La scena del film Caro diario è ben nota: Nanni Moretti gira per le strade di Roma in sella alla propria Vespa e rivendica il fatto di essere uno splendido quarantenne.
Lo stesso possiamo dire oggi del personal computer che ci ha fatto sentire tutti dei nipotini della Nasa. Nel 1983 esce nelle sale Wargames, la pellicola che ci ha raccontato come – con un PC e un po’ di intraprendenza – si possano scongiurare catastrofi nucleari. Ma noi lo sapevamo già, perché l’anno prima, nel 1982, nelle nostre case era entrato nientemeno che il Commodore 64. Incredibile: l’universo ci sembrava più a portata di clic allora che oggi.
Il Commodore 64
In un’Italia ancora sballottata dalla vittoria dei Mondiali di calcio in Messico, nel settembre del 1982 (un mese dopo il lancio negli Stati Uniti) ha fatto irruzione un computer destinato a diventare leggendario.
Il suo packaging era magari un po’ rozzo, e – per quanto presentato come avveniristico – aveva una potenza che oggi fa sorridere. Ovvero un processore MOS 6510 a 8bit (da meno di un megahertz), 64KB di Ram e 20KB di memoria. Uno smartphone del genere, nel 2022 verrebbe spernacchiato.
Eppure il Commodore 64 è stato venduto, nei dodici anni di vita, in circa 17 milioni di pezzi. E questo perché, almeno secondo i parametri di allora, il C64 era in grado di fare tutto.
Certo, c’erano i giochi, che facevano storcere il naso ai genitori. Ma poi, quando i giovani di famiglia spiegavano che il Commodore 64 permetteva anche di programmare in Basic, i più anziani tacevano e guardavano compiaciuti i nuovi rampolli.
Chiariamo: se genitori e nonni non hanno mai saputo cosa fosse il Basic, siamo pronti a scommettere che anche una vasta percentuale di ragazzi abbia bellamente ignorato le virtù di quel linguaggio di programmazione. Però, ecco, faceva scena.
“Commodore è un buon regalo”
Su questa ambivalenza (strumento per il divertimento e per l’apprendimento) si è in effetti giocata la campagna promozionale e pubblicitaria del Commodore 64.
Molti dei nostri lettori meno giovani si ricorderanno lo spot-tormentone accompagnato dalla canzoncina “Commodore è un buon regalo”. Che, a rivederlo adesso, fa una tenerezza infinita. Ma che, con gli occhi di allora, poteva davvero sembrare persuasivo: se si acquista il Commodore 64 entra in casa il futuro, con cui ci si può intrattenere ma che, nel contempo, permette di imparare.
Il povero Commodore VIC-20
Ora che non ci sente nessuno, a distanza di anni lo possiamo confessare: il Commodore 64 lo si usava per giocare. E ci si doveva sottoporre ai ritmi infernali del registratore, che caricava giochi come International Soccer o Pole Position solo se l’equilibrio atmosferico dell’intero quartiere era perfetto. Volava una mosca quattro vie più in là? Il gioco non partiva.
Eppure, in quegli anni sembrava davvero di essere alla guida di un’auto di Formula 1 o di giocare partite di calcio in palcoscenici internazionali.
E così, i poveri ragazzi che non avevano fatto il salto di qualità venivano snobbati. Ci riferiamo a coloro che ancora possedevano un VIC-20, il modello che ha preceduto il Commodore 64.
Ogni volta che qualcuno invitava gli amici a casa propria per una sessione di videogame a casa, veniva guardato con apprensione. Se dichiarava di possedere un Commodore 64, diventava il protagonista di scene di giubilo. Se invece ammetteva di avere un VIC-20, quando andava bene doveva incassare una serie di scuse o alibi di chi aveva improvvisamente di meglio da fare. Ma nei peggiori casi veniva messo alla berlina.
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L’intramontabile Commodore 64
Stiamo scherzando con i miti, ce ne rendiamo conto. Basti pensare al fatto che il Time nel 2016 ha inserito il C64 tra i 50 oggetti tecnologici che hanno cambiato il mondo.
Non solo. Nel 2019 è stata progettata e distribuita una versione del tutto simile all’originale, che è stata chiamata TheC64. Prodotta da Retro Games e messa sul mercato da Koch Media, esiste anche nella versione mini, prodotta da Electronics Games.
Tuttavia la notizia che tutti i fan del Commodore 64 attendevano è un’altra. Entro la fine del 2022 sarà rilasciato da Commodore Business Machines nientemeno che il Commodore GK64, che funzionerà sia con Windows 11 che con Android.
Noi tutti lo attendiamo con ansia. Ma vedremo se i produttori avranno il coraggio di andare sino in fondo, e di restituirci tutta l’atmosfera dell’epoca. Compreso il registratore più sensibile del mondo, e quelle irresistibili copertine dei videogiochi, che promettevano un realismo sconvolgente, ma in realtà realizzabile solo nelle nostre fervide fantasie.
Si parla già di un mouse e di un monitor con videocamera integrata: partiamo male, ragazzi.
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