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La bufala della settimana: Liliana Segre e i no vax

Ma la senatrice a vita ha iniziato a denunciare

Anche se la pandemia da Coronavirus ha smesso da tempo di guadagnare le prime pagine dei giornali, non si pensi che le bufale sul Covid appartengano solo al passato.

Al contrario, sono sempre piuttosto frequenti, anche se magari oggi – più che essere usate per far circolare false informazioni sulla fantomatica dannosità dei vaccini o altri complottismi – sono adoperate ad arte per gettare discredito su personalità apertamente favorevoli alle vaccinazioni. Anche se non mancano fake news di taglio per così dire classico, divulgate al solo scopo – forse ormai tardivo – di mettere in dubbio l’utilità della campagna vaccinale.

Anche negli ultimi giorni abbiamo riscontrato la circolazione di bufale dell’una e dell’altra categoria. Accenneremo anche alle seconde: partiamo però da una fake news ritagliata su misura su – o meglio contro – una specifica persona. Ovvero la bufala su Liliana Segre che contro i no vax avrebbe incitato alla discriminazione.

liliana segre

Liliana Segre discrimina i no vax (?)

Sembra anche a voi, cari lettori, che nel titolo del paragrafo ci sia qualcosa fuori posto?

Certo: la frase è un involontario paradosso. Liliana Segre oggi è senatrice a vita e presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

Ciò in virtù del fatto che Liliana Segre, superstite dell’Olocausto, da decenni è infaticabile nella sua opera di divulgazione – tramite la propria testimonianza diretta – degli orrori della Shoah. E da lì, per contrasto, promotrice di tolleranza e inclusione.

Liliana Segre, insomma, avrebbe mai potuto suggerire una qualche azione discriminatoria nei confronti di chicchessia? Eppure…

Liliana Segre e la discriminazione ai no vax: la bufala

Eppure, sui social è circolato un tweet apparentemente originato dall’account di Repubblica, nel quale possiamo leggere: “Liliana Segre torna con autorità sui No-Vax e chiarisce una volta per tutte la distinzione fra fascismi buoni e fascismi cattivi. «Discriminare i no-vax è sacrosanto. Anzi: si poteva escluderli ancora di più dalla vita pubblica e isolarli dalla società migliore. Si continui».”

Abbiamo detto apparentemente, perché a guardare con un minimo di attenzione si può notare che l’account, in realtà, è quello di “Repubbilca” (scritto così, con la “i” che precede la “l”). E ne occorre anche meno, di attenzione, per notare come accanto al nome dell’account campeggi la dicitura “Parody”.

Da una bufala all’altra

Lo stesso account parodistico, nella giornata di mercoledì 9 novembre (data non casuale, e a breve spiegheremo perché), ha pubblicato una falsa smentita della Segre, ancor meno credibile – per tono e frasario – della prima dichiarazione: “Liliana Segre e lo scandalo del fake tweet del sito-parodia di Repubbilca. «Mi hanno messo in bocca parole fasciste contro i novax. Questa non è satira, ma linciaggio. Sono agli antipodi di qualsiasi pensiero di stampo fascista. Costoro andrebbero trattati con l’olio di ricino».”

Verrebbe da sorridere, se l’argomento non fosse così tragico. Così come viene da sorridere nel constatare, per l’ennesima volta, come la volontà di condividere uno scoop superi di gran lunga la capacità di vagliare criticamente le notizie.

Discriminare no, denunciare sì

Il 9 novembre, dicevamo, non è una data casuale.

Perché se è vero che Liliana Segre non ha mai detto di discriminare i no vax, la stessa senatrice a vita ha dichiarato – proprio il 9 novembre – di non accettare più minacce e insulti passivamente.

Segre ha ricordato di essere la persona più anziana d’Europa ad avere necessità di una scorta per le minacce (anche di morte) che riceve. Quelle indirizzatele dai no vax, ha fatto sapere, se saranno firmate si ritorceranno contro l’estensore: partirà la relativa denuncia.

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Le altre recenti bufale sul Covid

Dicevamo che negli ultimi tempi non sono nemmeno mancate fake news sul Coronavirus di matrice più canonica.

Tra le altre ne citiamo due. Una è stata addirittura pubblicata su La Verità (giornale che, a dispetto del proprio nome, spesso trae conclusioni un po’ troppo affrettate sui dati inerenti il Coronavirus). E vorrebbe che secondo l’Istituto superiore di sanità siano – paradossalmente – i vaccinati ad ammalarsi più facilmente di Covid. Ma l’Iss non ha mai affermato nulla del genere.

Un’altra bufala recente sul Coronavirus si è palesata sotto forma di manifesti apparsi a Milano e in altre città italiane. Manifesti che riportavano dati allarmanti su presunti “eventi avversi da vaccino”. Ma quei dati, oltre a essere stati sovrastimati, riguardano casi sospetti e non accertati.

Siamo alle solite: contro la diffusione di bufale, c’è un vaccino infallibile (e gratuito). Ossia la possibilità – che tutti abbiamo – di analizzare le notizie e verificarne l’attendibilità della fonte.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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