Sono passati già 5 anni da quel 18 maggio 2017, quando Chris Cornell decise di togliersi la vita, dopo un concerto dei Soundgarden tenutosi a Detroit. In queste ore sono stati numerosi gli artisti, i colleghi e gli amici del cantante ad omaggiarlo come uno dei grandi che ha abbandonato questa dimensione troppo presto, a 52 anni.
Talento, disperazione e il timbro vocale unico di Chris Cornell
Cornell aveva raggiunto la notorietà con la sua band, i Soundgarden, all’inizio degli anni 90, dove il gruppo si impose come uno dei gruppi di punta della scena grunge di Seattle, insieme a Nirvana e Alice in Chains. Parallelamente fonda i Temple of The Dog, e dopo lo scioglimento dei Soundgarden prosegue con una carriera solista costellata di apprezzamenti di critica e fan. Cornell era noto per la sua duttilità vocale e capacità espressive fuori dall’ordinario, con un timbro graffiato ma allo stesso tempo sottile e stridente. Insomma, una di quelle voci che ti sputano disperazione da ogni nota.
Nel 2001 i Rage Against The Machine restano orfani del frontman Zach de la Rocha, che ha deciso di prendersi una pausa dal gruppo, e allora Cornell si unisce a loro fondando gli Audioslave. Il risultato sono tre dischi potentissimi, capaci di mescolare tutta l’energia dei RATM con la disperazione di Cornell. La sua carriera solista intanto prosegue, e nel 2006 firma anche You Know My Name, che finirà nella colonna sonora di 007 – Casino Royale.
Intanto i tempi sono maturi per una reunion con gli amati Soundgarden, oramai divenuti band di culto dopo la scomparsa progressiva della scena grunge di Seattle. Proprio dopo un concerto della band a Detroit, nella sua stanza di albergo, Chris Cornell decise di togliersi la vita e di privare il mondo del suo talento. Era da poco passata la mezzanotte del 18 maggio 2017.
Da allora passati cinque anni, ma Chris Cornell, per molti, è ancora vivo.
- Reiff, Corbin (Autore)