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Il “Chiaro di Luna” di Debussy diventa un NFT

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Chiaro di Luna Debussy

L’idea che il “Chiaro di Luna” di Debussy possa diventare un NFT è già incredibile di per sè. Ma lo è ancora di più se il brano del noto compositore francese viene riprodotto sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), e raggiunge l’orbita terrestre nel suo formato digitale. E così è accaduto. Grazie all’incredibile intuizione di Nanoracks, una società privata di servizi spaziali, e Artemis Music, un’etichetta indipendente che distribuisce per lo più musica online. Il risulto della collaborazione, come potete immaginare, è stato spaziale.

Il “Chiaro di Luna” di Debussy riprodotto nello spazio diventa un NFT

Nanoracks e Artemis Music hanno collaborato per rendere il “Chiaro di Luna” di Debussy un NFT. Ma non si sono affatto accontentati di farlo nel più semplice dei modi. Anzi, hanno lavorato per trasmettere il brano interpretato dal pianista Wing-Chong Kam sulla Stazione Spaziale Internazionale, durante un’intera orbita del pianeta. E una volta finito lo hanno riportato sulla Terra e certificato come NFT. Un’idea alquanto stravagante, che però cavalca alla perfezione la moda dei no-fungible-token. Appena qualche mese fa, se lo ricordate, l’opera digitale di Beeple è stata venduta per ben 69 milioni di dollari.

All’inizio di Luglio, invece, il fondatore dell’Internet moderno Tim Berners-Lee ha venduto all’asta un NFT del codice sorgente del suo primo browser. E la scorsa settimana persino una domanda di lavoro di Steve Jobs è stata venduta come NFT per oltre 300mila dollari. Insomma, il mercato degli NFT in crescita. E per quanto questo abbia i suoi risvolti positivi, come la possibilità di preservare i diritti dell’autore delle opere, ci sono anche molti aspetti negativi che hanno finito finire questa tendenza al centro delle critiche. A quanto pare, al pari delle criptovalute, anche gli NFT hanno un pessimo impatto sull’ambiente.

Ma poco sembra importare a chi lavora nel settore. E lo dimostra bene l’idea di rendere un non-fungible-token anche l’incredibile “Chiaro di Luna” di Debussy. Anzi, siamo certi che questo abbia solo aperto la strada alla possibilità di riprodurre brani sulla Luna, Marte o chissà dove.

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