È iniziata ieri l’attesa discussione in Senato sul cosiddetto ddl Zan. Ossia il disegno di legge contro l’omotransfobia, che sta dividendo la politica italiana e sta mostrando tutte le difficoltà ad affrontare un doveroso cambio di mentalità.
Fischi e slogan hanno accompagnato la discussione in Aula, al punto che la presidente Casellati è dovuta intervenire con un’efficace battuta. “Gli Europei li abbiamo già vinti, non accetto cori da stadio”, ha detto l’avvocata di Forza Italia e seconda carica dello Stato.
Il primo round, che non è improprio chiamare così visto il clima di ieri in Senato, è stato a vantaggio della cosiddetta coalizione giallorossa, formata cioè da Pd, LeU e MoVimento 5 Stelle.
Vediamo cos’è accaduto ieri durante la prima giornata di discussione del ddl Zan in Senato, dopo di che ripercorriamo i punti salienti di un disegno di legge che sta dividendo l’Italia.
Il ddl Zan in Senato
Ieri si è svolta in Senato la prima giornata di discussione sul ddl Zan, e l’alta tensione che si è respirata in Aula ha confermato l’importanza del disegno e, di conseguenza, il suo carattere divisivo.
Siamo davanti a un possibile mutamento di mentalità oltre che di costume, e l’ala conservatrice continua a fare strenua opposizione. Ma le cose sono un po’ più complesse e articolate di così. Andiamo con ordine.
L’ostruzionismo di Lega e FdI
Lega e Fratelli d’Italia hanno chiesto il rinvio in commissione del ddl per questioni pregiudiziali di costituzionalità. Ma la proposta è stata bocciata con 12 voti di scarto. L’emiciclo si è espresso così: 136 voti contrari, 124 favorevoli e 4 astenuti.
La discussione prosegue
Respinta la proposta di Carroccio e FdI, il ddl Zan resta in Senato, così come restano ben saldi gli schieramenti. Da una parte Pd, M5s e LeU (favorevoli al testo approvato dalla Camera), dall’altra – appunto – i partiti di Salvini e Meloni contrari e pronti a fare ulteriore ostruzionismo.
La discussione generale sul ddl Zan proseguirà in senato nella giornata odierna sino a giovedì mattina. Riprenderà poi martedì 20. E proprio alle ore 12 di martedì prossimo è fissato il termine ultimo per presentare gli emendamenti.
La posizione di Italia Viva
Al di là dei due fronti, quelli del sì e del no, c’è la posizione di Italia Viva, la creatura politica di Matteo Renzi.
L’ex premier punta a un ammorbidimento di alcuni articoli del ddl, perché si trovi quanto prima un accordo. Lo ha spiegato lo stesso Renzi: “Bisogna fare un patto politico perché alla Camera, ove il ddl Zan fosse modificato dal senato, possa essere presentato nel giro di due settimane.
Il mio è un appello molto semplice: si faccia un accordo sui punti dell’articolo 1, 4 e 7 e si chieda a tutte le forze politiche di presentarlo alla Camera entro 15 giorni.
Se si andrà allo scontro, muro contro muro, e si andrà allo scrutinio segreto, avrete distrutto le vite di quei ragazzi”.
A differenza di Renzi, il segretario dem Enrico Letta resta convinto che il ddl Zan debba andare avanti nel suo testo originario, senza modifiche. Anche 17 renziani si sono sfilati e si aggiungono al fronte pro Zan.
Caos in Aula
La discussione del ddl Zan in Senato ha surriscaldato gli animi. I momenti di massima tensione si sono avuti quando la presidente Casellati ha accolto la richiesta del leghista Andrea Ostellari di sospendere i lavori e convocare i capigruppo per verificare la possibilità di un’intesa sul disegno di legge.
A quel punto sono insorti Pd, Leu e M5S. E come reazione, dai banchi della destra si sono levate urla e cori. Non sono nemmeno mancati i fischietti: è stato allora che Elisabetta Casellati ha fatto ricorso all’ironia, ricordando all’emiciclo che per il tifo da stadio si era nel posto sbagliato. E pure in ritardo con i tempi: “Gli Europei li abbiamo già vinti”.
Cos’è il ddl Zan
Ricordiamo che il ddl Zan è arrivato al Senato ben otto mesi dopo l’approvazione alla Camera.
In estrema sintesi, il disegno di legge presentato da Alessandro Zan contrasta omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo.
In altre parole, il ddl intende punire gli atteggiamenti discriminatori nei confronti della comunità lgbt+, delle donne e delle persone con disabilità.
Gli articoli contestati
Soffermiamoci infine sui tre articoli messi in discussione da Italia Viva.
L’articolo 1 definisce l’identità di genere come “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso biologico”, “indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Renzi vuole stralciare queste definizioni e riportare il ddl Zan alla versione proposta da Ivan Scalfarotto.
L’articolo 4 riguarda il pluralismo delle idee: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Qui Italia Viva vede un rischio per la libertà di espressione.
È poi contestato l’articolo 7, che propone di istituire la giornata nazionale contro l’omofobia, da portare anche nelle scuole. Proposta già criticata dal Vaticano, e che Renzi ritoccherebbe aggiungendo la frase “nel rispetto della piena autonomia scolastica”.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API