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Baidu lancia Ernie Bot: ed è sfida cinese a ChatGPT

Il chatbot era stato presentato a marzo

C’era da aspettarselo, non solo perché l’annuncio di una IA generativa di stampo cinese era già stato dato lo scorso marzo.

Ma almeno per altri due motivi. Il primo: tra i Paesi occidentali e Pechino si sta da tempo combattendo una guerra tech, che ha visto come vittima più illustre TikTok, prima bandito dai device di diverse istituzioni nazionalie sovranazionali, poi addirittura da un intero stato Usa, il Montana.

Secondo motivo, collegato al primo: se il boicottaggio occidentale della tecnologia cinese ha suscitato nel governo di Pechino un sentimento di rivalsa, quale miglior terreno per competere dell’intelligenza artificiale generativa, che ormai da mesi sta riempiendo le cronache?

Ecco così che Baidu, il principale motore di ricerca cinese (utilizzato dall’80% degli utenti), ha concluso la fase di test. E ha adesso lanciato Ernie Bot, la prima intelligenza artificiale cinese (e, come vedremo, riservata agli utenti cinesi).

Ma cosa sappiamo, finora, di Ernie Bot?

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Via a Ernie Bot, il ChatGPT cinese

È stata proprio Baidu, in una nota, ad annunciare la fine della fase di test: Ernie Bot è stato lanciato giovedì 31 agosto. “Siamo entusiasti di poter condividere che Ernie Bot è ora completamente pronta per il pubblico a partire dal 31 agosto.”

L’IA per il momento sarà disponibile solo all’interno del territorio cinese (dove invece, ricordiamolo, ChatGPT, Bing e Bard sono banditi).

Robin Li, cofondatore e presidente di Baidu, ha fatto sapere che grazie a Ernie Bot si otterrà “un massiccio ritorno di pareri per migliorare l’app a un ritmo rapido.”

Oltre 650 aziende cinesi avevano già prenotato il software dopo la presentazione in anteprima dello scorso marzo.

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Un difficile equilibrio tra tecnologia e ideologia

Il successo planetario di ChatGPT ha inevitabilmente scatenato una corsa allo sviluppo di applicazioni rivali, e adesso tocca alla Cina con Ernie Bot.

Ma Pechino deve muoversi in un difficilissimo equilibrio, quello della necessità di rimanere al passo dal punto di vista tech, d’altro canto senza venir meno alle recenti linee guida diramate ad aprile, ma entrate in vigore solo il 15 agosto.

Linee guida secondo cui i prodotti di intelligenza artificiale sviluppati in Cina devono “essere in linea con i valori fondamentali del socialismo”. Oltre a non essere una minaccia per la sicurezza nazionale, a non promuovere il terrorismo, la violenza, l’odio etnico e le fake news.

I trasgressori saranno multati e, nei casi di maggiore gravità, sottoposti a indagini penali.

TikTok (o meglio ByteDance, l’azienda proprietaria) è risultata idonea alle nuove linee guida. E proprio Robin Li, commentandole, le ha definite “più incentrate sull’innovazione che sul controllo”.

Non solo Ernie Bot

Nella nota pubblicata da Baidu si legge anche: “Oltre a Ernie Bot, Baidu lancerà una suite di nuove app native per l’intelligenza artificiale che consentiranno agli utenti di sperimentare appieno le quattro capacità principali dell’intelligenza artificiale generativa: comprensione, generazione, ragionamento e memoria”.

Ma c’è di più. In Cina non solo Baidu ha lavorato a un’intelligenza artificiale. Anche SenseTime, Baichuan Intelligent Technology e Zhipu AI, hanno presentato al pubblico i loro chatbot basati sull’IA, dopo aver ottenuto il via libera da Pechino.

E sembra che la prossima azienda a lanciare sul mercato il proprio prodotto di intelligenza artificiale sarà SenseTime. Un cui portavoce ha fatto sapere a Reuters che il chatbot SenseChat è “pienamente disponibile per servire tutti gli utenti”.

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Il boom dopo le perplessità iniziali

Da quando Ernie Bot è scaricabile, è balzato in cime alle classifiche di Apple Store.

Non è facile, tuttavia, conoscere su quale tecnologia si basi, né come venga addestrato, per mantenersi nel già citato e non facile equilibrio tra innovazione e censura di regime.

Di certo, quando lo scorso marzo Ernie Bot era stato presentato in anteprima, pubblico e investitori erano stati piuttosto tiepidi. Forse non ha premiato il modo in cui il prodotto era stato mostrato al pubblico: non attraverso una demo dal vivo ma con una serie di video preregistrati. Cinque, per la precisione: in uno il chatbot ha scritto il sequel di un romanzo, poi ha ideato il nome di un’azienda, ha risolto un problema matematico, scritto una poesia e generato un’immagine partendo da una stringa di testo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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