Nel nostro ultimo incontro con Power-Up abbiamo delineato una panoramica di come la domotica e una Smart Home possano restituire l’autonomia alle persone disabili e di quali interventi, in generale, è possibile effettuare. Ci occuperemo ora di affrontare nel dettaglio le varie soluzioni che rendono “smart” la vostra cucina, il cuore della casa. Il posto dove si mangia, si sta a tavola con amici o in famiglia è sicuramente un luogo importante e da vivere in serenità.
Come si progetta una cucina a misura di disabile?
Gli aspetti da tenere a mente sono sostanzialmente due: sicurezza e comodità. La cucina ed il bagno risultano essere gli ambienti in cui più frequentemente si verificano incidenti domestici, ragione per cui la loro progettazione richiede particolare attenzione ai requisiti di sicurezza. Questo discorso vale a maggior ragione se tali ambienti devono essere utilizzati da persone con difficoltà motorie di vario genere. Accanto a questo aspetto, non vanno tralasciate la funzionalità e la comodità. Fondamentale è infatti che la cucina, adatta ai disabili, possa essere utilizzata in assoluta (o parziale) autonomia.
Esistono delle misure adatte?
Non esiste un vademecum universale che ci guidi sulle misure più giuste. La progettazione viene infatti cucita sulle esigenze personali di ognuno, attraverso l’utilizzo di espedienti diversi in base ai diversi spazi disponibili. Una soluzione che sicuramente è ideale, per garantire una certa possibilità di movimento, è quella di prediligere un ambiente open-space con salone e angolo cucina.
La tecnologia in cucina
Siamo circondati da elettrodomestici che si muovono e attivano solo con l’utilizzo della voce o di assistenti digitali, ma per i pensili e i piani di una cucina? Anche in questo caso tutto è davvero possibile.
Grazie alla domotica, infatti, in cucina le persone disabili sono in grado di comandare funzioni come aprire le ante dei pensili o farli scendere, regolare in altezza il piano di lavoro, accendere la piastra a induzione, attivare il forno o la lavastoviglie. Il tutto regolabile anche attraverso un’app gestibile con lo smartphone, un telecomando o addirittura con gli assistenti vocali. In caso di ipoacusia e sordità sono disponibili segnali luminosi o led che possono indicare tutto ciò che non si può sentire: acqua aperta, fuochi in funzione, elettrodomestici in funzione.
Se è funzionale e sicura può essere anche bella?
Assolutamente sì! I produttori di cucine mostrano sempre maggiore interesse ed attenzione al mondo delle disabilità, in modo che tutti riescano a vivere in maniera autonoma.
Vediamo insieme una lista di produttori da consultare per una scelta di qualità ed eleganza:
- Scavolini Utility System: il noto brand ha messo a disposizione elementi per cucine ad alta accessibilità. Il progetto degli architetti Baldanello e Pittino unisce necessità ed estetica, con componenti in grado di trasformarsi in base alle varie limitazioni.
- Cucina AllMobility: le cucine sono composte da parti regolabili e personalizzabili che si adattano alla personale esigenza. Troviamo elementi che possono abbassarsi, alzarsi, fuoriuscire o avvicinarsi. Regolabili sono anche tavoli e mensole.
- Ikea: l’azienda svedese low cost ha avviato ThisAbles, il primo progetto per la disabilità.
- Snaidero Skyline: ha realizzato la cucina Skyline_Lab, un progetto flessibile di cucina per un’utenza speciale. I designers sono gli due architetti Lucci e Orlandini.
Quanto costa una cucina per disabili?
Partiamo dal presupposto che, come ogni cosa fatta su misura, costa di più di una cucina classica. Da considerare anche l’aggiunta di sensori, domotica e meccanica. È possibile anche far modificare una cucina standard già presente in casa, ma anche in questo caso il lavoro di artigianato non risulterà economico.
Abbiamo però una serie di agevolazioni statali per quanto riguarda l’ambiente cucina. Per chi è in possesso della l. 104 art 3 comma 3 ha diritto ad un ribasso dell’iva, che dal 22% passa al 4%. Ovviamente gli acquisti devono risultare utili a migliorare la situazione sociale e funzionale del disabile.
Discorso a parte per elettrodomestici come forno o frigorifero che non rientrano nell’agevolazione perché considerati beni di consumo. Restano però le detrazioni Irpef per le apparecchiature e i dispositivi basati su tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche.