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Clubhouse, il social che sancisce il successo dell’interazione vocale

Prima gli assistenti vocali, e poi Clubhouse, hanno sancito la predilizione degli utenti per l'interazione vocale

Prima erano le immagini, poi i video, e adesso l’interazione vocale. Stando a quanto rilevato da Spitch, azienda leader di soluzioni di Communication Automation, gli utenti preferiscono parlare ad un dispositivo piuttosto che digitare su una tastiera. Ecco allora spiegata la crescita costante dell’uso di assistenti vocali e voicebot basati sull’Intelligenza Artificiale. Così pure come l’incredibile successo di Clubhouse, il social che fa della voce la sua protagonista assoluta. Anzi, grazie alla piattaforma, gli utenti ora non si trovano più a dover interagire con una macchina, bensì con altre persone in carne ed ossa, che possono ascoltare ma non vedere. Una nuova frontiera del social network, non c’è da dire altro.

Clubhouse successo: così gli utenti preferiscono interagire a voce

Clubhouse risponde sicuramente alla naturale esigenza, sempre più diffusa e sentita, anche a livello di social media, di riportare l’interazione al suo medium naturale e informale: la voce. L’originalità di questo mezzo ci dimostra che si stanno avvicinando i tempi in cui smetteremo di passare buona parte della giornata con lo sguardo basso, a scrollare e digitare su uno schermo“. Così Rosa Maria Molteni, Marketing & Communication Manager di Spitch, commenta il successo dell’App. Ma non è tutto oro quel che luccica. Anche se la piattaforma ha conquistato milioni di utenti in tutto il mondo.

Clubhouse privacy

L’applicazione non sembra godere di una buona privacy policy, il che ha messo sin da subito in allerta il Garante Italiano. Non solo buona parte del flusso dei dati dell’App si poggia su di una società con sede a Shangai – Agora -, ma la piattaforma sembra essere priva di una crittografia all’avanguardia. In poche parole, non c’è nulla di sicuro (o quasi) su Clubhouse. Un vero e proprio peccato, come riferisce la stessa Molteni. La manager di Spitch sostiene infatti che “la biometria vocale e i bot basati sulle interazioni cliente/contact centre aprono ampie possibilità in termini di customer experience e sicurezza“. Ma solo quando vengono progettati attentamente, e con grande rispetto dei dati degli utenti.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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