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L’intelligenza artificiale aiuta gli hacker, secondo l’FBI

Secondo il Federal Bureau of Investigation (FBI), gli hacker stanno utilizzando l’Intelligenza Artificiale per scrivere malware e diffondere programmi dannosi o e-mail di phishing. Una conferma di quello che già molti esperti credevano: l’IA generativa aiuta tutti – criminali informatici compresi.

Intelligenza artificiale e hacker, il rapporto dell’FBI

L’agenzia federale ha lanciato l’allarme riguardo all’uso di modelli di intelligenza artificiale open source gratuiti e personalizzabili. Che consentono agli hacker di creare codici malevoli anche senza avere una conoscenza approfondita della programmazione. Tradizionalmente, scrivere malware richiedeva una competenza tecnica elevata. Ma ora, grazie all’IA generativa, quasi chiunque può produrre un programma dannoso.

L’IA generativa è al centro di queste nuove minacce digitali. Questi strumenti possono creare codici e debuggarli come farebbe un programmatore esperto, rendendo la creazione di malware più facile, veloce e più difficile da rilevare. Il codice non sempre risulta perfetto – ma per gli hacker questo è un problema relativo. Puntando sulla quantità più che sulla qualità, possono attaccare moltissimi utenti.

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Questa situazione preoccupa l’FBI, poiché il crimine informatico è in costante crescita e gli hacker stanno affinando le loro tecniche in modo sempre più sofisticato.

Malware e IA

Proofpoint identifica nuovo malware di TA453

Secondo l’FBI, l’intelligenza artificiale aumenta la pericolosità degli hacker. Il malware creato con l’IA è spesso difficile da individuare e ancora più complesso da eliminare una volta che ha infettato un sistema. Inoltre, l’IA rende possibile lanciare attacchi su scala più ampia, colpendo simultaneamente numerosi sistemi, aumentando la portata e l’impatto delle minacce.

Un altro strumento pericoloso utilizzato dai truffatori è il “deepfake“. I deepfake consistono in video o foto artificialmente manipolati per sembrare reali. Questa tecnologia può essere sfruttata per imitare persone famose o diffondere informazioni fuorvianti e false. Tramite i deepfake, una vittima può essere ingannata a compiere azioni specifiche, come effettuare pagamenti o divulgare informazioni riservate.

La preoccupazione per gli effetti dannosi dell’IA è diffusa tra i governi di tutto il mondo. La crescente rapida crescita di questa tecnologia rende complesso progettare e implementare misure protettive efficaci. Di conseguenza, alcuni governi hanno iniziato a chiedere la collaborazione delle principali aziende tecnologiche per affrontare questo problema.

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Negli Stati Uniti, la Casa Bianca ha recentemente sollecitato un programma di “impegno volontario” con l’obiettivo di mitigare i rischi dell’IA. Questo programma coinvolge le principali aziende tecnologiche, tra cui Google, Amazon, Meta e altre, nel formulare politiche e protocolli per prevenire gli abusi dell’IA.

La lotta contro l’abuso dell’IA è una sfida globale che richiede un approccio coordinato e una stretta collaborazione tra governi, aziende e istituzioni internazionali. Solo attraverso un’azione concertata possiamo garantire un utilizzo sicuro e responsabile dell’Intelligenza Artificiale, proteggendo la nostra società da minacce sempre più sofisticate e pericolose.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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