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Oggi si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa

La ricorrenza quest’anno assume un significato particolare

Oggi è il 3 maggio, e come ogni anno dal 1993 si celebra la Giornata mondiale della libertà di stampa.

Quest’anno la ricorrenza cade in un periodo davvero particolare. Stiamo scoprendo giorno dopo giorno come le notizie provenienti dal conflitto russo-ucraino siano manipolate ad arte, sottaciute o gonfiate a seconda dell’esigenza della propaganda.

Lo scorso anno, nell’articolo in cui si abbiamo parlato di questa giornata, c’eravamo concentrati sulla libertà di stampa in Italia e nel mondo. Specificando come nel nostro Paese la situazione non fosse certo delle più rosee.

Ma dallo scorso 24 febbraio la situazione è precipitata. Certo, già durante la pandemia la disinformazione è purtroppo allignata, soprattutto sui social. Ma dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, come abbiamo sottolineato in diversi articoli, è davvero difficile districarsi e saper filtrare – dalla mole di notizie che ogni giorno ci arrivano – quelle autentiche dalle fake news.

Dallo scorso anno a oggi, poi, è esploso a più riprese lo scandalo dei Facebook Papers. Che ha seriamente minato la credibilità della principale piattaforma social, e più in generale dei social media.

Ma andiamo con ordine: cos’è, e quando nasce, la Giornata mondiale della libertà di stampa?

libertà di espressione

La Giornata mondiale della libertà di stampa

La Giornata mondiale della libertà di stampa (World Press Freedom Day) è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1993.

L’obiettivo della ricorrenza è quello di stimolare Governi e istituzioni a caldeggiare la libertà di espressione in tutte le sue forme. La libertà di parola è sancita dall’articolo 19 della Dichiarazione dei diritti umani del 1948.

È stata scelta la data del 3 maggio per commemorare una tavola rotonda dell’UNESCO che si è svolta a Windhoek, in Namibia, il 3 maggio del 1991. Da quell’incontro è stata redatta la Dichiarazione di Windhoek, che sancisce l’importanza dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media.

L’edizione 2022

Quest’anno, come possiamo leggere sul sito ufficiale dell’UNESCO, la conferenza mondiale che si tiene ogni anno “viene organizzata in Uruguay dal 2 al 5 maggio in modalità mista, in presenza e online, ed ha come tema Journalism under Digital Siege (Il giornalismo sotto l’assedio digitale), con un focus sull’impatto dell’era digitale sulla libertà di espressione, sulla sicurezza dei giornalisti, sull’accesso all’informazione e sulla privacy”.

Il premio Guillermo Cano Isaza

Ogni anno, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, viene conferito il premio UNESCO titolato a Guillermo Cano Isaza. Ovvero un giornalista colombiano assassinato nel 1986 davanti alla sede del giornale El Espectador di Bogotá, con cui collaborava. Mandanti dell’assassinio sono stati i vertici dei cartelli della droga in Colombia, che mal tolleravano gli articoli di denuncia di Guillermo Cano Isaza.

Il premio va a persone, organizzazioni o istituzioni che contribuiscono alla difesa e alla promozione della libertà di stampa, anche esponendosi a seri rischi.

Quest’anno il riconoscimento sarà assegnato all’Associazione Bielorussa dei giornalisti “BAJ”, candidata da 46 Paesi, tra cui l’Italia, attraverso una iniziativa europea.

L’indice mondiale della libertà di stampa

Ogni anno il World Press Freedom Index di Reporter Senza Frontiere segnala lo stato della libertà di stampa in 180 Paesi.

I tre Paesi più liberi risultano, dal primo al terzo, Norvegia, Danimarca e Svezia. Fanalino di coda la Corea del Nord. Centocinquantacinquesima la Russia, mentre l’Ucraina si trova alla posizione 106.

Illuminante l’analisi globale dei dati, che parla degli “effetti disastrosi delle notizie e del caos dell’informazione: gli effetti di uno spazio informativo online globalizzato e non regolamentato che incoraggia le fake news e la propaganda.

All’interno delle società democratiche crescono le divisioni dovute alla diffusione dei media d’opinione secondo il modello Fox News e alla diffusione di circuiti di disinformazione amplificati dal funzionamento dei social media.

A livello internazionale, le democrazie sono indebolite dall’asimmetria tra società aperte e regimi dispotici che controllano i loro media e piattaforme online mentre conducono guerre di propaganda contro le democrazie. La polarizzazione su questi due livelli sta alimentando una maggiore tensione.”

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La libertà di stampa in Italia

Quest’anno l’Italia, dopo due anni consecutivi in cui si era piazzata in una non troppo onorevole quarantunesima posizione, è scivolata al cinquantottesimo posto.

Nell’analisi possiamo leggere che “Per la maggior parte, i giornalisti italiani godono di un clima di libertà. Ma a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, o per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, o per evitare una denuncia per diffamazione o altre forme di azione legale, o per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o criminalità organizzata.”

E ancora, “Un certo grado di paralisi legislativa sta frenando l’adozione di vari progetti di legge che sono stati proposti per preservare e persino migliorare la libertà giornalistica. Questo spiega in parte i limiti che alcuni giornalisti incontrano nel loro lavoro. La diffamazione deve ancora essere depenalizzata e la pandemia ha reso più complesso e laborioso per i media nazionali accedere ai dati in possesso dello Stato.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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