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Da me o da te: com’è il film Netflix con Reese Witherspoon e Ashton Kutcher

Da me o da te è disponibile su Netflix dal 10 febbraio.

Negli ultimi anni, il genere che ha subito una netta involuzione (almeno dal punto di vista della quantità) è la commedia, e nello specifico la commedia romantica. Fra le piattaforme più attive nel tentativo di invertire questa tendenza c’è sicuramente Netflix, che con prodotti come Non è romantico?, Holidate o Falling for Christmas ha alzato il tiro anche per quanto riguarda i profili coinvolti. A ribadire questo sforzo, arriva oggi in catalogo Da me o da te, rom-com che unisce tre colonne portanti del recente passato di questo filone. Alla regia troviamo infatti Aline Brosh McKenna, già sceneggiatrice de Il diavolo veste Prada, 27 volte in bianco e La mia vita è uno zoo, mentre i protagonisti sono addirittura Reese Witherspoon e Ashton Kutcher.

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Questi ultimi sono letteralmente esplosi grazie alle commedie romantiche: l’attrice premio Oscar ha interpretato cult del filone come La rivincita delle bionde, Tutta colpa dell’amore, Se solo fosse vero e Come lo sai; Ashton Kutcher ha invece preso parte a Oggi sposi… niente sesso, La figlia del mio capo, Sballati d’amore – A Lot Like Love, Notte brava a Las Vegas e Amici, amanti e… Aggiungiamo all’insieme una trama basata sullo scambio di case come quella de L’amore non va in vacanza e abbiamo un progetto che ha chiaramente l’ambizione di riportare in auge la rom-com, adattandola alle esigenze e alle aspettative del pubblico contemporaneo.

Da me o da te: Reese Witherspoon e Ashton Kutcher nella nuova rom-com Netflix

Da me o da te

Debbie (Reese Witherspoon) e Peter (Ashton Kutcher) sono due migliori amici che dopo una notte di passione in gioventù hanno preso strade professionali e sentimentali diverse, mantenendo però un rapporto saldo e fondamentale per entrambi. Peter vive a New York, dove è diventato un uomo d’affari di successo e saltella fra un’avventura amorosa e la successiva; Debbie è invece madre single di Jack (Wesley Kimmel) e vive a Los Angeles, dove porta avanti un lavoro non all’altezza delle sue aspirazioni letterarie. Dovendo seguire un corso d’aggiornamento proprio a New York, Debbie riceve una salvifica proposta di aiuto da Peter, che non solo la ospita nel suo appartamento con vista nella Grande Mela, ma si trasferisce temporaneamente a Los Angeles per fare da babysitter a Jack. Il cambio di location e abitudini porta i due a profonde riflessioni sulla loro esistenza.

Aline Brosh McKenna lavora su un binario fatto di sogni messi da parte in nome di più solide realtà, portandoci nelle vite di due adulti felici e realizzati, ma con un buco ancora da colmare. Anche se Reese Witherspoon e Ashton Kutcher sembrano invecchiati solo di una manciata di anni rispetto ai primi anni 2000, le istanze e le difficoltà che questi due interpreti mettono in scena non sono più quelle di ragazzi sguaiati e intraprendenti, ma sono invece quelle di adulti segnati dalla vita e alle prese con un mondo complesso come quello odierno.

Se da una parte è apprezzabile lo sforzo di dare vita a una rom-com matura e moderna, dall’altra il rischio è quello di creare un muro invalicabile fra lo spettatore e i protagonisti, che pur alle prese con comprensibili esigenze esistenziali sono comunque persone stabili economicamente e privilegiate, in grado di muoversi liberamente fra le due principali metropoli statunitensi in cerca di nuove opportunità.

Familiarità e prevedibilità

Da me o da te
Cr Erin Simkin / Netflix

A risentire di questa atmosfera è una delle due componenti principali di una rom-com, cioè la comicità. In Da me o da te manca la risata spontanea caratteristica dei titoli sopracitati, e l’atmosfera è troppo ovattata per creare una dinamica comica che vada al di là di una notte di sesso di 20 anni prima o delle rispettive conquiste amorose dei due protagonisti. Le cose vanno solo parzialmente meglio per quanto riguarda la componente romantica del racconto. Come accade in molte rom-com, lo sviluppo e la conclusione del racconto non sono certo imprevedibili, ma Aline Brosh McKenna agisce come se lo spettatore medio contemporaneo non lo sapesse, cercando goffamente di sviare la nostra attenzione con sottotrame pretestuose e personaggi secondari stereotipati, come quello di Jesse Williams.

Ci troviamo così a intuire cosa succederà e come succederà con largo anticipo, e per giunta senza potere contare sulla chimica fra i due protagonisti per buona parte del racconto. La lontananza fisica fra Debbie e Peter, solo parzialmente compensata dalle frequenti videochiamate, è indubbiamente al passo coi tempi del covid, ma indebolisce ulteriormente i personaggi principali di Da me o da te, che interagiscono prevalentemente con spalle comiche e sentimentali poco incisive e con i loro piccoli grandi tormenti interiori. A fare da collante c’è la scrittura, che non è solo il sogno nel cassetto ma anche un hobby tenuto nascosto da Peter. Un tema ricorrente nelle opere di Aline Brosh McKenna, che in questo caso viene però sacrificato in nome di un messaggio tanto condivisibile quanto stantio: ciò che più ci serve è quasi sempre già sotto i nostri occhi.

Da me o da te: una rom-com innocua e dimenticabile

Cr. Erin Simkin / Netflix

Da me o da te ci offre sostanzialmente familiarità: familiarità con dinamiche narrative che ormai conosciamo a menadito e soprattutto con interpreti che fanno parte della storia della rom-com, in grado di sopperire anche solo con la loro presenza scenica a molte delle falle a livello di scrittura. Il risultato è un’opera innocua quanto dimenticabile, caratterizzata da una regia priva di guizzi e da una comicità troppo all’acqua di rose per lasciare veramente il segno. Abbastanza per riassaporare il clima delle rom-com di anni ’90 e 2000, ma anche per rimpiangerle.

Da me o da te è disponibile dal 10 febbraio su Netflix.

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Marco Paiano

Tutto quello che ho imparato nella vita l'ho imparato da Star Wars, Monkey Island e Il grande Lebowski. Lo metto in pratica su Tech Princess.

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