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ChatGPT diagnostica la malattia di un bambino: 17 medici avevano fallito

I problemi fisici di Alex sono durati tre anni

Da quando l’intelligenza artificiale generativa è entrata con impeto nelle nostre vite, sembra che in pochi si siano davvero adoperati a capire come funziona.

È molto più attraente dividersi in due categorie di tifosi, e decidere che ChatGPT e software affini saranno la salvezza, oppure la rovina, dell’umanità.

Per fortuna ci sono interventi (e libri, come uno da noi recensito di recente) che cercano di mettere ordine, e di invitare a un atteggiamento razionale, e dunque costruttivo, sull’argomento.

Come accade per ogni grande novità scientifica o tecnologica, ricordiamo per l’ennesima volta che è fondamentale l’uso che se ne fa. E per gli infaticabili detrattori dell’IA generativa, la notizia di oggi è un duro colpo. Perché ChatGPT ha addirittura diagnosticato una malattia, dopo che ben 17 medici avevano fallito. Scopriamo cosa è successo.

ChatGPT 1

La misteriosa malattia di Alex

A raccontare la vicenda della malattia di Alex è la madre Courtney, che per motivi di privacy omette il suo cognome e la città di residenza.

In un’intervista a Today, Courtney ha raccontato che i dolori di suo figlio Alex sono iniziati nel 2020, in pieno lockdown. Il bambino, allora di quattro anni, lamentava dolore cronico, ma anche problemi di masticazione. Da lì una visita dal dentista e poi dall’ortodontista, che ha spiegato come i problemi di respirazione notturna di Alex sarebbero stati causati dalla ridotta dimensione del palato. Un dispositivo medico nel cavo orale ha migliorato solo momentaneamente la situazione, ma poi i sintomi si sono aggravati.

Alex aveva praticamente smesso di crescere. Così sono stati interpellati pediatri, neurologi, otorinolaringoiatri. In tre anni, ben diciassette medici contattati hanno fornito le più svariate diagnosi, nessuna delle quali è stata risolutiva.

ChatGPT e la diagnosi della malattia

Un giorno, preda della disperazione, Courtney ha chattato con ChatGPT, cercando di circostanziare il più possibile i sintomi di Alex. Copiando dalla cartella clinica, ha inserito nella conversazione gli esiti di tutti gli esami a cui si è sottoposto suo figlio.

Ed ecco che ChatGPT ha fornito la sua diagnosi della malattia: sindrome del midollo ancorato, conosciuta anche come spina bifida occulta o sindrome da ancoraggio midollare.

La diagnosi diversa dalle precedenti ha incuriosito Courtney. Che prima si è rivolta a un gruppo Facebook, poi ha contattato un neurochirurgo specializzato in questa patologia. Il medico ha visitato Alex e ha confermato la diagnosi. Il bambino è stato quindi sottoposto a un intervento chirurgico per correggere la colonna vertebrale, e ora è nella fase di recupero.

ChatGPT e la medicina

Il fatto che ChatGPT abbia indovinato la diagnosi della malattia di Alex non deve far gridare al miracolo.

“Nutrito” da tantissime informazioni anche di ambito medico, il software è come se fosse un medico espertissimo e aggiornatissimo in ogni ambito. Questo, naturalmente, non significa che ChatGPT potrà sostituire la diagnosi di medici umani, né che raggiungerà l’infallibilità. Ma di certo potrà essere un validissimo assistente.

D’altronde, meno una malattia è nota e più è difficile individuarla con precisione. Viene in mente Medici, l’episodio finale del film Caro diario, dove Nanni Moretti racconta la storia (vera) della propria odissea tra medici di diversi indirizzi, che per mesi sono stati incapaci di diagnosticargli un linfoma di Hodgkin.

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ChatGPT come assistente medico e psicologico

Da quando ChatGPT è sul mercato, si sta valutando da più parti la sua affidabilità in campo medico.

Lo scorso maggio, ad esempio, Il Sole 24 Ore ha chiesto a dieci medici di interrogare ChatGPT sulle loro discipline di riferimento. Sollecitato su oncologia, pediatria, neurologia, infettivologia e altro, il software ha più o meno sempre risposto in modo accettabilmente corretto, ma con qualche lacuna, a volte vistosa.

A conferma del fatto che le sue diagnosi possono essere di supporto, ma devono necessariamente essere supervisionate da specialisti. Senza dimenticarsi che, nel tempo, il prodotto di OpenAI dovrebbe rivelarsi sempre più affidabile.

C’è poi chi – lo riporta Wired in un articolo di giugno – fa appello a ChatGPT anche per consigli di carattere psicologico.

Crediamo siano intuitivi i rischi e i limiti di questa pratica. Anche perché, ricordiamolo, uno degli elementi fondamentali della terapia psicologica è la relazione che si instaura tra il professionista e chi si affida alle sue cure.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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