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Tim, via libera alla vendita della rete fissa al fondo Kkr

Ma l’azionista francese Vivendi non ci sta

Due anni fa, nel novembre del 2021, il fondo statunitense Kkr si era affacciato su Tim, con una proposta di acquisto che aveva fatto vacillare il cda. L’offerta da 11 miliardi di euro aveva fatto scendere in campo governo e sindacati. E aveva incassato il no di Vivendi, società francese e soprattutto azionista di maggioranza (23,68%) della principale azienda di telecomunicazioni italiana.

Ora ci risiamo, ma la cosa è più concreta. Il cda di Tim ha dato l’ok alla vendita della rete fissa a Kkr, eppure Vivendi ha giudicato illegittima la votazione e promette battaglia. Scopriamo cosa è successo.

TIM

Tim: via libera alla vendita della rete a Kkr

Ci sono voluti tre giorni di riunioni. Dopo di che il consiglio di amministrazione di Tim ha dato l’ok alla vendita della rete a Kkr.

Per la precisione, è stata approvata a maggioranza (11 voti favorevoli e 3 contrari) la vendita al fondo statunitense Kkr di NetCo, il ramo d’azienda che controlla la rete telefonica.

È la risposta all’offerta da 20 miliardi di euro fatta da Kkr lo scorso 16 ottobre, e che sarebbe scaduta l’8 novembre.

Come leggiamo in un comunicato stampa pubblicato da Tim nella giornata di domenica 5 novembre, “l’offerta vincolante valorizza NetCo (esclusa Sparkle) a un Enterprise value di 18,8 miliardi di euro, senza considerare eventuali incrementi del predetto valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro.”

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I tempi

L’operazione, leggiamo sempre nella nota, dovrebbe concludersi entro l’estate del 2024. E includerà la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, istituto finanziario controllato dal ministero dell’Economia che possiede il 9,81% delle azioni di Tim, e che parteciperà in NetCo per circa il 20%.

Cedendo la rete fissa a Kkr, Tim dovrebbe ridurre di circa 14 miliardi di euro il proprio indebitamento, che ammonta intorno ai 20,5 miliardi.

Il fondo Kkr

Il Fondo Kkr (Kohlberg Kravis Roberts) è stato creato nel 1976 e quotato alla Borsa di New York, dove l’azienda ha la sede, dal 2010. Kkr è una società attiva su scala globale che si occupa di investimenti.

Ha uffici in 21 città distribuite in quattro continenti e più di 1.700 dipendenti. Il portafoglio di oltre 100 società nei propri fondi di private equity assicura alle casse del fondo statunitense circa 244 miliardi di dollari di ricavi all’anno.

Le parole di Labriola

Sulla vendita delle reti fisse Tim a Kkr si è espresso Pietro Labriola, amministratore delegato dell’azienda di telecomunicazioni.

Ecco uno stralcio della sua dichiarazione: “Due anni di lavoro a testa china si chiudono con una decisione storica: dare il via alla nascita di due società con nuove prospettive di sviluppo. Entrambe saranno il punto di riferimento per la trasformazione digitale del nostro Paese perché, grazie a questa operazione, potranno accelerare lo sviluppo tecnologico nel settore delle Telecomunicazioni.

Non è la conclusione del nostro percorso ma un nuovo inizio. Con questa operazione, infatti, diamo linfa all’infrastruttura di rete e allo stesso tempo consentiamo alla nuova TIM di focalizzarsi sull’innovazione tecnologica che serve per governare il complesso mercato dei servizi digitali e giocare un ruolo da leader.

[…] a tutti i nostri azionisti dico che stiamo restituendo a TIM la possibilità di guardare ad un futuro sostenibile e di essere pronta a cogliere le opportunità che avrà davanti. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada tracciata dal piano approvato con l’appoggio dei nostri principali azionisti, restando sempre aperti al dialogo e alle proposte che ci vengono sottoposte, in particolare, dai soci più importanti.”

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  • Tomassini, Danilo (Autore)

Vivendi, azionista di maggioranza, non ci sta

La società francese Vivendi, prima azionista di Tim, non solo si è dichiarata contraria all’accordo. Ma lo ha anche definito illegale, come leggiamo in un comunicato stampa di domenica 5 novembre, perché non c’è stato nessun voto nell’assemblea degli azionisti. Il consiglio di amministrazione di Tim ha invece fatto sapere che la decisione di approvare l’offerta di Kkr era “di esclusiva competenza” del cda, perché non comportava la modifica dello statuto sociale (per cui sarebbe stato necessario il voto dell’assemblea).

Per Vivendi, al contrario, “la cessione dell’intera rete infrastrutturale di Telecom Italia comporta una evidente modifica dell’oggetto sociale di Tim che avrebbe necessitato una preventiva modifica dello statuto della società, decisione di competenza dell’assemblea straordinaria”.

Dunque “Vivendi utilizzerà tutti i mezzi legali a sua disposizione per contestare questa decisione e proteggere i propri diritti e quelli di tutti gli azionisti.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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