fbpx
La macchina del tempoRubriche

La pista per le macchinine elettriche: la Formula 1 in salotto. La macchina del tempo

La comodità di diventare campioni automobilistici a casa propria

Qualche mese fa, sempre su questa rubrica, vi abbiamo parlato dei trenini elettrici.

Ironizzando sul fatto che, a pensarci bene, non si comprendeva tutto il divertimento insito nel trascorrere settimane a montare binari su binari. Per poi collocarvi sopra locomotore e vagoni, e vederli muoversi a una velocità non esattamente irresistibile.

Forse, concludevamo scherzosamente, i trenini elettrici avevano invaso la nostra giovinezza allo scopo di ipnotizzarci, e prepararci così a un futuro da cittadini disciplinatissimi.

Tuttavia, ecco che davamo una chance a quel gioco: un senso lo si poteva probabilmente rinvenire nell’aspetto modellistico della moda dei trenini. Anche se, aggiungevamo nell’articolo, ci sembrava più un’attrazione da adulti che non da bambini.

Comunque siano andate le cose, qualche decennio fa non c’è stato il monopolio degli Orient Express in miniatura. La controparte rock dei trenini è stata degnamente rappresentata dalle piste per le macchinine elettriche. Ed è a loro che oggi dedichiamo il nostro tributo.

pista auto elettriche

La pista per le macchinine elettriche

Concordiamo con voi, se avete appena pensato che pista per le macchinine elettriche non è esattamente una locuzione che può ambire a diventare una voce di enciclopedia.

D’accordo, e allora per una volta partiamo dal nome. A voler essere filologicamente irreprensibili, dovremmo forse parlare di pista per slot car. Essendo le slot car i modellini di auto da corsa da utilizzare appunto su pista elettrica. Oppure, a voler giustamente rifiutare fin dove possibile l’inglese, potremmo chiamarla autopista elettrica.

Ma in un modo o nell’altro ci si capirebbe poco. Qualche decennio fa si giocava alla pista per le macchinine (l’aggettivo elettriche si usava e non si usava), punto. Anzi, non so voi, ma noi il più delle volte ci limitavamo a dire semplicemente: “Adesso montiamo la pista”.

Cenni tecnici

Questa rubrica, si sa, poggia sulla malinconia venata di ironia, quindi i dati tecnici o cronologici ci interessano relativamente.

Cosa sia la pista per le macchinine elettriche nemmeno dovremmo dirvelo: è una pista giocattolo sui cui scorrono due o più coppie di binari elettrificati. Lungo i quali impazzano le automobiline da corsa o da rally, guidate da un comando che di solito prevedeva un freno (ignorato) e un acceleratore (che quasi sempre dava luogo a finali catastrofici). Ci è stato detto che oggi i comandi delle nostre amate piste funzionano con tecnologia wireless, ma noi abbiamo fatto finta di non aver capito.

Cenni storici

Vale la pena di far notare che le piste per le macchinine elettriche esistono da tempi davvero non sospetti. Addirittura dal secondo decennio dell’Ottocento!

Anche se hanno iniziato a diffondersi in modo piuttosto capillare dal 1957. E questo soprattutto in Inghilterra, grazie all’azienda Scalextric.

Tutti noi ricordiamo che in Italia, dove la moda ha attecchito con qualche anno di ritardo, l’autopista elettrica è stata sinonimo dell’azienda milanese Polistil, inizialmente nota come Politoys.

Generalmente, la pista per le macchinine elettriche era in scala 1:32, mentre per un utilizzo collezionistico professionale la scala saliva a 1:24.

Il primo club italiano per appassionati di questo passatempo è del 1964, mentre la pista più lunga (non domestica, ci auguriamo) misura la bellezza di 86 metri.

Il ponte tra realtà e… videogiochi

La pista delle macchinine elettriche è un curioso ibrido che sposta la sana pratica dei giochi all’aperto all’interno delle mura domestiche.

Tuttavia ha ancora, in un certo senso, le fattezze del gioco-gioco: la pista, composta di pezzi rettilinei e curvi, è assemblabile a proprio piacimento, spesso le macchinine sono realistiche, e l’effetto del loro scorrere sui binari è abbastanza verosimile, e di certo molto entusiasmante.

Da lì a qualche anno, ci si sarebbe trasferiti davanti a uno schermo (a casa o al bar), e tramite un volante di plastica ci si sarebbe messi alla guida di auto virtuali, con la coda di coetanei che – gettone alla mano – non vedeva l’ora di sostituirci alla guida.

I motivi del successo

La pista delle macchinine elettriche, in effetti, sommava una serie di elementi di fascinazione.

Intanto, il culto (soprattutto maschile: così va la cultura, noi siamo incolpevoli) dei motori e della Formula 1. Poi, il mito della velocità e quello della competizione. A cui va aggiunto, aspetto da non sottovalutare, quel godimento perverso (Freud ci ha insegnato che si chiama pulsione di morte, ma non approfondiamo) del vedere la propria vettura uscire di pista in curva e finire sotto il sofà. E per finire, la componente del modellismo, visto che le macchinine spesso ricalcavano con un certo grado di fedeltà i modelli che si sfidavano nelle piste vere.

Insomma: abbiamo assistito al passaggio dal reale al virtuale e non ce ne siamo accorti, concentrati come eravamo nel sorpassare nostro cugino.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

🌍 Giornata della Terra: ciascuno può dare il suo piccolo contributo per salvaguardarla
 
🍿Fallout: tutte le domande irrisolte alle quali la Stagione 2 dovrà rispondere
 
🛞Come scegliere gli pneumatici estivi per l’estate? I fattori da considerare
🤯Google licenzia 28 dipendenti per proteste contro il progetto Nimbus in Israele
 
✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button