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Facebook cambia le regole per i politici negli USA

Dopo il caso Trump, Facebook modifica le regole sui contenuti dei politici

Basta favoritismi nei confronti dei politici di tutto il mondo: questo il progetto dell’applicazione di Facebook, che sembra davvero intenzionata a stravolgere la sua policy. Per ora, infatti, i contenuti condivisi da politici e candidati non sono sottoposte alle regole di moderazione che controllano il comportamento degli utenti sulla piattaforma. A breve, però, Facebook potrebbe annunciare un cambiamento.

L’Oversight Board ha infatti annunciato la sua volontà di sospendere Donald Trump dal social. E ha anche criticato il trattamento speciale che si riserva ai politici, affermando che “le stesse regole dovrebbero essere applicate a tutti gli utenti“. Forte di questo, il Consiglio ha dato a Facebook tempo fino al 5 Giugno per risolvere le spinose questioni legate alla politica. Il che significa che entro 24 ore sapremo cosa succederà ai politici che frequentano assiduamente la piattaforma.

La policy di Facebook privilegia gli esponenti della politica

L’era Trump ha segnato i social media in modo davvero forte. Soprattutto considerando che il Presidente degli Stati Uniti utilizzasse le piattaforme per alimentare la circolazione di notizie false e tendenziose, e animare gli animi contro il suo rivale Biden. E per quanto queste ne abbiano limitato i comportamenti, sappiamo che la piattaforma di Zuckerberg abbia chiuso un occhio più e più volte. Lo scorso Agosto un ingegnere senior ha riferito che l’applicazione di Facebook stava usando un trattamento di favore con alcuni account conservatori, permettendogli di condividere contenuti non conformi alla policy del social.

Zuckerberg in precedenza aveva affermato che Facebook non avrebbe dovuto controllare i contenuti dei politici“. Così ha dichiarato, in forma anonima, un dipendente dell’azienda. Effettivamente la piattaforma è impostata per segnalare la sospensione di regole di moderazione ai fini della pubblicazione di post di politici e candidati. Secondo lo stesso CEO, infatti, le aziende private non dovrebbero censurare ciò che gli esponenti della politica vogliono dire ai propri cittadini. Quindi sì, Facebook ha riservato una serie di privilegi a Trump e colleghi. Anzi, per anni ha addirittura tenuto un elenco di account non soggetti agli stessi processi di verifica dei fatti o moderazione dei contenuti che si applicano agli altri utenti.

Nel 2019 i dipendenti dell’azienda hanno cercato di chiedere l’eliminazione di questa lista, citando una ricerca secondo cui gli utenti sono più propensi a credere a notizie false condivise da un funzionario eletto. Ma a nulla sono valsi questi sforzi. Nello stesso anno Nick Clegg, Vice Presidente degli Affari Globali di Facebook, ha dichiarato: “Tratteremo i discorsi dei politici come contenuti degni di nota che, come regola generale, dovrebbero essere visti e ascoltati“. Questo significa quindi che i contenuti condivisi da candidati o funzionari non sono in alcun modo controllati, a meno che non scoraggino gli utenti al voto. Ma non sappiamo dirvi se con Trump sia andata davvero così.

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Facebook: applicazione stravolge la policy per i politici

Il fact-checking di Facebook analizza tutti i contenuti provenienti da altre fonti e poi condivisi dai politici, come link a notizie o video di terze parti. In questo modo, si riduce il più possibile la circolazione di notizie false e tendenziose. Ma non possiamo dire lo stesso dei contenuti pubblicati direttamente dagli account degli esponenti della politica globale, che non saranno comunque soggetti ad alcuna verifica da parte della piattaforma. Per la prima volta, però, saranno sottoposti ad un maggior numero di regolamentazioni, come quelle riferite al bullismo. Un cambiamento che ai nostri occhi può risultare irrisorio, ma che in realtà rappresenta un enorme passo in avanti per la piattaforma.

In ogni caso, teniamo in considerazione che l’applicazione di Facebook si è quasi ritrovata costretta ad intervenire in questo senso dopo che l’ex Presidente Donald Trump ha utilizzato la piattaforma per sostenere i rivoltosi che hanno partecipato all’attacco a Capitol Hill. Ma questo non è il solo evento ad aver condizionato le scelte di Zuckerberg. Di recente, in India l’App è criticata per non aver preso provvedimenti contro i commenti violenti fatti dai membri del partito al governo. E questo ha contribuito a convincere il social a segnalare quando un contenuto non viene rimosso per un trattamento di favore. Ma potrebbe trattarsi solo di una delle tante novità.

Lo scorso mese l’Oversight Board ha chiesto a Facebook di “affrontare la diffusa confusione su come vengono prese le decisioni relative agli utenti influenti“. La piattaforma ha avuto 30 giorni di tempo per pensare alla questione. E domani dovremmo sapere come i politici potranno condividere contenuti sull’App. A quanto pare, ci sarà un miglioramento delle regolamentazioni, ma aspettiamo di sapere cosa annuncerà davvero Zuckerberg. In fondo, considerando quanto Facebook sia attenta alla disinformazione, ci stupisce che lasci così tante libertà ai politici. Che ci sia qualcosa dietro?

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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