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Dentro la Canzone: Richie Havens inventa Freedom sul palco di Woodstock 1969

“Sometimes I feel like a motherless child. A long way from my home”

Ci sono cose che non si possono spiegare. Intere carriere e periodi storici che, per una casuale concatenazione di eventi, vengono stravolte per sempre. Come a Woodstock 1969, il festival più incredibile della storia, quando un giovane e semisconosciuto Richie Havens, a corto di brani, improvvisò sul palco una canzone che divenne l’inno di quell’evento: Freedom. Ma com’è andata esattamente?

Quello che doveva essere un enorme festival musicale a pagamento (con 50mila spettatori previsti) si trasformò in un raduno epocale, con oltre 500mila persone – molte delle quali entrarono abusivamente – e un quantitativo di stupefacenti mai conteggiato ufficialmente. La piccola cittadina di Bethel, nello stato di New York, non era pronta ad accogliere così tante persone, e per le strade si creò un traffico impressionante.

Il risultato fu che molte delle band previste per il primo giorno (venerdì 15 agosto 1969) rimasero imbottigliate nel traffico. Tra gli artisti che invece erano arrivati in anticipo c’era un giovane cantautore della vicina New York, tale Richard Pierce Havens. Stando alla scaletta originale, Havens avrebbe dovuto prendere il palco per quinto, esibendosi quindi sul calare della sera, eseguendo un paio di brani. Tuttavia i ritardi degli artisti imposero un cambio di programma: a Havens venne richiesto di aprire il festival e di tenere impegnato il pubblico il più a lungo possibile. Alle 17:07 il cantautore prese il palco, dando il via alla tre giorni più incredibile nella storia della musica.

Richie Havens improvvisa un inno generazionale a Woodstock ’69: Freedom

Havens, che era arrivato a Bethel pensando di eseguire solo un paio di canzoni, si ritrovò a suonare per quasi due ore, accompagnato da Eric Oxendine al basso elettrico, Paul Williams alla chitarra solista e Daniel Ben Zebulon alle congas. Nel suo set anche tre cover dei Beatles (With a little help from my friends, Strawberry Fields Forever e Hey Jude). Dopo sette brani e numerosi bis (si dice ne abbia concessi almeno otto) Havens aveva esaurito il proprio repertorio, ma gli organizzatori non avevano ancora risolto il problema dei ritardi.

A questo punto, come uno strappo improvviso nelle pagine della storia, avviene la magia. Havens decide di improvvisare, attaccando uno spiritual black chiamato Motherless Child, stravolgendone il testo.

Motherless Child (chiamato anche Sometimes I Feel Like a Motherless Child) è un popolare spiritual black interpretato da numerosissimi artisti.

Il cantautore alterna le parole di Motherless Child a frasi totalmente improvvisate. In particolare ripete numerose volte la parola “Freedom“, cioè “libertà”. Un concetto parecchio caro ai giovani della Summer of Love 1969. L’esecuzione di Havens è caratterizzata dal suo strumming della chitarra (con una ritmica molto serrata per quanto riguarda la plettrata).

Ciò che accadde poi è storia: nel bel mezzo della canzone il pubblico, quasi tutto seduto sulle collinette, si alza in piedi per battere il tempo con le mani. La voce di Havens viene raggiunta da quella di altre 400mila e più persone, al grido di Freedom.

Niente brilla di più di una stella luminosa, come Richie Havens

Annunciatore di Woodstock ’69 al termine dell’esibizione di Havens

Era appena nata una stella. Erano appena cominciati tre giorni indimenticabili, e quella generazione aveva appena scoperto il proprio inno generazionale e controculturale, creato davanti ai loro occhi, da un cantautore semisconosciuto.

La storia raccontata da Richie Havens

Havens ha ricordato la sua apparizione a Woodstock in un’intervista del 1990 per la rivista Guitar: “Ero assolutamente pazzo quando sono salito su quel palco. Dovevo essere il quinto in scaletta e mi sono ritrovato ad aprire. Il concerto era già in ritardo di tre ore e io pensai che mi avrebbero lanciato lattine di birra. Sono stato sul palco per ore. Molte persone non lo sanno, perché nel film ufficiale dell’evento ci sono solo due canzoni, ma avrò concesso circa nove o dieci bis. 

Quando pensavo di aver finito sono andato via, ma dietro al palco non c’era nessuno pronto a salire. Quindi sono dovuto uscire di nuovo. Allo stesso tempo l’acustica era la migliore con la quale avessi mai avuto a che fare. Sentivo la mia voce andare direttamente oltre la collina, fino a New York City. È stata la sensazione più incredibile della mia vita. È stato il connubio perfetto tra suono, aria e ambiente”.

Nel ricordare quell’esperienza in un’altra intervista, Havens ha dichiarato: “Dai filmati si vede che suono un’introduzione molto lunga. In realtà stavo pensando. Pensavo: ‘Che diavolo canto ora?’. Poi ho visto tutta quella gente e mi è venuta una sola parola in mente: libertà. E quando l’ho cantata ho visto che tutti condividevano il mio pensiero.”

Curioso è il fatto che gli Sweetwater, gruppo che prese il palco di Woodstock dopo Richie Havens, iniziò il proprio set con una propria versione proprio di Motherless Child.

L’influenza culturale di Freedom

La versione singolo di Freedom

Dopo i fatti di Woodstock, la carriera di Richie Havens ha subito una notevole impennata, e nel 1972 il cantautore pubblicò una versione singolo di Freedom, dal live a Woodstock. Tuttavia la canzone non riuscì a rientrare nelle classifiche statunitensi. Poco importa però, Havens ebbe una strabiliante carriera e la sua esibizione a Woodstock gli valse un posto nell’Olimpo della musica.

Nel 2008 Havens ha suonato il brano durante la cerimonia di apertura del Festival di Cannes, su richiesta diretta di Sean Penn, presidente di giuria di quell’edizione. La canzone compare anche nel film Django Unchained, diretto da Quentin Tarantino (2012).

Richie Havens suona Freedom alla cerimonia di apertura del Festival di Cannes 2008

Richie Havens si è spento a Jersey City il 22 aprile 2013, all’età di 72 anni. Il suo album Common Ground del 1983 è stato prodotto da Pino Daniele, che ha contribuito alla scrittura delle canzoni e alle registrazioni delle chitarre. Daniele ha anche duettato con Havens nel brano Gay Cavalier, con un testo che alterna lingua inglese e napoletana. Sul disco in questione compaiono numerosi musicisti della storica band di Daniele (da Tullio De Piscopo a Joe Amoruso) oltre a Enzo Avitabile.

In questi giorni invece ricorre il il 53simo anniversario di Woodstock ’69, che si tenne nei pressi di Bethel dal 15 al 17 agosto 1969. Tre giorni di pace, amore e…libertà.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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