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Oggi si celebra la Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio

Come ogni 12 aprile, è l’International Day of Human Space Flight

Oggi, come ogni 12 aprile dal 2011, si celebra la Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio.

E la traduzione italiana della ricorrenza in un certo senso la rende più congrua e attuale. Perché la Giornata ufficiale, in inglese, si chiama International Day of Human Space Flight (con tanto di pagina ad hoc sul sito delle Nazioni Unite).

E il termine inglese flight è traducibile con volo. Mentre in italiano la parola viaggio rende meglio la deriva che parte delle avventure spaziali stanno prendendo in questi ultimi tempi. Non più voli progettati per scoprire cosa c’è altrove nell’universo, e per migliorare la vita sul nostro pianeta. Ma viaggi, appunto, riservati a individui eccentrici e danarosi. Si è insomma aperta la cosiddetta era del turismo spaziale.

Ma andiamo con ordine.

astronauta Nasa

La Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio

Oggi, dunque, si celebra la Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio.

La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 aprile del 2011, “per celebrare ogni anno a livello internazionale l’inizio dell’era spaziale per l’umanità, riaffermando l’importante contributo della scienza e della tecnologia spaziale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’aumento del benessere degli Stati e dei popoli, oltre a garantire la realizzazione della loro aspirazione a mantenere lo spazio esterno per scopi pacifici.”

Il 12 aprile del 1961

Perché le Nazioni Unite hanno stabilito che la Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio si sarebbe celebrata cinque giorni dopo l’assemblea, e quindi il 12 aprile, a partire già da quel 2011?

Perché cinquant’anni esatti prima, il 12 aprile 1961, l’astronauta sovietico Yuri Gagarin ha effettuato il primo volo spaziale umano.

Gagarin, a bordo della capsula spaziale Vostok 1, ha compiuto un volo orbitale in un’ora e 48 minuti, arrivando a 320 chilometri di distanza dalla Terra.

La polemica del 2022

Sempre sul sito delle Nazioni Unite si può leggere, in riferimento al volo di Gagarin, che “questo evento storico ha aperto la strada all’esplorazione dello spazio a beneficio di tutta l’umanità.”

Purtroppo nel 2022, a poche settimane dall’invasione russa dell’Ucraina, lo spirito universale dell’impresa di Gagarin ha lasciato spazio a polemiche miopi (che altrove hanno sfiorato la comicità involontaria).

E così il nome del cosmonauta russo è stato espunto dallo Space Symposium, una tre giorni di celebrazioni per l’astronauta organizzata dalla Space Foundation. La cancel culture ha trasformato lo storico nome dell’evento, Yuri’s night, nel più “innocuo” A celebration of space: discover what’s next.

Il senso della Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio

E dire che il senso originario della Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio andava proprio in direzione opposta.

Si voleva cioè celebrare “l’interesse comune dell’umanità nel promuovere ed espandere l’esplorazione e l’uso dello Spazio, come luogo di tutta l’umanità, per scopi pacifici e nel continuare gli sforzi per estendere a tutti gli Stati i benefici che ne derivano.”

Per cui, negli anni successivi al volo di Gagarin, risulta sì fondamentale la data del 20 luglio del 1969, quando lo statunitense Neil Armstrong è stato il primo essere umano ad aver toccato la superficie lunare. Ma lo è stata altrettanto il 17 luglio del 1975, quando è avvenuto l’ancoraggio tra due navicelle orbitanti intorno alla Terra, l’americana Apollo e la russa Soyuz.

La cooperazione tra astronauti di diversi Paesi è oggi ben rappresentata dalla Stazione spaziale internazionale.

Lo Spazio privatizzato?

Ma, al di là delle continue e meritorie missioni spaziali internazionali, oggi i viaggi nello Spazio stanno anche cambiando di segno.

Richard Branson, Jeff Bezos e soprattutto Elon Musk (la cui volontà di colonizzare Marte non si sa ancora bene quanto sia autentica, come ogni sua dichiarazione) stanno in un certo senso privatizzando lo Spazio. Perché organizzano giri turistici, ovviamente costosissimi, anche se non soprattutto per soddisfare il proprio narcisismo.

Tuttavia, questa sfida tra super ricchi potrebbe avere anche conseguenze positive. È quanto sostiene, ad esempio, Luca Paolazzi, economista e advisor di Ceresio.

Paolazzi, intervistato lo scorso gennaio dal Corriere della Sera, ha detto infatti che “l’ingresso dei privati mette in moto un processo competitivo di ricerca e innovazione per abbassare i costi, basato principalmente sul riciclo di materiali, come le parti del razzo vettore, che prima venivano considerati usa e getta.”

E i principali benefici per l’umanità potrebbero essere in diversi ambiti: dalle trasmissioni radio alle connessioni di apparecchi mobili, dalla banda larga al monitoraggio terrestre.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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