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MIT: secondo uno studio ChatGPT aumenta la produttività e riduce le disuguaglianze

I ricercatori americani dimostrano l'impatto dell'AI su 444 professionisti

Uno studio del MIT rivela l’efficacia di ChatGPT per aumentare la produttività nelle mansioni che richiedono l’uso di scrittura, ma anche una diminuzione delle disuguaglianze fra i lavoratori. Infatti, chi solitamente ha più difficoltà nella stesura dei testi raccoglie benefici maggiori dall’utilizzo dell’AI. Lo studio americano sottolinea, inoltre, una maggiore soddisfazione sul lavoro da parte degli utenti che utilizzano il chatbot come supporto nella creazione di testi.

ChatGPT aumenta la produttività e riduce le disuguaglianze, secondo MIT

Lo studio di Shakked Noy e Whitney Zhang del MIT resta ancora un “working paper”, quindi non ancora controllato da altre università e centri di ricerca per replicare i risultati. Quindi trarre conclusioni definitive potrebbe essere prematuro. Ma i risultati che emergono sembrano sottolineare l’impatto positivo di ChatGPT nel mondo del lavoro, soprattutto per aiutarli nella composizione di testi scritti.

I due ricercatori hanno contattato 444 professionisti, tutti laureati al college, per poi esporre metà di loro all’utilizzo di ChatGPT. Il primo dato incoraggiante riguarda la semplicità di utilizzo. Prima del test, il 70% aveva sentito parlare dell’AI di OpenAI, sebbene solo il 30% lo avesse già utilizzato.

Tuttavia, il 92% ha saputo registrarsi al chatbot e l’81% ha deciso di utilizzarlo sulla seconda mansione, dimostrando di essersi trovati bene nel primo approccio. I ricercatori riportano che anche una percentuale tra il 10 e il 20% del gruppo di controllo ha utilizzato ChatGPT, senza nessuna richiesta da parte loro (i ricercatori non pensano che questo infici il risultato della ricerca.

L’impatto di ChatGPT sulla produttività

Secondo quanto emerge dallo studio, se il gruppo di controllo impiegava 27 minuti a scrivere il primo testo assegnato, il gruppo che usava ChatGPT ha ridotto di dieci minuti il tempo necessario: un calo del 37%, oltre un terzo.

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Una seconda parte dell’esperimento (che ha coinvolto il 30% del campione), ha visto i ricercatori proporre di sistemare usando ChatGPT un testo già scritto nella prima fase. Il 23% dei partecipanti ha deciso di sostituire la risposta di ChatGPT alla propria, mentre il 25% l’ha usato per migliorare il proprio testo scritto.

Un supporto che riduce le disuguaglianze

ChatGPT

Un altro test ha messo a confronto la differenza della qualità del testo scritto, valutata con un voto (come a scuola). Dopo aver effettuato un test per valutare i partecipanti, metà ha eseguito un’altra mansione senza usare ChatGPT mentre l’altra metà si è fatta aiutare dal chatbot. Il primo gruppo ha ottenuto in media risultati simili al primo testo. Chi ha usato ChatGPT invece ha ridotto le differenze. Questo perché chi ha meno abilità nello scrivere ha beneficiato di più di chi ha più competenze.

Secondo quanto riportano i ricercatori, ChatGPT aiuta in due modi chi scrive. Da un lato, sostituisce lo sforzo di produrre testi accettabili, riducendo il tempo passato su una singola mansione (una email, per esempio). Dall’altro lato, offre un supporto su più fasi della progettazione di un testo: può essere usato nel brainstorming iniziale, nel creare una prima bozza da correggere oppure per migliorare una bozza già pronta.

La festa del copia e incolla

I ricercatori avevano ipotizzato che i professionisti avrebbero passato molto tempo per correggere e migliorare i testi di ChatGPT, conducendo a voti più alti – qualcosa che avrebbe suggerito il vantaggio competitivo di aggiungere l’intelligenza umana a quella artificiale.

In effetti, la struttura del lavoro sembra cambiata per chi utilizzava ChatGPT. Se prima passavano il 25% a riflettere su cosa scrivere, il 50% a fare una bozza e il 25% a correggere, queste ultime due percentuali si invertono utilizzando il chatbot.

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Tuttavia, il 68% dei partecipanti ha fornito il risultato di ChatGPT senza nessuna forma di editing: la produttività aumenta, ma il lavoro lo fa soprattutto il chatbot. Infatti, in media i lavoratori passavano tre minuti su ogni mansione, copiando e incollando grandi parti del testo.

Ma questo non sembra incidere sulla qualità: in media, non c’è stata differenza nei voti di chi ha passato più tempo a editare rispetto a chi ha solo fatto copia e incolla.

ChatGPT aumenta produttività e soddisfazione

Dai test, emerge evidente la maggiore produttività nella stesura di test utilizzando il chatbot. I lavoratori hanno impiegato meno tempo. Ma hanno anche ridotto le differenze comunicative fra i partecipanti: chi solitamente ha un cattivo rapporto con la scrittura non ha ricevuto voti pesantemente peggiori di chi invece comunica efficacemente.

I ricercatori hanno chiesto ai lavoratori di valutare da uno a dieci la soddisfazione nel compiere la mansione e la loro efficacia nel farlo. L’aumento della soddisfazione sembra evidente secondo i dati raccolti dal MIT. La valutazione dell’efficacia invece aumenta solo di poco.

Dopo il test, i lavoratori erano ottimisti riguardo il futuro di questa tecnologia, con una percentuale minore che si diceva preoccupata di venir sostituita dall’intelligenza artificiale. Questa percentuale, comunque più bassa, aumenta leggermente nel gruppo che ha utilizzato il chatbot di OpenAI.

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I ricercatori hanno anche risposto a un questionario dopo due settimane dal test. Il 33% di quelli che hanno utilizzato ChatGPT sono tornati a utilizzarlo, con gli utenti che in media danno un voto di 3,65 su 5 all’utilità del chatbot.

Il futuro del chatbot

Uno studio da solo non fa scienza – serviranno conferme più solide sugli effetti di questa tecnologia. Ma il fatto che un così grande numero di utenti l’abbia sfruttato con successo dimostra che il mercato di ChatGPT potrebbe ancora aumentare in futuro. E se le questione legate alla privacy, che hanno portato al ban in Italia, non vanno sottovalutate, studi come quello del MIT dimostrano che è uno strumento utile.

Il recente incontro fra il Garante della Privacy italiano e OpenAI potrebbe risolvere il bandolo della matassa riguardo il trattamento dei dati. Mentre sarà più difficile prevedere i potenziali impatti sul mercato del lavoro e sull’economia più in generale. Ma se lo strumento risulta davvero efficace nell’aumentare produttività e soddisfazione quanto la ricerca del MIT dimostra, ChatGPT è qui per restare.

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Source
MIT

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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