa con il rischio, però, di essere individuati e attaccati di sorpresa. Unica novità degna di nota di questa modalità è la presenza in alcuni punti degli zombie, che potranno dare più di un grattacapo ai giocatori.

Giocare a Black Out è, alla prima partita, come giocare a un altro titolo e anche la grafica del gioco subisce un certo downgrade per reggere i 60 FPS all’interno di una mappa enorme come quella presente.

Certo, ci saremmo aspettati un po’ di originalità in più da un team come Treyarch, non una copia carbone di PUBG solo per sfruttare l’onda del momento. Sta di fatto che se vi piace questo tipo di modalità, in Black Out troverete ore e ore di divertimento senza troppi bug o rallentamenti. Bisognerà vedere se questa modalità riuscirà a fare breccia nel cuore dei giocatori abituati a PUBG e Fornite e ad imporsi come nuovo standard dei Battle Royale sul mercato.

Conclusioni

Sul versante tecnico Call of Duty: Black Ops 4 non fa gridare al miracolo, porta a casa il risultato con texture di buona qualità, ma non eccelse, animazioni non sempre brillanti e i suoi 60 FPS ben tenuti. COD d’altronde non è mai stato il gioco dal graficone da urlo e questa quarta incarnazione di Black Ops votata al multiplayer conferma questa tendenza.

[amazon_link asins=’B07B63ZHCB,B07DWHT4H5,B07B5WCXSK,B07B658BR7′ template=’ProductCarousel’ store=’gamspri02-21′ marketplace=’IT’ link_id=’45a3907c-d131-11e8-916f-cfe3a314d8cf’]

Il netcode invece si è dimostrato quasi sempre stabile, con alcuni piccoli problemi di disconnessione durante la modalità Battle Royale, ma che si sono verificati davvero di rado.

La direzione esclusivamente multiplayer di Call of Duty: Black Ops 4 si dimostra una scelta oculata, principalmente tenendo conto del volere popolare; chi ha amato la campagna single player ne sentirà la mancanza, ma chi preferisce invece il lato multigiocatore avrà sicuramente pane per i suoi denti per ore e ore di gioco. L’offerta comprende tre diverse modalità completamente differenti l’una dall’altra e tutte ben curate sotto ogni aspetto. Treyarch e Activision hanno dunque raggiunto un buon risultato sul versante multigiocatore, che sicuramente farà la gioia dei fan più hardcore, ma allo stesso tempo hanno dovuto sacrificare una parte di ciò che rendeva COD tale.

Call of Duty: Black Ops 4

Pro
  • Gunplay sempre ad alti livelli
  • Tre modalità differenti e vastissime
  • La modalità Zombie è più in forma che mai
Contro
  • La campagna single player ci è mancata
  • La modalità Battle Royale non apporta molte innovazioni al genere
  • Qualità grafica altalenante
Exit mobile version